«L’attenzione dei media verso la mia storia ha fatto sì che altre aziende si interessassero e oggi nella mia facoltà si parla già di nuove assunzioni per altri mie colleghi, nello specifico in campo idraulico e strutturale»

Quanti sono i laureati disoccupati in Italia? Probabilmente troppi. Secondo i dati diffusi dall’Eurostat, infatti, a tre anni dal conseguimento del titolo solo il 52,9% di questi risulta impiegato. Un dato disastroso, accentuato dal divario con la media Europea (80,5%) e particolarmente aggravato al Sud. Secondo la graduatoria stilata dal Sole 24 Ore agli inizi del 2017, infatti, le università siciliane si collocano agli ultimi posti per qualità di ricerca, didattica e occupazione. Su 61 atenei presi in esame, quelli di Catania e Palermo si classificano rispettivamente nelle posizioni 56 e 55. La migliore è quella di Messina che sta al 36esimo posto nazionale. Non va meglio la Kore di Enna, che nella classifica dedicata alle università non statali merita l’ultimo posto, il quattordicesimo. Eppure, proprio da questo Ateneo, arriva la storia dell’assunzione più veloce d’Italia: quella del ventisettenne di Centuripe Salvatore Ruggieri, un ingegnere civile che ha firmato un contratto di alta formazione e ricerca con impiego a tempo indeterminato solo pochi minuti dopo la dissertazione della sua tesi. Ma come è arrivato questo risultato? È possibile pensare a un modello, che favorisca l’inserimento lavorativo dei neolaureati?

Secondo i dati Eurostat in Italia solo il 52,9% dei laureati risulta impegato a tre anni dalla laurea. La media europea è dell’80,5%

Il “record” di Enna si deve alla sinergia tra l’ufficio Placement della Kore, l’Uke-Pass e l’Anpal Servizi, l’agenzia per le politiche attive del lavoro nata con il Jobs act. Grazie a questo bando Salvatore e altri due suoi colleghi (Antonino Mangione, 26 anni di Enna, e Fabio Mocciaro, 29 anni di Petralia Sottana) hanno avuto l’opportunità di prendere parte a un apprendistato di alta formazione e ricerca, che coinvolgerà congiuntamente l’ateneo e alcune imprese edili e metalmeccaniche. «Sono stato sicuramente più fortunato di altri – spiega il neo-ingegnere – ma devo dire grazie soprattutto alla mia Università, che in collaborazione con altri enti, mi ha dato quest’opportunità. Grazie al bando, poi, anche l’azienda che mi ha assunto godrà di alcuni vantaggi, soprattutto in termini di sgravi fiscali e contributivi». L’attenzione mediatica che il caso di Salvatore ha suscitato ha avuto anche alcuni interessanti risvolti per i suoi colleghi, che oggi probabilmente beneficeranno di un’opportunità simile: «So che altre aziende si sono interessate a questa modalità e oggi nella mia facoltà si parla già di nuove assunzioni per altri mie colleghi, nello specifico in campo idraulico e strutturale». La speranza è quindi che da un “caso” divenuto il simbolo dell’efficienza dei rapporti tra università e imprese possa nascere una prassi che estenda questo tipo di opportunità a tutti gli studenti.

«Grazie al programma anche l’azienda che mi ha assunto godrà di alcuni vantaggi, soprattutto in termini di sgravi fiscali e contributivi».

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