Nata da un serrato confronto con i residenti, l’idea della ventisettenne Roberta Sinesio di una “passeggiata” che fonde le due anime della città le ha fatto aggiudicare il primo premio indetto dall’ANCE. Una riqualificazione sostenibile guidata dalle esigenze reali è il futuro delle nostre città?

Ventisette anni e una grande passione per l’urbanistica. Roberta Sinesio è la giovane architetto vincitrice del Premio d’architettura 2019 promosso dall’ Associazione Nazionale Costruttori Edili Catania “Nuove idee per spronare la città”. La sua storia si sviluppa in tanti luoghi: Catania, Barcellona, Roma, Madrid, Milano, ma è proprio dal luogo più vicino alle sue origini che nasce l’idea del progetto vincitore: Piazza Nettuno a Catania. In un momento storico in cui si parla tanto di giovani, idee e riqualificazione del territorio, il punto di vista di chi prova a creare un’alternativa è fondamentale. Le abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza.

DA CATANIA A MILANO. Roberta Sinesio è una ragazza siciliana che come tanti si è spostata prima per studio e poi per lavoro e oggi vive a Milano. La sua formazione è iniziata a Siracusa, alla Facoltà di Architettura: «Non ho deciso di viaggiare perché a Catania mi mancava qualcosa, semplicemente si sono presentate delle occasioni che ho voluto cogliere – spiega la giovane. Ho iniziato a studiare architettura a Siracusa, poi però mi sono trasferita a Roma e in seguito ho trascorso due anni a Barcellona in Erasmus. La mia formazione è stata un po’ itinerante e anche il master in Urban design che ho seguito si svolgeva per metà a Madrid e per metà a Milano». Come lei stessa racconta queste occasioni le hanno aperto la mente, permettendole di confrontarsi e specializzarsi nel settore: «Non mi sono fatta mancare niente e ho avuto la possibilità di confrontarmi con tanti contesti didattici diversi, fino ad arrivare al master in Urban design al Politecnico di Milano».

Roberta Sinesio

IL PROGETTO. Focus della quinta edizione del “Premio d’Architettura” organizzato dall’Ance di Catania era la riqualificazione e il recupero paesaggistico di piazza Nettuno, luogo frequentato da catanesi e turisti e centro della vita del lungomare. Premiato la sera del 18 luglio al chiostro del Convitto Cutelli, il progetto di Roberta Sinesio parte da una considerazione dello spazio in relazione alla vita che lì scorre, alla morfologia della scogliera e alla storia del territorio: «Questo progetto ha radici profonde in quanto l’ho presentato come tesi di master nel 2017. A Catania vivo vicino a piazza Nettuno e mi è capitato negli anni di passarci del tempo, soprattutto perché ho molti amici che giocano a basket lì. Per sviluppare il progetto ho raccolto le testimonianze di molte persone, ascoltando le esigenze di tutti. L’input è arrivato proprio da lì, dall’ascolto, e così ho voluto coniugare i due aspetti principali della piazza, offrendo la possibilità di accedere alla parte della scogliera fino ad avere un vero e proprio accesso al mare e potenziare il già esistente campo da basket. Ho valorizzato quanto già esisteva, aggiungendo una pista ciclopedonale che si insinua tra gli scogli e genera un percorso che si va ad unire alla già esistente pista ciclabile, regalando uno scorcio che va diretto all’Etna».

CATANIA E IL MARE. Tema sul fondo di questo progetto è il frastagliato rapporto tra Catania e il mare, elemento fondamentale della storia della città. La sensazione che si avverte è spesso quella di un distacco e di un amore vissuto solo a metà: «Non penso che Catania non sia legata al mare, anzi, probabilmente al contrario c’è tanto bisogno di avere un maggiore accesso e vivibilità di quegli spazi. Diciamo che per vari problemi, tra cui il dislivello della scogliera, Catania non ha un lungomare così accessibile e di qui la voglia di creare una “passeggiata” che potesse restituire un po’ il rapporto tra i cittadini e il mare». Insieme al rapporto col mare, Roberta Sinesio ha analizzato e valorizzato anche quello con la montagna: «Tutti i materiali che ho utilizzato sono facilmente reperibili nel nostro territorio, tra cui la pietra lavica con cui è concepito l’arredo urbano. Ho coniugato vulcano e mare e nulla va a stravolgere la morfologia del territorio, ma tutto va a plasmarsi e ad appoggiarsi su di esso».

IL FUTURO. Vivere gli spazi cittadini con rispetto e in piena armonia può nettamente migliorare la qualità delle nostre vite, e questo Roberta Sinesio lo sa bene: «Vorrei continuare a lavorare in questo ambito in quanto credo che un buono spazio pubblico dia la possibilità di vivere meglio e di conseguenza riduce la spinta verso l’atto vandalico. Ringrazio l’Ance per l’opportunità che ha dato a me e agli altri giovani architetti. Questo tipo di concorsi sono per noi un banco di prova sia per confrontarci col mondo reale della progettazione, sia per sentirsi utili allo sviluppo della città. Penso che la rigenerazione urbana parta dalla cooperazione tra chi vive gli spazi e chi li progetta e gestisce. Bisogna un po’ sensibilizzare al tema; il buon utilizzo dello spazio pubblico, non solo a Catania, è ancora molto trascurato».

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