Fabio Civitelli: «All’inizio temevo Tex, adesso ne disegno il n.700»
L’illustratore del celebre fumetto che da circa 70 anni appassiona gli italiani, ci ha raccontato gli esordi della sua carriera e i progetti futuri: «Quando ho iniziato avevo due possibilità: fare un brutto lavoro o copiare quello dei principali disegnatori della serie, Galep e Ticci. Ho guardato tutto, soprattutto le ambientazioni, il trenino, il saloon, la stazione e i cavalli, che sono difficilissimi. Col tempo ovviamente ho maturato uno stile tutto mio».
Fabio Civitelli, classe 1955, è uno degli illustratori principali di Tex, il fumetto italiano che da 70 anni appassiona gli italiani. I primi lavori sono tra i più variegati, dall’erotico alla fumettistica americana, per approdare nel 1979 alla Bonelli. «Adoravo Tex, lo leggevo fin da piccolo, ma avevo timore nel disegnarlo. Quando entrai in Bonelli mi proposi per Mister No. Incredibilmente mi assunsero subito, tanto da farmi pensare: “Cavolo! È davvero facile entrare in Bonelli”».
Dall’ottobre di quell’anno all’84 Civitelli lavora per la famosa casa editrice quando gli viene proposto il passaggio a Tex. Il confronto con il personaggio tanto amato lo spaventa ma c’è un ottimo motivo per accettare: «Mi ero appena spostato e Sergio Bonelli mi aveva promesso che mi avrebbe pagato di più. Il mutuo è un buon “valore” artistico – continua sorridendo». All’inizio fatica, perché i suoi modelli sono contemporanei e non ha mai disegnato le montagne polverose del Texas, ma da bravo illustratore continua fino a possederne i tratti. Fondamentale anche il confronto con gli altri “maestri” di Tex: «Quando ho iniziato avevo due possibilità: fare un brutto lavoro o copiare quello dei principali disegnatori della serie, Galep e Ticci. L’ultimo aveva il vantaggio di vivere vicino casa mia così potevo osservarne il lavoro. Ho guardato tutto, soprattutto le ambientazioni, il trenino, il saloon, la stazione e i cavalli, che sono difficilissimi. Col tempo ovviamente ho maturato uno stile tutto mio».
Fin dal primo numero che porta la sua firma, n.293 “I due Killers”, la sceneggiatura è affidata a Claudio Nizzi, storico scrittore del ranger della notte. Tra i due il sodalizio è vincente, racconta Civitelli: «Noi lavoriamo in un duo e in questi casi l’affiatamento è decisivo. Scherzando nella prefazione ad un mio libro, Nizzi ha scritto “Nozze d’argento con Civitelli”. Adesso il mio fidanzato è Mauro Boselli, sceneggiatore e curatore attuale di Tex».
Il lavoro degli artisti è essenziale, soprattutto quando si parla di un personaggio come Tex Willer che continua a 70 anni dalla nascita a mietere lettori. Il fenomeno si può spiegare anche con la grande intuizione dei suoi creatori, il ranger giustizieri infatti anticipa di quasi 10 anni quei preconcetti sugli indiani che erano tipici del cinema western tanto di moda ad Hollywood. Lo stesso disegnatore ricorda: «Tex è sposato con un’indiana e suo figlio è un mezzo sangue, è un ponte tra le culture, un simbolo dell’integrazione. Un precursore dei tempi e detiene valori attuali ancora oggi come il senso della giustizia, la difesa dei più deboli, il non giudicare gli altri solo per il colore della loro pelle». Civitelli però non è un semplice illustratore, ma un artista poliedrico che ha trasferito la sua celebre “maschera” su un supporto quale la tela: «Quello di dipingere Tex in acrilico è stato un esperimento favorito da un gallerista di Milano che ha avuto l’intuizione. Nel 2012 abbiamo esposto illustrazioni su carta, in seguito è nata la necessità di un supporto che fosse più vicino al mondo delle gallerie. Questo lavoro mi sta dando molte soddisfazioni, così come la mia terza passione la fotografia. Quest’ultima è un mezzo molto importante per me che sono un disegnatore “realista”: quando cerco di rappresentare qualcosa, ad esempio i cieli cupi che amo tanto, li immortalo o prendo ispirazione dai grandi maestri della storia».
L’artista guarda anche al futuro, soprattutto a quello del suo Tex di cui ha curato i disegni nel n.700. Questo è infatti un anno di grandi fesreggiamenti “Texiani”, i 70 sono un traguardo che solo pochi eroi hanno raggiunto. Dal già citato volume, all’albo per i 70 anni in uscita a settembre e illustrato da quel Ticci che gli fece da maestro, fino al color Tex interamente acquarellato. Di grande interesse per riscoprire il ranger è il Tex Magazine, dove verrà narrata una storia dedicata al giovane Tex, aspetto dell’Aquila della notte che negli ultimi anni sta riscuotendo grande successo. In conclusione ci svela una chicca che per gli appassionati sarà una vera “dinamite”: «Tra l’estate e l’inizio dell’autunno se va tutto bene inizieremo una storia su Mefisto e Yama, padre e figlio contro Tex e i suoi. Sarà una battaglia epica – promette».