Durante la cerimonia d’inaugurazione a fare gli onori di casa è stato il presidente di “Veronafiere”. Presente – come promesso a Expo – il commissario europeo per lo sviluppo rurale Phi Hogan. La Sicilia aumenta il numero di cantine aderenti alla kermesse

[dropcap]«[/dropcap][dropcap]L[/dropcap]o scorso anno, nel cinquantesimo della manifestazione, Vinitaly è stato definito come un grande patrimonio culturale da difendere e valorizzare. Con questa edizione abbiamo mantenuto la promessa, facendo crescere la fiera e introducendo un piano di sviluppo da 100 milioni di euro entro il 2020». Ha introdotto così il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, l’apertura della cinquantunesima edizione di Vinitaly, svoltasi stamattina a Verona, a cui hanno partecipato personalità come il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina e il commissario europeo per lo sviluppo rurale Phil Hogan, il  presidente della Regione Veneto Luca Zaia e il presidente di ICE-Agenzia Michele Scannavini e Robert Yang, presidente e ad di 1919, il più grande operatore cinese della distribuzione online e offline in Cina. A Vinitaly quest’anno sono presenti 4273 aziende, provenienti da oltre 30 paesi, che arrivano a 4.700 conteggiando anche quelle di “Sol&Agrifood”.

Il commissario europeo per lo sviluppo rurale Phil Hogan e il ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina (© Foto Veronafiere-ENNEVI)

IL VINO E IL FUTURO DEL PAESE. «Vinitaly – ha spiegato il Ministro Martina – ha segnato l’agenda di governo sull’agricoltura del Paese e continuerà a farlo. E come avevo fatto in passato proprio qui, da dove insieme ai vertici di Veronafiere e al mondo agricolo e del vino ci ponemmo il tema del Testo Unico del Vino, della dematerializzazione dei registri digitali, del piano sull’internazionalizzazione e dell’agenda digitale, oggi mi prendo l’impegno, annunciando che entro la fine di luglio avremo la prima bozza del testo del Codice agricolo unico».

IL VINO ITALIANO E L’EUROPA. «La presenza del commissario europeo Hogan nell’anno del 60° anniversario dei Trattati di Roma – ha spiegato Danese – è l’occasione concreta per un confronto sul futuro della vitivinicoltura italiana ed europea, sulle misure di promozione Ocm e sulle prospettive della politica agricola comunitaria dopo il 2020». Il presidente di Veronafiere ha poi parlato dell’export enologico italiano, finora basato sui mercati americano, tedesco e britannico. «Nel futuro, limitarsi a questi tre importanti paesi potrebbe diventare un rischio. Per questo è necessario diversificare, sviluppando o aprendo mercati minori e potenziali, e occorre farlo anche attraverso la condivisione delle politiche di promozione e sviluppo dell’Unione Europea». In questo senso Vinitaly ha organizzato un piano di incoming con circa 50mila operatori esteri attesi da 140 nazioni.

I padiglioni (© Foto Veronafiere-ENNEVI)

IL PADIGLIONE SICILIA. 3.200 metri quadrati, 152 aziende (22 in più dello scorso anno), degustazioni e conferenze. Il “padiglione 2”, anche quest’anno è stato riservato alla nostra isola e si presenta come uno dei più interessanti della proposta fieristica. «A Verona presentiamo la Sicilia che è cambiata, non la solita, eterna Isola» ha spiegato l’assessore regionale all’agricoltura Antonello Cracolici. Per fare questo sono previsti in questi giorni numerose iniziative curate dalla rivista di settore Cronache di Gusto. Tra queste, una delle più attese è sicuramente il confronto tra vini dell’Etna e Barolo (martedì 12, con prenotazioni già esaurite), ma anche la degustazione di vini prodotti da vitigni antichi (anche questa martedì) che sottolineano una tradizione antichissima. Quest’ultima è stata sapientemente valorizzata negli ultimi anni come dimostrano i dati del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia: nel 2016 sono stati imbottigliati oltre 1,7 milioni di ettolitri di vini doc, con una crescita del 60% rispetto al 2013. La giornata di apertura ha ospitato stamattina al Palaexpo “Etna, i Vini Imperdibili”, con la degustazione esclusiva di 13 etichette”, mentre il “Palcoscenico Sicilia” (all’interno del padiglione 2) ha visto susseguirsi degustazioni come “Grillo, il bianco che non t’aspetti”, in cui sono stati proposti 13 vini di annata 2016 e la conferenza “È ancora la Sicilia di una volta?” in cui Fernanda Roggero de “Il Sole 24 ore” ha conversato con Geatano Savatteri e Antonello Cracolici.

 

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