Il grande giornalismo internazionale sbarca a Catania. A rappresentarlo una figura come Lars Boering, direttore dell’European Journalism Centre e già guida per oltre sei anni del World Press Photo, ospite d’eccezione della seconda giornata di attività del workshop “Il giornalismo che verrà” organizzato dal Sicilian Post. La manifestazione ha animato gli spazi dell’impact community hub Isola, sito all’interno di Palazzo Biscari, con i primi tre incontri aperti alla città di un denso programma che andrà avanti fino a sabato 10 giugno. 

Ad aprire i lavori del pomeriggio, è stato un incontro dal titolo Divulgare la cultura, che ha visto protagoniste la responsabile spettacoli de La Stampa Raffaella Silipo e la giornalista e collaboratrice del Corriere della Sera Ornella Sgroi. In un panorama in un cui sia mondo dell’informazione sia fruitori sembrano non riuscire a guardare oltre la velocità delle breaking news, il ruolo dei contenuti di cultura e spettacolo può ancora risultare centrale nel riscoprire la dimensione dell’approfondimento. «Oggi le cosiddette soft news – ha spiegato Ornella Sgroi – ci permettono di raccontare il presente oltre la fugacità della notizia, offrendoci l’occasione di prenderci il tempo necessario per andare in profondità con uno sguardo trasversale». Data la velocità dell’informazione sul web, sembra ad oggi delinearsi una spaccatura con i media tradizionali, con le hard news terreno privilegiato del primo e le soft news dei secondi. Una distinzione che, secondo Raffaella Silipo, non va portata alle estreme conseguenze: «È probabile che, in futuro, le notizie saranno lette solo online mentre l’approfondimento rimarrà appannaggio dei giornali cartacei. Tuttavia credo che dovremmo andare verso una progressiva e arricchente contaminazione. I media che puntano sulle hard news potrebbero imparare a soffermarsi per più tempo su una notizia; d’altro canto, scovare le hard news è certamente complicato e le pagine di cultura potrebbero ispirarsi a questa sensibilità».

Da sinistra: Raffaella Silipo e Ornella Sgroi

È stata quindi la volta dell’incontro “IL FOTOGIORNALISMO IERI, OGGI, DOMANI”, durante il quale Lars Boering ha offerto ad una nutrita platea, attraverso un excursus storico partito dagli albori del fotoreportage fino alle nuove frontiere dell’IA generativa, una riflessione sul potere delle immagini come strumento di racconto giornalistico. Una potenza che gli stessi giornalisti a volte ignorano: «Ancora oggi, in molti pensano alle immagini come ad un semplice riempitivo, un corredo della parola scritta». Se, dunque, imparassimo a ridare centralità alla narrazione visiva, sarebbe questo approccio una garanzia di verità? «Le immagini non sono affatto neutrali e manipolarle è oggi sempre più semplice. Più che sulla verità dovremmo concentrarci su come generare fiducia». Un monito, quello di Boering, a non abbracciare una prospettiva ingenua. Senza che, tuttavia, questo si traduca in un disincantato cinismo. Da un lato, come ricorda lo stesso Boering «esistono progetti che dimostrano come il fotogiornalismo e la passione possano ancora cambiare le cose. Ne è un esempio Everyday Refugee, che non si limita a documentare il dramma dei flussi migratori ma si impegna concretamente ad offrire aiuto a chi ne ha bisogno». Dall’altro, il tema della fiducia è al centro di iniziative promettenti come Content Authenticity Initiative, progetto finalizzato a garantire la provenienza e l’autenticità del materiale audiovisivo disponibile in rete, e che tra i suoi membri di spicco vede proprio lo EJC diretto da Boering.

Un momento del dialogo tra il direttore del Sicilian Post Giorgio Romeo e Laura Silvia Battaglia al-Jalal

A conclusione dei lavori di giornata, la reporter catanese Laura Silvia Battaglia al-Jalal ha dialogato con i 30 corsisti, ripercorrendo le tappe della sua carriera che dalla città etnea l’ha portata ad essere una delle freelance più apprezzate in ambito internazionale: «Credo che un buon giornalista – ha affermato – sia colui che sa andare oltre il dettaglio, fino al significato profondo delle cose. Qualcuno che non si accontenta, che pone molte domande, che non ha paura di cambiare idea di fronte ad una realtà inaspettata. E, soprattutto, qualcuno che vuole imparare a leggere la storia, osservandola sia da vicino che da lontano. Perché penso che il vicino non possa essere comprensibile se il lontano è sfocato».

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