Mario Faro: «A Giarre il paesaggio mediterraneo
è in mostra al Radicepura Garden Festival»

L’evento è visitabile fino al 21 ottobre e coinvolge 14 garden designer di fama internazionale

Arbutus, Ginestra, Euforbia, Ferula communis. Sono più di 400 le piante tipicamente etnee protagoniste di Radicepura Garden Festival, l’evento nato da Piante Faro e Fondazione Radicepura con l’obiettivo di valorizzare la natura come motore di sviluppo del mondo intero attraverso iniziative, eventi e linguaggi culturali: dalla musica alle installazioni artistiche, dalla botanica ai percorsi enogastronomici. Fil rouge della prima edizione della manifestazione – visitabile fino al 21 ottobre nel parco botanico di Radicepura – è l’Esperienza Mediterranea, ideata e raccontata da tanti ospiti, tra cui molti stranieri, attraverso le piante, soprattutto quelle made in Sicily, che fanno da coreografia a tutto l’evento. «Dei 14 progetti di paesaggismo di giardini presenti al festival – racconta Mario Faro, alla guida dell’azienda insieme al fratello Michele e al padre Venerando – ben 12 sono ideati da stranieri, mentre due sono stati affidati al giovane “giardiniere errante” di origini pugliesi Donatello Chirico, che si è occupato dell’istallazione La Macchia, e al toscano Stefano Passerotti, che ha creato Evaporazione mediterranea per riflettere sull’attuale situazione del Mare Nostrum e sulla dispersione d’acqua».

Tra progettisti, paesaggisti e agronomi spiccano anche tante donne, che hanno risposto con entusiasmo all’invito. C’è la fotografa di giardini Marianne Majerus, la designer Maia Agor che ha progettato il giardino della mantiglia legando la tradizione siciliana a quella spagnola, Kamelia Bin Zaal, nata a Dubai, che ha creato il giardino Amity ispirato ai tradizionali cortili arabi e che invita all’amicizia e alla solidarietà.

«Una componente artistica importante del festival – aggiunge Faro – è rappresentata dal contributo dei siciliani. Abbiamo lo scultore e pittore Emilio Isgrò, di Barcellona Pozzo di Gotto, che sta realizzando un’opera work in progress dal titolo Il sogno di Empedocle, e l’esponente della Land Art Alfio Bonanno, originario di Milo ma da vent’anni in Danimarca, protagonista della mostra che verrà inaugurata il 22 maggio, e creatore delle installazioni Là dove riposano le lucertole, realizzate con piante d’ulivo e piante di vite, tronchi e pietre».

Radicepura Garden Festival, insomma, è un grande contenitore culturale che utilizza e valorizza il linguaggio della natura e delle piante per mandare un messaggio universale, tanto da essere apprezzato anche da inglesi, francesi e tedeschi che per l’organizzatore potrebbero essere maggiormente motivati a visitare la nostra isola. «Quest’anno il tema è legato all’esperienza mediterranea e alle problematiche della cultura del Mediterraneo, per questo i progettisti hanno tradotto con il linguaggio delle piante diversi aspetti legati alla mediterraneità, come evaporazione, carenza e risparmio idrico, desertificazione, rischio di terremoti, ma anche valori positivi e di speranza come l’amicizia, visto che il nostro mare da sempre rappresenta un’agorà per culture differenti e grandi relazioni».

Oltre ai grandi temi, però, c’è spazio anche per i più piccoli. «Uno dei nostri obiettivi è avvicinare i giovani alla natura attraverso workshop, visite guidate per le scuole, attività di tutti i tipi come la camminata all’interno dell’istallazione che rappresenta la nostra nazione attraverso le piante tipiche di ogni regione. Spieghiamo ai bambini uno dei polmoni più importanti del Paese insistendo sull’indispensabilità della biodiversità che cerchiamo di esportare, con particolare attenzione alla Sicilia, in tutto il mondo».

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Sono cresciuta in una famiglia di giornalisti e ho avuto quindi la possibilità, fin da piccola, di stare a contatto con giornali e studi televisivi, mentre pian piano maturavo l'idea di percorrere le orme dei miei genitori e intraprendere quella strada, di certo oggi più tortuosa, ma sempre affascinante. Così, quando è arrivato il momento di scegliere l'Università da frequentare, non ho avuto dubbi: sarei stata una studentessa del corso di Laurea in Scienze della Comunicazione nella mia città, che amo immensamente, a cui è seguito il biennio di specialistica in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo. Inutile dire che non mi sono mai pentita della mia scelta, apprezzando giorno dopo giorno, anno dopo anno, la comunicazione, il giornalismo e l'organizzazione di eventi legati a questi ambiti, approfonditi anche tramite esperienze lavorative in Fondazioni d'arte, librerie, Festival culturali. Insomma, non so proprio stare con le mani in mano! Sono curiosa di ciò che mi circonda e mi nutro delle storie delle persone con cui entro in contatto, probabilmente deformazione professionale.

1 Comment

  • caterina larizza
    7 anni ago

    Da visitare,consigliatissimo.una mia prima visita non è stata sufficiente per goderne tutta la bellezza e specificità.Giardini da visitare con curiosità,una buona machina fotografica,in compagnia della lentezza e del piacere della scoperta-Buona visione.

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