Da semplice sala di invecchiamento dove l’azienda Privitera fa stagionare il vino a spazio fruibile ai visitatori che vogliono avvicinarsi al mondo vinicolo e a quello dell’arte, che si contaminano nelle opere del pittore catanese Giuseppe Livio, in esposizione e in vendita nelle cantine di via Nino Martoglio, a Gravina di Catania, fino al 16 dicembre.

Dieci opere su una pregiatissima carta cotone che raccontano le isole Eolie, i miti, i misteri e il fascino naturale che le rendono protagoniste della mostra Pigrecoerrequadro. Dieci dipinti in cui emergono il tema della famiglia e le sensazioni che si provano vivendo in quel paradiso di Sicilia. «Perché solo chi abita quei luoghi può capire, avendo una visione diversa da chi va in vacanza nel mese di agosto senza poter cogliere gli aspetti magaci», spiega l’artista pochi minuti prima dell’inaugurazione.

L’esposizione è nata proprio sull’isola di Vulcano, dove da più di vent’anni Giuseppe Livio trascorre i mesi estivi e dove ha messo su il terzo studio. «Quello principale è all’interno di un edificio Liberty a Guardia Mangano, Acireale, mentre il secondo si trova accanto alle cantine che oggi ospitano le mie opere» – racconta Livio, che ci tiene a sottolineare la provenienza dei quadri affissi sulle grandi botti di vino. «Chi conosce il mio modo di dipingere si accorge che c’è un cambiamento ogni volta che vado alle Eolie. Rispetto al bianco e nero che ha contraddistinto le opere degli ultimi anni ricominciano nuovamente a dominare la scena i colori e le ambientazioni suggestive, segno inequivocabile che è un posto dove sto bene».

 

L’artista Giuseppe Livio e il curatore della mostra Antonio Vitale

 

In ogni opera c’è la voglia di rappresentare tutto quello che percepisce in quegli spazi, tra cielo e mare. «In particolare – sottolinea – c’è un pezzo dove ritraggo una famiglia di caprette che spesso incontro in strada, perché c’è un pastore che le lascia pascolare libere. È una sorta di sacra famiglia con alle spalle Filicudi e Alicudi, due delle isole che vedo dalla mia finestra».

Protagonista di alcuni quadri è l’autore stesso, che si diverte a camuffarsi tra forme e colori diverse. Tutto rigorosamente racchiuso in un tondo, figura ripresa da una serie sui tondi realizzata parecchi anni fa. «È come guardare un panorama o una persona da un oblò e mi ricorda alcune foto scattate dall’aliscafo in mezzo al mare».
Le forme geometriche richiamano in un certo senso anche il titolo della mostra, Pigrecoerrequadro, formula matematica che indica l’area del cerchio e fa pensare alla circonferenza delle botti di vino, come ricorda il gallerista e curatore Antonio Vitale, che punta i riflettori anche sulle istallazioni site specific, realizzate in due anni: sei riquadri in cui Giuseppe Livio ha dipinto libere interpretazioni di incisioni del Settecento e dell’Ottocento, prese da un volume dedicato al culto della vite e del vino. «Sono per lo più figure allegoriche che rappresentano Bacco, le baccanti, l’ubriaco – commenta Vitale – che tradotte sul soffitto della cantina acquistano un sapore diverso, perché il bianco e nero tipico dell’incisione che determina distacco e lontananza qui è riproposto all’insegna di una sicilianità fatta di colori che rendono le scene quasi reali».

Questa mostra, dunque, segnerebbe una convergenza di orizzonti tra le cantine Privitera e l’artista Giuseppe Livio. «È letteralmente la storia di una famiglia allargata, visto che Giuseppe è sposato con Sandra Privitera, che trova in questo traguardo un approdo importante. Presto verranno allestite nuove mostre e zone video e organizzati workshop che possano avvicinare e creare commistioni favorevoli, in cui le contaminazione determinano un approfondimento e avvicinamento del fruitore più diverso che, o per il vino o per l’arte, si trova all’interno di questi luoghi».

 

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