A quasi un anno dal primo lockdown l’Italia è un Paese cambiato. Oggi, infatti, le nostre preoccupazioni non sono rivolte al post-pandemia (espressione non a caso divenuta impopolare) ma riguardano la capacità di convivere con una società profondamente mutata, a partire dal mondo del lavoro. Lo tsunami che ci ha travolto ha abbassato infatti tante saracinesche ma, contemporaneamente, ha portato alla luce nuove opportunità lavorative. Ecco i cinque settori in cui la pandemia ha fatto crescere l’offerta di lavoro.

ACQUISTARE ONLINE. Con un Paese a zone rosse a singhiozzo, le vendite in negozio hanno visto crollare gli incassi a vantaggio di quelle online. La pandemia – in questo come in molti casi – ha solo accelerato un trend in crescita, tanto che oggi dotarsi di un e-commerce non è più un’opzione: nel corso del 2020 è diventato per molti l’unica possibilità di sopravvivenza. Così è cresciuta la richiesta di sviluppatori web, e-commerce manager, SEO e SEM specialist, esperti di digital marketing, di blockchain e di growth hacking marketing, addetti al servizio clienti, ma anche social media manager impegnati a gestire l’unica vetrina rimasta sempre accesa: quella dei social. Inoltre, come diretta conseguenza, sono aumentate le richieste di addetti alla logistica e ai trasporti.

DILETTARSI IN CUCINA. A inizio pandemia, mentre in Olanda si faceva fila per comprare cannabis e in America armi e carta igienica, gli italiani erano in fila per acquistare lievito e farina. Supermercati e ipermercati sono fra le attività che hanno maggiormente beneficiato della pandemia con una crescita degli incassi che, dai cassieri ai magazzinieri, ha richiesto nuova manodopera. In generale, il mondo del food ha goduto del favore di chi, prendendosi una pausa dalle pizze fatte in casa, ha scelto invece di ricorrere all’asporto. Diverse attività hanno puntato così su asporto e consegne a domicilio, anche reinventandosi con iniziative fantasiose come box per ricette tipiche o aperitivi fatti in casa. Il risultato? I rider sono diventati insostituibili e già si parla di una regolamentazione del settore.

RELAZIONARSI A DISTANZA. Il distanziamento sociale ha comportato un ripensamento degli spazi domestici, sostenuta da architetti e interior designer, e un crescente bisogno di quelli virtuali. In quest’ultimo caso, la corsa alla digitalizzazione ha richiesto web developer e programmatori informatici per applicazioni e software capaci di consentire lavoro e fruizione dei servizi a distanza. In particolare, per creare le piattaforme per videoconferenze, videolezioni o semplici videochiamate tra amici, si è fatta più pressante la richiesta di architetti e ingegneri del cloud. Il lavoro da remoto, inoltre, ha costretto le aziende a rivolgersi a figure che facilitino l’organizzazione del lavoro online. Nasce così la figura dell’head of remote work

MONITORARE LA SALUTE. Personale sanitario ma anche operai specializzati in dispositivi di protezione individuale, farmaci e attrezzature mediche sono senza dubbio fra le figure più richieste in pandemia. L’attenzione per la salute ha avuto inevitabili effetti anche sulla vita privata: le preoccupazioni da contagio hanno dato un forte impulso alle aziende di wearables technologies (gli strumenti intelligenti che monitorano parametri fisiologici) e di purificatori e depuratori d’aria. Il settore MedTech ne esce rafforzato. Un altro effetto? La domanda di outdoor personal trainer.

ATTENZIONE PER LA SICUREZZA. Anche la percezione della sicurezza è cambiata: ci siamo ormai abituati a considerare sicuro un luogo anzitutto se odora di alcool etilico. Addetti a sanificazione e igienizzazione, come alla misurazione della temperatura e al distanziamento, sono altamente richiesti dappertutto. La nostra sensibilità si è spinta oltre gli spazi fisici: con la vita migrata sul digitale, è aumentata l’attenzione per la sicurezza informatica. Così, due lavori che promettono bene sono il cyber security specialist (cioè colui che combatte gli attacchi informatici) e il cyber calamity forecaster (l’esperto di disastri informatici).

IMMAGINARE IL FUTURO. Mese dopo mese, mentre il domani si è tinto di incertezze, il nostro modo di immaginarlo ha preso lo è certamente di meno: la pandemia ha diffuso e accresciuto la consapevolezza che l’unico futuro possibile è rispettoso del Pianeta. E il mondo del lavoro assorbe la svolta: a giugno dello scorso anno LinkedIn ha rilevato un aumento in Europa dei posti di lavoro legati alla sostenibilità pari al 49%. Dal mondo dell’edilizia a quello dell’energia, passando per quello della consulenza, il futuro è dei green job.

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