L’iniziativa di alcuni comuni isolani ha fatto il giro del mondo. Proprio oggi il comune di Sambuca ha aperto le buste contenenti offerte provenienti da svariati Paesi, dalla Cina agli Stati Uniti. Ripercorriamo, attraverso alcune storie di chi vi ha investito, le origini e l’evoluzione di questo originale tentativo di ridare linfa vitale ai piccoli centri

Spopolamento e centri storici in stato di abbandono. Questo il problema di molti borghi italiani. Così l’iniziativa “Case a 1 euro” si è diffusa in tutta Italia, proponendosi di rianimare i centri storici tramite la cessione a un costo irrisorio di immobili in cambio della ristrutturazione.  In Sicilia il progetto è attivo a Salemi (Tp), Gangi (Pa), Bivona (Ag), Sambuca (Ag), Mussomeli (Cl) e Regalbuto (En). Oggi il comune di Sambuca ha aperto le buste contenenti le offerte di aspiranti acquirenti, dalla Cina agli Stati Uniti, ma l’idea è partita a Salemi nel 2008 con l’allora sindaco Vittorio Sgarbi; poi però qualcosa andò storto e fu invece Gangi il primo comune a metterla davvero in atto, come racconta Giuseppe Ferrarello, ex sindaco del Comune palermitano: «Per semplificare e far sì che l’operazione riuscisse ho richiesto alla gente il mandato a regalare le abitazioni, facendo sì che il Comune fungesse da “agenzia immobiliare”. Per dare l’esempio, ho cominciato mettendo a disposizione del progetto la mia casa al centro storico; i cittadini allora mi hanno seguito». A Gangi l’iniziativa ha funzionato, tanto da arrivare a circa 160 case cedute: «I primi due anni dell’operazione non sono andati bene,  ̶   continua Ferrarello  ̶  ma nel frattempo ci siamo dati da fare per rendere Gangi un’attrazione turistica, lavorando su eventi, servizi sportivi e pulizia. Nel 2011 finalmente siamo riusciti a regalare la prima casa. Da lì cominciò il boom mediatico, fino al 2014 quando siamo diventati “Borgo più bello d’Italia”».

COME FUNZIONA.  La procedura non è perfettamente uguale dappertutto e ogni caso ha le sue specificità. A Gangi la casa viene “regalata” a patto che ci si impegni con la ristrutturazione: «Funziona così: si fa la richiesta, si viene sul posto e il Comune mette in contatto con il proprietario, sbrigando le varie pratiche  ̶  spiega Ferrarello. L’unico obbligo è quello di versare una cauzione di 5.000 euro al momento della firma e di ristrutturare la casa entro tre anni». A Sambuca di Sicilia invece la procedura prevede un’asta che parte dal prezzo base di 1 euro, e proprio oggi è avvenuta l’apertura delle buste con le offerte dei potenziali acquirenti: «Nel nostro bando sono in vendita circa 16 immobili ormai di proprietà del Comune  ̶   spiega il sindaco di Sambuca Leonardo Ciaccio. Abbiamo optato per questa soluzione per trovare un criterio di assegnazione, dato che le case sono solo 16 e le richieste migliaia. Una volta aperte le buste e scelto l’assegnatario questo avrà l’obbligo entro 30 giorni di concretizzare l’offerta e avviare tutto l’iter previsto, nell’interesse reciproco».

IL CASO SAMBUCA. Molti stranieri da tutto il mondo si sono interessati alle case in vendita nei vari borghi italiani. Recente è il “caso Sambuca” che da gennaio ha catapultato il paesino sotto i riflettori della stampa internazionale tra cui la Cnn, il Daily Mail e il The Guardian. Inoltre, è arrivata la proposta di Discovery Channel per la creazione di un format televisivo: l’offerta prevede l’acquisto di una delle case la cui ristrutturazione verrà seguita da una troupe televisiva e raccontata dall’attrice americana Lorraine Bracco. Ma che impatto ha avuto questa improvvisa popolarità? «Nel 2016 c’era solo un albergo a Sambuca, e non c’era nemmeno un b&b- spiega il sindaco Ciaccio. Oggi si contano tra i 24 e i 26 b&b, e da gennaio sono quasi tutti sold out. È stato istituito un gruppo di lavoro per guidare chi arriva e esiste un tour delle case che viene effettuato due volte al giorno. Nell’ulitmo periodo abbiamo già venduto 25 case al di fuori del progetto. Non possiamo che essere piacevolmente sorpresi da tutta questa attenzione».

CHI HA COMPRATO. Da Gangi arrivano le testimonianze dei siciliani che hanno deciso di acquistare tramite l’iniziativa già da qualche anno, come Gerry Pedivillano, ingegnere di Caltanissetta: «Siamo stati i primi ad acquistare un immobile con questa formula. Non è semplice come sembra, bisogna avere non solo dei soldi da investire, ma soprattutto un’idea chiara di ciò che si vuole realizzare. Nel nostro caso non volevamo trasferirci, ma avere una seconda casa e siamo contenti di aver fatto questo investimento». «La mia decisione   ̶   spiega invece Ignazio Tuzzolino, ex dirigente di banca di Palermo   ̶   è nata dal mio amore per il territorio delle Madonie. Le difficoltà esistono nel percorso, ma il Comune mi ha guidato e assistito durante tutte le fasi.  Ritengo che il problema principale di questi bellissimi borghi sia la mancanza di occasioni di lavoro, anche se il turismo qualcosa ha portato. Questa iniziativa è stata sicuramente un passo importante e decisivo, ma bisogna continuare a creare attrattive, facendo sistema con gli altri paesi».

Il progetto “Case 1 euro” ha fatto sì che nuova linfa arrivasse nei centri storici, rimettendo in moto il turismo. Una domanda rimane però aperta: oltre a creare centri per il turismo e luoghi di villeggiatura, l’iniziativa può portare a un reale ripopolamento di questi borghi? Solo il tempo darà la risposta.

 

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