Il Midwest americano racconta la storia degli emigrati Carlentinesi in un murales di Omaha
Ritrovare la Sicilia che fu tra le strade del Nebraska. Quello che in apparenza potrebbe sembrare come un paradosso è, in realtà, il risultato di un viaggio compiuto sul finire dell’Ottocento da un nostro giovanissimo conterraneo: Giuseppe Salerno, partito da Carlentini alla volta di Omaha nel 1893. Una grande e speranzosa rincorsa all’agognato sogno americano, come tante ce ne sono state prima e dopo. La quale, tuttavia, assunse ben presto una dimensione inaspettata. Sulla scorta di quanto aveva fatto il giovane Salerno, ben presto diverse famiglie del comune siracusano intrapresero il medesimo percorso, tanto che ai primi del Novecento Omaha contava già oltre quattromila cittadini di origine carlentinese. Fu, quello, l’inizio di una storia tutta italiana – o, forse, sarebbe meglio dire siciliana – fatta di ristoranti tipici, negozi tipici e botteghe di calzolai. Una storia che oggi è possibile rileggere e ammirare proprio ad Omaha, al civico 621 di Pacific St. Qui, dipinto su Orsi’s Bakery and Pizzeria, campeggia un murales che ripercorre proprio la lunga storia dei carlentinesi in città. Un tripudio di immagini e colori, realizzato da alcuni artisti locali di discendenza carlentinese e organizzato attraverso elementi simbolici di grande impatto, in cui la storia e l’amore per la propria terra si fondono fino a diventare inscindibili.
IL MURALES A LITTLE ITALY. “Il grande viaggio murale” della comunità italiana ricopre due facciate dell’edificio che lo ospita e si articola attraverso quarantasette scene,che evocano le antiche tradizioni siciliane e carlentinesi portate ad Omaha dalle prime famiglie emigrate. I cibi tradizionali, come l’olio d’oliva e l’astrattu, il concentrato di pomodoro, quello che si preparava nelle case di campagna lasciando asciugare al sole i pomodori raccolti nell’orto, ma non solo. Carlentini si fa emblema della Sicilia e dell’Italia tutta attraverso la rappresentazioni di molte altre bontà enogastronomiche come i cannoli, la pizza e gli spaghetti. Sui mattoncini di Pacific St, non manca un doveroso omaggio proprio a Giuseppe Salerno, al cui nome è legata la nascita della Bank of Sicily, fondata con lo scopo di offrire supporto finanziario ai suoi conterranei sprovvisti di mezzi per compiere il viaggio verso l’America. Accanto a scene che ritraggono le piccole attività commerciali, come ristoranti, alimentari e botteghe artigiane che hanno a lungo costituito una fonte di sostentamento e di identità per molti italiani in America, è presente infine anche un riferimento ad una delle icone per eccellenza della tradizione siciliana, vale a dire il carretto siciliano. Anche l’elemento religioso fa la sua comparsa nell’opera muraria, con alcune pareti dedicate a Santa Lucia. A condurre il suo culto oltreoceano fu la carlentinese Grazia Caniglia che, nonostante le migliaia di chilometri che la separavano dalla terra natia, tramandò le tradizioni legate alla sua celebrazione che risalgono al 1925. Nel murales è raffigurata una statuetta in cui la martire è ritratta con un lungo mantello, la corona e un mazzo di rose tra le braccia. Dietro di lei è ben visibile l’insegna del ristorante appartenuto ai coniugi Rosario e Grazia Caniglia. La Santa ricompare anche sulla facciata frontale della Orsi’s Bakery and Pizzeria, proprio al di sotto del “Benvenuto” a Little Italy, tra le chiese e le tre bandiere simbolo della storia della comunità carlentinese: quella italiana, quella americana e quella siciliana.
LA REALIZZAZIONE. Un progetto corale e largamente partecipato dalla comunità carlentinese. «Ci sono voluti dieci artisti e circa quaranta volontari per dare forma al progetto» spiega Richard Harrison, insegnante di arte che ha preso attivamente parte al progetto, sia in fase di realizzazione che di progettazione. «Per questo genere di progetti, di solito – continua – fissiamo quattro incontri per ascoltare le storie da rappresentare e altrettanti per pianificare dettagliatamente la realizzazione del murales. Nel caso del “Il grande viaggio”, invece, due soli incontri sono stati sufficienti a trovare tutti gli elementi per creare qualcosa di cui potessimo essere fieri. Al suo interno ogni scena è altamente significativa, ma quelle che credo meglio esprimano il senso del murales sono quelle dipinte rispettivamente la partenza dalla Sicilia e l’arrivo delle imbarcazioni di emigrati negli Stati Uniti».
Oggi, degli oltre 450.000 residenti ad Omaha circa 70.000 hanno origini carlentinesi, più di quanti ce ne siano nella stessa Carlentini. La vicinanza culturale e affettiva e i fitti rapporti istituzionali, commerciali e accademici tra le due città sono stati via via consolidati dall’Accordo di amicizia firmato nel settembre 2019 e, nel 2024, saranno suggellati dall’ufficializzazione del gemellaggio che le renderà “Sister Cities”.