Un viaggio nella musica popolare che parte dalle coste dell’Asia Minore e arriva fino in Grecia, portando con sé ritmi, melodie e temi di vita quotidiana capaci di catturare immediatamente il pubblico e sorpassare le barriere culturali e linguistiche. È sulla scia di queste intriganti premesse che domani (venerdì 19 gennaio 2024), alle ore 21:00 presso il Teatro Sangiorgi di Catania, l’ensemble ellenico Aman Rebetiko, alla sua prima esibizione in Italia, allieterà il pubblico etneo durante il quinto appuntamento del cartellone della 48ma Stagione concertistica dell’Associazione Musicale Etnea. 

Sulle note di antichi strumenti, la formazione composta da Chrysa Papadopoulou (voce, percussioni), Marina Liontou Mohamed (oud, voce), Daniel Barmas (chitarra, voce) e Alkis Zopoglou (kanun, voce) proporrà un repertorio le cui origini risalgono alla musica che, agli inizi del secolo scorso, risuonava all’interno dei Cafè Aman in città come Istanbul e Smirne (l’attuale Izmir).  «Si trattava – spiegano i musicisti – di luoghi di aggregazione in cui i lavoratori, al termine di una lunga giornata, si ritrovavano per trascorrere qualche ora spensierata in compagnia». Un’atmosfera di divertimento, con il pubblico che spesso ballava durante le performance, che il gruppo rievocherà durante l’esibizione catanese. «Suoneremo un repertorio che attinge sia alle canzoni suonate nei Cafè Aman, sia da quella sviluppatasi in seguito, specialmente in città come Atene e Salonicco, e a cui hanno contribuito autori molto noti come Grigoris Asikis e Panagiotis Toundas, di cui proporremo alcune canzoni». 

Negli anni ’20, in seguito alle migrazioni causate dalla guerra tra la Grecia e la Turchia, anche diversi musicisti furono costretti a lasciare le città dell’Anatolia per trovare rifugio nella penisola ellenica, portando con sé una tradizione musicale che darà vita al Rebetiko, oggi riconosciuto anche dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità. 

A dispetto di un contesto disimpegnato e di melodie ballabili, i testi delle canzoni affrontano con una certa vena malinconica temi legati al denaro, all’amore e al contesto di vita urbano. In scaletta ci saranno dunque brani come “Sala sala”. una love song popolare sia in Turchia che in Grecia che parla di una ragazza il cui segno distintivo è una sciarpa che le permetterà di essere riconosciuta dall’amato. O “Ti se melei esenane”, che dà voce al perdurante pregiudizio, diffuso negli anni dopo il conflitto, nei confronti di chi proviene da una terra ormai considerata straniera. 

Una proposta di grande interesse e che, d’altra parte, si allinea con le attività dell’Associazione Musicale Etnea – la quale, oltre alla Stagione concertistica, organizza anche l’Etna Folk Club – volte a favorire la diffusione di tradizioni musicali da tutto il mondo con un particolare occhio al pubblico più giovane e alle periferie. In anticipazione del concerto, oggi (giovedì 18) l’ensemble sarà infatti protagonista di una performance presso l’Istituto Angelo Musco a Librino. 

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