Quella rappresentata allo Zō Centro Culture Contemporanee non è solo danza, ma una performance che nasce da un lavoro di perfetta simbiosi tra i movimenti delle danzatrici Sabrina Vicari e Federica Aloisio

Corpi che danzano, luci che abbagliano, musiche che assordano.
Eoika, traslitterazione dal greco ἔοικα, «essere simile» è il titolo della performance messa in scena dalle danzatrici Sabrina Vicari e Federica Aloisio. L’opera, rappresentata allo Zō Centro Culture Contemporanee in occasione del festival di danza contemporanea “Performare”, si apre con un quadro in cui la somiglianza è portata all’estremo, e le due ballerine sono unificate in un corpo solo.

Primo quadro. Avvolte da un’ingombrante stoffa di colore rosso, la Vicari (gambe) e la Aloisio (busto) sono parte di un unico grande corpo che si muove a terra in maniera disarmonica, con movimenti scattanti e scomposti, quasi fossero possedute. All’improvviso il corpo si sgretola e rivela che in scena sono presenti due personaggi, o meglio, due metà: due mezzi volti dipinti con occhi decentrati che ricordano i visi cubisti di Picasso.

Secondo quadro. Luci elettroniche, nevrotiche, abbaglianti, consentono alle due danzatrici di cambiarsi in scena mostrando solo le proprie sagome. Si apre così un secondo quadro in cui a ballare sono le schiene della Aloisio e della Vicari, che con molta resistenza danzano a testa in giù mostrando soltanto il retro con dipinto un volto e facendo del proprio posteriore la testa di due corpicini. Una piccola figura dalla faccia allegra cerca di coinvolgere in una simpatica danza un altro esserino dal volto depresso e nervoso. È questo il momento più esilarante dello spettacolo.

Terzo quadro. Stavolta la Vicari e la Aloisio conquistano la scena con i propri corpi interi, con delle semplici sottane nere. In simbiosi, le due cominciano a muoversi, a dipingersi reciprocamente, fin quando si amalgamano in un’unica figura e le luci si spengono.

Giochi di corpi, luci e musiche. “Eoika” non è solo danza, è una performance che nasce da un lavoro di perfetta simbiosi tra i movimenti delle due ballerine, le luci curate da Gabriele Gugliara e le musiche composte da Angelo Sicurella.

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