Guardare in alto e dall’alto, da punti di vista sempre differenti: questo è ciò che accomuna l’astronauta e aviatrice Samantha Cristoforetti e l’astrofisico e divulgatore scientifico Luca Perri. I due sono stati protagonisti di un incontro voluto da Laura Mancuso, moglie del deltaplanista Angelo D’Arrigo, tenutosi il 3 giugno nell’area movie del festival Etna Comics 2023 e moderato dal giornalista Luca Pagliari.

LE CASUALI FORTUNE DELLA VITA. «Io sono sempre stata abituata a guardare le cose dall’alto», racconta in questa occasione Samantha Cristoforetti. «Da piccola vivevo in un paesino di montagna, ora ho vissuto quasi 200 giorni nello spazio. Posso dire che osservare la mia vita a distanza mi ha fatto comprendere che ogni impedimento è stato una fortuna». Un esempio concreto? «Il servizio militare volontario femminile è stato introdotto nel 1999/2000; io mi sono diplomata nel 1996 e allora non ho avuto modo di arruolarmi, motivo per cui ho deciso di iscrivermi a ingegneria. Oggi so che questo è stato un bene, perché dopo la mia laurea l’accesso al corpo militare è stato aperto alle donne e il limite d’età è passato da 19 a 24 anni: una casualità che mi ha permesso di percorrere entrambe le strade, quella ingegneristica e quella militare».

«Ho iniziato a comunicare tramite i social per essere breve e rapida: posto giusto dei piccoli spunti, al fine di stimolare la curiosità e indurre le persone ad approfondire»

Samantha Cristoforetti

COMUNICARE, IRONIZZARE, STIMOLARE. Se la posizione dell’astronauta è di grande coinvolgimento emotivo e di fiducia nel destino, lo sguardo che adotta Perri è invece intriso di ironia, cifra stilistica del suo metodo di divulgazione scientifica sui social: «Io uso l’ironia perché non riesco a rimanere serio per più di due minuti», sono infatti le sue parole. «Ironia e ricerca astrofisica si alternano continuamente, dato che per me lo spazio è un videogioco infinito da esplorare, e che voglio presentare così anche a chi mi circonda. So che magari scoprirò davvero poco durante la mia esistenza, ma a essere stimolante è proprio la consapevolezza che ci sia sempre qualcos’altro da esplorare». Fare divulgazione tramite i social è una modalità condivisa anche da Samantha Cristoforetti: «Io sono pagata per andare nello spazio e sento il dovere di raccontare quello che faccio grazie ai contributi ricevuti. Così, visto che i nostri tempi di attenzione si accorciano sempre di più, ho iniziato a comunicare tramite i social per essere breve e rapida, anche se non è facile semplificare le tematiche scientifiche senza banalizzarle. Ecco perché posto giusto dei piccoli spunti, al fine di stimolare la curiosità e indurre le persone ad approfondire, cosa che richiede poi tempo e impegno».

Samantha Cristoforetti | Ph. Dino Stornello

UNA RICERCA SOLO APPARENTEMENTE SENZA FINI. Uno sguardo veloce, infatti, non è sufficiente per capire la maniacale cura del dettaglio, la scrupolosa ricerca che si cela dietro ogni missione scientifica e spaziale: «La gente – afferma Samantha Cristoforetti – a primo impatto potrebbe pensare che non ci sia nulla di nuovo nell’atterrare nello spazio, dato che il primo allunaggio risale ormai al 1969. Quella, però, in verità fu una missione lunare prodotta più dalla competizione politica che dalla voglia di fare ricerca: il programma fu chiuso ancor prima che l’Apollo 11 arrivasse sulla Luna. Oggi, invece, l’obiettivo è di rendere permanente la presenza dell’uomo in bassa orbita grazie alle stazioni spaziali, per portare avanti la ricerca vera e propria e permettere l’espansione dell’umanità nello spazio». Sul fine della ricerca si pronuncia anche Luca Perri: «La sua bellezza sta nel fatto che apparentemente non serva a nulla. Voglio dire, la ricerca per definizione serve a generare nuova curiosità e nuova cultura, non solo a ottenere qualcosa di concreto nel quotidiano. Eppure, l’evoluzione nel corso della storia è derivata proprio dalla nostra curiosità, dalla volontà di compiere azioni che nessuno aveva mai compiuto prima, e lo stesso vale per lo spazio, in cui di fatto un’applicazione pratica c’è eccome, anche e soprattutto legata alla nostra vita di ogni giorno. Ed è bene che lo sappiano il 92% degli italiani che, quando viene chiesto loro quali fondi della ricerca taglierebbero, puntano il dito contro l’astrofisica».

VERSO UN LINGUAGGIO UNIVERSALE. A fare eco in conclusione alle sue considerazioni è ancora una volta Samantha Cristoforetti: «La scienza, per quanto non possa darci risposte univoche, ci ha però portato a dei risultati incredibili e ci ha permesso di acquisire numerose certezze nel corso tempo, diventate ormai insindacabili (come quella legata alla forma della Terra o al suo moto di rivoluzione attorno al sole). Invito quindi i ragazzi e le ragazze ad appassionarsi alla scienza e alla matematica con fiducia, perché è questo l’unico vero linguaggio universale, il coding che rende sistematica la nostra vita. D’altronde, se ci pensiamo, nessuno direbbe con leggerezza di non capire niente di italiano, motivo per cui non bisognerebbe mai dirlo o pensarlo nemmeno della matematica».

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