Una platea colma di spettatori, come non eravamo più abituati a vederne. Gli applausi, gli abbracci con lo sguardo e le risate che si diffondono nell’ambiente nonostante le mascherine.

La Sala Harpago – Il Gatto Blu di Catania è già pronta, ed in trepidante attesa, ad accogliere Salvo Ficarra e Valentino Picone, che proprio su quel palco si sono formati. L’occasione non è quella di uno spettacolo teatrale, ma della presentazione del libro È la coppia che fa il totale (Harper Collins, 2020) scritto da Ornella Sgroi, giornalista e critico cinematografico riuscita nell’impresa di racchiudere in quasi trecento pagine la genialità del duo comico più amato d’Italia.

Una presentazione sui generis – ma d’altronde Ficarra e Picone la banalità non sanno nemmeno dove stia di casa – iniziata proprio con la consegna da parte dei due palermitani di un regalo al padrone di casa, l’irriducibile catanese Gino Astorina: una sciarpa del Palermo. Ancora una volta, i due comici ritornano su uno stereotipo diffuso in Sicilia, quello dell’annosa rivalità tra i due capoluoghi, e lo smontano a colpi di risate.

L’incontro va avanti a suon di battute: quelle classiche che Ficarra rivolge a Picone, ma anche quelle bonarie nei confronti di Astorina, il loro papà artistico. Non c’è una scaletta né un copione da seguire. In alcuni momenti non si capisce chi fa le domande e chi risponde, al punto che Ficarra si lascia andare a un «leggete il libro che sicuramente è meno noioso di questo incontro!».

La copertina del libro

All’improvviso protagonisti dell’evento diventano dei bambini di scuola elementare che hanno voluto consegnare alla loro maestra dei bigliettini con delle domande per i due attori. Ventiquattro domande da ventiquattro bambini. «Quante!?» – chiede Salvo con gli occhi fuori dalle orbite – «ma questo è un interrogatorio, voglio il mio avvocato!».

E così sono costretti a riavvolgere il nastro dei ricordi e a ripensare al momento in cui si conobbero.
Un incontro avvenuto per caso in un villaggio turistico dove Ficarra lavorava come animatore e Picone era in vacanza. «Cos’è cambiato dopo anni?» si chiede Salvo. Che poi si risponde anche: «Niente, io continuo a lavorare e lui ad essere in vacanza». A tratti sembrano loro gli alunni indisciplinati e burloni, mentre l’autrice, presente in mezzo a loro, è la maestra che cerca di richiamarli all’ordine.

Non si parla solo di passato, ma anche di progetti futuri e imminenti come la loro prima serie TV “Incastrati”, che uscirà su Netflix il 1° Gennaio 2022 in più di 190 paesi.

La domanda che viene rivolta ad Ornella Sgroi, invece, suona più o meno così: perché questo libro? O per dirla con Astorina in siciliano «cu tu fici fari?».

E lei risponde con orgoglio: «Mi sono resa conto che il cinema di Ficarra e Picone aveva una storia da raccontare che andava oltre la trama delle singole pellicole. Loro hanno accettato di essere protagonisti del libro proprio perché io volevo parlare di loro attraverso i loro film». E aggiunge rivolgendosi a una bambina che chiede di descrivere il carattere dei due comici: «Salvo e Valentino sono esattamente così come li vedete». Non c’è trucco e non c’è inganno si direbbe. Sono veri e autentici. Leggeri e profondi allo stesso tempo. Riescono a trattare argomenti spinosi come la mafia, l’immigrazione o il celibato dei preti, facendo ridere ma anche riflettere. «Di questo me ne scuso e me ne dispiaccio, ma vi assicuro che non era nostra volontà farvi pensare», ribatte Ficarra. E Picone rincara la dose precisando che tutte le parti in cui si stigmatizza la mafia sono state partorite dalla mente del socio, da cui prende le distanze con fermezza.

Ecco, appunto. È impossibile rimanere seri con loro due che sono i primi a non prendersi mai sul serio. Sarà questo il loro segreto? Chi lo sa. Quello che è sicuro è che le loro trovate comiche nascono spesso dall’estemporaneità, provocano la risata, ma racchiudono sempre un pensiero che costringe tutti noi a guardarci allo specchio e a ridere con amarezza delle nostre contraddizioni e debolezze. La comicità al servizio dell’impegno civile: è tutta qui l’unicità di Ficarra e Picone. Ma loro non lo ammetteranno mai.

Il tempo vola ma stavolta è Ficarra che richiama all’ordine i presenti chiedendo a Picone «ma perché ‘sta gente è ancora qui e non se ne va a mangiare?». Forse è arrivata l’ora di tornare a casa, ma non senza prima aver fatto una foto e ricevuto una dedica sul libro.

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L’INTERVISTA ALL’AUTRICE

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