Come a scuola, la fine dell’anno reca la speranza per il futuro

Un capitolo delle nostre vite si è appena chiuso e un altro si apre di fronte a noi. Non dimentichiamoci, seguendo il suggerimento di Leopardi, quale sia il giusto spirito per affrontare il futuro

Passeggere: Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
Venditore: Speriamo.  

Giacomo Leopardi. Operette Morali

La conclusione dell’anno solare – se non fosse per le vacanze – non è proprio come la fine dell’anno scolastico che si accoglie con maggiore gioia, ma nondimeno è un tempo di festa anche in un periodo così difficile. L’anno finisce e, a differenza di quello scolastico, ne arriva subito un altro; non abbiamo quasi il tempo di chiudere qualcosa che subito se ne apre un’altra, sappiamo cosa abbiamo vissuto, non conosciamo ciò che vivremo, sogniamo per l’immediato futuro. È come leggere un libro che ci appassiona e di cui divoriamo le pagine, o come un film bellissimo che ci stupisce scena per scena, magari come un videogioco nel passaggio da un livello a quello successivo sempre più avvincente. La vita è così ma allo stesso tempo non lo è, perché se da un lato siamo coinvolti in modo particolare vivendo al massimo ogni momento, dall’altro la vita non è una finzione letteraria, scenica, tecnologica; se giriamo la pagina di un libro mille volte questa sarà sempre la stessa, così vale per le sequenze di un film e per i livelli del videogioco. In tutti casi, però, si cade in piedi – speriamo – perché conta come affrontiamo la quotidianità e viviamo il presente, allo stesso modo in cui ci lasciamo coinvolgere nella lettura, nella visione, nel giocare. Sereno e felice inizio!

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