A Londra, il gesto esemplare di un uomo grida forte al mondo:
“All lives matter”

Dopo le strazianti immagini della morte di George Floyd, dall’Inghilterra arriva uno scatto ugualmente potente, ma di segno opposto. Un atto di compassione e umanità nonostante le differenze e la strenua lotta per la giustizia

Mentre le proteste per la morte di George Floyd, l’afroamericano di 46 anni morto il 25 maggio scorso nel quartiere a sud del centro di Minneapolis, negli Stati Uniti, continuano a infiammare le città americane e di tutto il mondo,  per fortuna dalle strade di Londra arrivano anche un altro tipo di immagini. Sono quelle che ritraggono Patrick Hutchinson, personal trainer di origini africane, cresciuto in Inghilterra e che ha lavorato in Italia, portare in spalla un uomo ferito durante l’ennesima manifestazione antirazzismo: un bianco, forse un militante dell’estrema destra, secondo quanto riporta la stampa britannica.

L’immagine ha subito fatto il giro del web gettando una luce diversa sull’umanità che purtroppo sembra essere sparita nell’ultimo periodo, ma che ancora c’è durante le  proteste dilagate dalla morte di George Floyd. I manifestanti, come ha raccontato lo stesso Hutchinson alla CNN, a Londra sono scesi in strada per chiedere la riforma della polizia dopo che non solo George Floyd, ma molti altri neri hanno perso la vita per mano delle forze dell’ordine. Gli estremisti di destra nella capitale inglese sono scesi in piazza anche per “difendere i monumenti storici” alcuni dei quali, nell’ultima settimana, sono stati presi di mira e vandalizzati dai manifestanti antirazzisti per via del loro legame con la storia coloniale del Paese.

«Non vogliamo alimentare un clima di odio – ha affermato Patrick – ma al contrario, vogliamo affermare che siamo tutti una razza. Voglio vedere l’uguaglianza per tutti. Sono un padre, un nonno e mi piacerebbe vedere che i miei figli piccoli, i miei nipoti abbiano un mondo migliore di quello in cui ho vissuto. Il mondo in cui vivo è stato migliore dei miei nonni e dei miei genitori e speriamo di poter continuare fino a quando non avremo l’uguaglianza totale per tutti».  Hutchinson ha visto l’uomo rannicchiato a terra su alcuni gradini, circondato da manifestanti, e non ha neppure tentato di ragionare per capire se si trattasse di un contromanifestante o di un uomo con pregiudizi razziali, ha solo cercato di trarlo subito in salvo, riuscendoci.

Lo foto sembra dire a chiare lettere: “Si può restare umani, anche in mezzo alla violenza”. Immortala l’istante esatto della consegna alla polizia da parte di Hutchinson, dell’uomo bianco ferito alla testa, per prestare i primi soccorsi. L’immagine è un’icona di bellezza, non solo per quello che rappresenta, ma soprattutto per lo stupore stampato nelle facce di chi sa di assistere ad un grande evento. Gli stessi poliziotti stentano a capire quello che sta accadendo. Certamente qualcosa che forse non hanno mai visto. La ragazza in alto ha lo sguardo fissato sulla ferita alla testa dell’uomo bianco, quasi per sincerarsi che non sia grave.

Le manifestazioni di sabato si sono concluse con un centinaio di arresti scattati a seguito delle violenze degli estremisti di destra ai danni dei manifestanti “Black Lives Matter”.  Dopo aver formato un cordone protettivo accanto all’uomo ferito, la polizia lo ha consegnato ai medici di un’autoambulanza che si trovava nei pressi.

L’autore dello scatto che ha fatto il giro del mondo ed è destinato a rimanere nella storia del reportage mondiale, è Dylan Martinez, 50 anni, lavora per l’agenzia Reuters, è nato a Barcellona ed è il fotografo che nel 2001 si è trovato coinvolto nella morte di Carlo Giuliani, 23 anni, ucciso negli scontri scoppiati a Genova durante le manifestazioni contro il G8.

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Fotografo, laureato in Filosofia, giornalista pubblicista. Collabora con il quotidiano "La Sicilia".

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