Grazie alla circolare che impone maggiore raccordo tra pubblico e privato, le imprese che organizzano le rassegne musicali nei teatri antichi di Sicilia attirano i turisti, anche dall’estero. Per le due date del chitarrista statunitense Eddie Vedder 1261 biglietti in Italia e 1309 all’estero per il 26 giugno, 1112 e 1048 per il 27. 800 venduti solo negli Stati Uniti

Per la prima volta la Regione Siciliana sostiene non solo concertistica, prosa e lirica, ma anche la musica leggera nazionale e internazionale portata nei teatri di pietra siciliani dai privati. È questa la notizia che su tutte spicca durante la presentazione della nuova stagione di Anfiteatro Sicilia, che prevede dal 2 luglio al 20 agosto undici produzioni e trenta repliche in cinque teatri di pietra dell’Isola.

Saranno i teatri antichi di Morgantina, Catania, Tindari e Taormina, insieme alla Villa del Casale di Piazza Armerina, a ospitare quest’anno la rassegna che mette insieme alcune delle eccellenze nostrane, dal teatro Bellini allo Stabile, dall’Inda di Siracusa ad alcune co-produzioni di Taormina Arte.

Grazie alla circolare che impone maggiore raccordo tra pubblico e privato – firmata la scorsa settimana dall’assessore regionale al Turismo, sport e spettacolo Anthony Barbagallo – viene data la possibilità alle imprese che organizzano spettacoli di musica leggera con una certa continuità – almeno quattro in una stagione – di avere un sostegno per i servizi delle iniziative che si svolgono nei teatri di pietra.

Carmelo Costa (Musica da Bere), l’assessore regionale Anthony Barbagallo e Nuccio La Ferlita

«Credo che il modo migliore per inaugurare la nuova stagione, anche dal punto di vista della sicurezza, sia l’accordo sulla qualità dei servizi, che con iniziative di questo tipo vengono elevati» – commenta Barbagallo, che ricorda alcuni appuntamenti in programma. «Ospiteremo tanti spettacoli e alcune eccellenze come Moni Ovadia e Mario Incudine, Emma Dante e Monica Guerritore, Tuccio Musumeci e Michele Placido, impegnato con uno spettacolo di prosa».

Occhi puntati in particolar modo su Taormina, dove sono attivi due dei più noti promoter siciliani. «I 5 mila euro compresa iva che la Regione ci offre per ogni evento sono una piccola parte delle spese che affrontiamo di volta in volta – spiega Carmelo Costa di Musica da bere – ma rappresentano un importante segnale di attenzione verso un campo dove lavorano persone che col proprio rischio contribuiscono notevolmente all’incremento turistico».

La musica nei teatri antichi secondo Costa contribuisce in maniera significativa alla destagionalizzazione e funge da volano per il cosiddetto turismo da eventi, di cui ormai si parla in tutta Italia. Basti pensare che tutti gli alberghi nel raggio di cinquanta chilometri da Taormina sono pieni da un pezzo. Per la tappa taorminese dei Placebo, mercoledì 21 giugno, sono stati acquistati in Italia, al di fuori della Sicilia, 718 biglietti, 83 all’estero. Numeri ancora più elevati per le due date del chitarrista statunitense Eddie Vedder. 1261 biglietti in Italia e 1309 all’estero per il 26 giugno, 1112 e 1048 per il 27. 800 venduti solo negli Stati Uniti.

Anche la rassegna Tao Musica ideata da Nuccio La Ferlita di Punto e a capo ha già dimostrato la sua forza, con i concerti de Il Volo e Carmen Consoli. «Da quest’anno abbiamo racchiuso gli eventi di Taormina all’interno di una rassegna unica – racconta La Ferlita. Porteremo sul palco undici concerti che spaziano dalla musica popolare contemporanea di Nek, Fiorella Mannoia, Mario Biondi, Francesco Renga a quella internazionale di Alvaro Soler, per citarne alcuni».

Appuntamenti che hanno già venduto 20 mila biglietti in prevendita, con una previsione di 30 mila ospiti. «Significa 1 milione e mezzo di incasso – spiega ancora il promoter – e se come dice il Sole 24 Ore ogni euro speso ha una ricaduta cinque o addirittura sette volte superiore grazie a questa rassegna ci sarà un aumento del Pil di dieci milioni di euro per la Sicilia».

Spesso, sostiene La Ferlita, non ci si rende conto che fare impresa culturale e organizzare musica ha una ricaduta economica, lavorativa e occupazionale. È un lavoro che richiede molta passione e parecchio impegno, a cui molti giovani ambiscono. «Non ti aspetta nessuno, bisogna specializzare il proprio interesse e farlo diventare, anche piano piano, un lavoro a tutti gli effetti. Io, per esempio, ero destinato a fare il dentista, ma la mia passione per la musica ha prevalso e mi sono dedicato all’organizzazione di concerti. Ci sono voluti anni per farlo e ancora ho tanto da imparare».

 

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