Andare a teatro come su Netflix: è questo il futuro che ci aspetta?
Il portatile è un po’ scarico, forse conviene prendere il caricabatterie. Non vorrei che si spegnesse sul più bello. Non devo dimenticare di recuperare l’e-mail con la password e di spegnere il cellulare, una buona abitudine che va conservata anche a casa. Mi metto comoda sulla poltrona, accedo con il link e attendo con ansia che inizi lo spettacolo. Non sappiamo se questa diventerà la prassi, sta di fatto che al momento i portali on-line sono una delle poche possibilità per andare a teatro. Era aprile quando il ministro Franceschini paventò per la prima volta la possibilità di realizzare una Netflix della cultura italiana, una piattaforma digitale a pagamento sulla quale diffondere contenuti artistici. Una proposta che fece, giustamente, gridare allo scandalo dato che si andavano a stravolgere gli assiomi portanti di questa antica arte. Nel frattempo quasi in un controsenso la stragrande maggioranza dei teatri e degli artisti intratteneva il pubblico con dirette e spettacoli online del tutto gratuiti. A distanza di mesi e con lo spauracchio di un nuovo lockdown alle porte, l’entusiasmo iniziale per le offerte gratuite si è affievolito, lasciando spazio alle incertezze sul futuro. Molti teatri hanno deciso quindi di rilanciare la loro programmazione puntando su un biglietto simbolico anche con la speranza di restituire dignità a questa professione. Se nel Decreto Rilancio c’è un capitolo di spesa di 10 milioni di euro da destinare a una piattaforma di distribuzione digitale, molti enti si sono già attrezzati in autonomia.
Il concerto dell’orchestra del teatro San Carlo di Napoli diretta da Juraj Valčuha ha registrato 70.000 connessioni dall’Italia e dall’Estero
TUTTO IL MONDO È PAESE. Il teatro in streaming consente da una parte di ampliare la propria platea, come è avvenuto qualche giorno fa al San Carlo di Napoli per il concerto di Juraj Valčuha, che ha diretto due Sinfonie di Beethoven facendo registrare 70.000 connessioni dall’Italia e dall’estero. Dall’altro il rischio è quello di un cospicuo investimento, fra attrezzature e capitale umano, che potrebbe non essere suffragato da una risposta altrettanto forte in termini di video-spettatori. Non è un caso che i principali enti lirici che trasmettono a pagamento abbiano optato per recital in forma di concerto con personaggi di primo piano dello star system. Una formula largamente condivisa dal Metropolitan Opera House di New York che per 20 dollari permette di assistere alle performance, accompagnate al pianoforte, di Anna Netrebko, Javier Camarena, Jessica Pratt, Piotr Beczala in diretta da alcuni dei luoghi più suggestivi al mondo. Il 21 novembre ad esempio toccherà al soprano Sonya Yoncheva che in collegamento dalla biblioteca del monastero Kloster Schussenried di Berlino canterà le arie più note di Verdi, Puccini, Bellini, Handel, Purcell e Dvork. Un repertorio noto e popolare che garantisce un certo seguito di pubblico. Per poter assistere all’allestimento completo di un’opera bisognerà aspettare l’inaugurazione 2021 del MET affidata al noto compositore di colonne sonore Terence Blanchard. Nel frattempo non è chiaro cosa faranno scenografi, registi, costumisti, dal momento che molti contratti sono stati rescissi.
A causa dell’imperversare della pandemia il Teatro alla Scala ha deciso di annullare l’inaugurazione del 7 dicembre. Al posto della Lucia di Lammermoor si terrà un Galà concertistico che verrà trasmesso su Rai1
O MIA BELA MADUNINA. Se in molti pur di non fermarsi stanno tentando la carta di un mezzo nuovo e inesplorato, la maggior parte dei teatri però naviga a vista annunciando trimestralmente la programmazione. È quanto accade al Teatro alla Scala, che a causa dell’imperversare della pandemia, e con molti artisti del coro infetti, ha deciso di annullare l’inaugurazione del 7 dicembre. Al posto della Lucia di Lammermoor si terrà un Galà concertistico che verrà trasmesso in diretta su Rai1. Non sono ancora stati resi noti i nomi dei protagonisti, per il momento l’unica certezza è la presenza sul podio di Riccardo Chailly. Una bella scommessa è quella del Donizetti Opera di Bergamo che in occasione della riapertura del teatro settecentesco dedicato al compositore lombardo ha deciso di portare in rete il consueto Festival. «L’intento che ci siamo prefissi – spiega il direttore artistico Francesco Micheli – è quello di far respirare al pubblico da casa questa folle e multiforme esperienza chiamata opera lirica. Come in una fabbrica, il Teatro è un luogo che produce oggetti di valore che per quanto impalpabili hanno grandi costi. In questi mesi sono state fatte molte raccolte per aiutare la sanità, supportate anche l’ospedale dell’anima abbonandovi alla nostra web tv». Con 59 euro è possibile assistere, dal 20 al 22 novembre, alle opere Belisario, Marino Faliero e Le Nozze in Villa oltre che ad approfondimenti, contenuti speciali, accedendo anche al dietro le quinte.
Se il 20% delle entrate della Royal Opera House di Londra proviene dal Governo, il restante 80% lo si deve, anche in tempi ordinari, ad attività di fundraising, biglietteria e marketing, queste ultime sono recentemente venute a mancare
SOLIDARIETÀ. Molte realtà in questi mesi turbolenti hanno chiesto e ottenuto il supporto economico del pubblico, che ha prontamente risposto. Se il 20% delle entrate della Royal Opera House di Londra proviene dal Governo mentre il restante 80% lo si deve, anche in tempi ordinari, ad attività di fundraising, biglietteria e marketing, queste ultime sono recentemente venute a mancare. Ecco perché anche l’importante istituzione britannica ha puntato all’offerta in streaming. Il prossimo appuntamento in calendario è con il Royal Ballett che eseguirà Within the golden hour del coreografo Cristopher Wheeldon sulle musiche di Ezio Bosso. A poco meno di dieci euro sarà possibile vedere la famosa performance eseguita per la prima volta al ROH nel 2016. Intanto la pagina social del prestigioso ente invita gli utenti a una donazione. Parola d’ordine solidarietà anche per la piattaforma ceca Dramox. L’obiettivo dei suoi tre giovani fondatori è quello di sostenere attraverso abbonamenti mensili di 229 corone – poco meno di nove euro – l’attività di registi, attori e autori di oltre trenta teatri cechi. Unico limite almeno per il momento è la lingua, anche se garantiscono che a breve saranno disponibili sottotitoli in inglese.
Da Catania a Palermo, anche il teatro di prosa siciliano sembra essersi sintonizzato su questo canale, trasmettendo online spettacoli già programmati in sala
INSULARITÀ. Anche il teatro di prosa siciliano sembra essersi sintonizzato su questo canale. Dopo un iniziale esperimento con La mia esistenza d’acquario, un progetto dello Stabile di Catania pensato esclusivamente per il web, settimana scorsa è toccato all’inedito Tina&Alfonsina di Claudio Fava. Lo spettacolo avrebbe dovuto debuttare a novembre alla sala Verga ma dopo il Dpcm con il quale sono state vietate tutte le attività dal vivo, si è deciso di spostarlo online offrendolo esclusivamente agli abbonati. Anche il Libero di Palermo ha portato in scena Giacomina, il suo primo spettacolo pensato per il digitale al costo popolare di 2 euro. «Siamo sempre stati contrari all’idea dello streaming – ci racconta il direttore artistico, Luca Mazzone – perché si tratta di un linguaggio diverso da quello teatrale, l’abbiamo fatto solo per portare a termini contratti e progetti nati dal bando Teatro necessario, che si è svolto questa estate». In un’unica replica si sono registrati oltre 100 spettatori, non si può parlare di sold out ma certamente sono numeri importanti che hanno permesso all’ente di rientrare delle spese affrontate per gli operatori video e il portale web tv al quale si appoggiano. «Se consideriamo – aggiunge – che in streaming solitamente tutto è gratuito, il fatto che il nostro pubblico abbia scelto di pagare anche una piccola cifra rappresenta un grande traguardo». La strada è in salita, ci sono ancora molte disparità fra enti e i rischi sono tanti, ma chissà che questa fase di transizione non possa rilanciare, se sfruttata a dovere, un settore al quale sono mancati per anni stimoli creativi.