«Devo sempre considerare che i miei allievi cantano per hobby una volta alla settimana, e che non sono professionisti. Si sono avvicinati alla musica per imparare l’italiano in maniera insolita, ed è questo a rendere il gruppo così unito, anche se di fatto è profondamente eterogeneo». A parlare è la pianista e compositrice di origine siracusana Nelly Li Puma, che dopo avere ottenuto il diploma di pianoforte a Catania ha spiccato il volo verso il mondo, per poi trasferirsi in pianta stabile a Vienna, dove vive – ormai da venticinque anni – della sua passione. A rendere interessante la sua esperienza, di cui ci ha raccontato durante una sentita intervista, è il fatto che al di là dei suoi numerosi traguardi professionistici abbia anche deciso di dirigere l’Arcadia Choir, composto da corsisti che approfondiscono lo studio della lingua passando per la pratica canora.

DIFFERENTI MA SIMILI. «Iniziare a occuparmene è stato come portare ogni giorno un pezzetto del mio Paese in terra austriaca – ci racconta –, perché posso diffondere e tutelare la lingua e la cultura della mia patria mentre mi dedico a ciò che amo di più, ovvero la musica. All’inizio si trattava di un piccolo progetto, a cui si erano iscritte solo 7 persone, quando adesso i componenti del coro sono ben 45. Accogliamo studenti che hanno dai 22 ai 78 anni e che per lo più vivono in Austria, anche se sempre più spesso abbiamo coristi provenienti da Polonia, Romania, Regno Unito, Paesi Bassi e Belgio, e in alcuni casi perfino dagli Stati Uniti». Ad accomunarli, nonostante le apparenti differenze, è l’amore per il canto e soprattutto per la lingua italiana, al punto che molti di loro hanno già visitato a più riprese il nostro territorio.

UN REPERTORIO SEMPRE AD HOC. Ed è con l’intento di rappresentare le bellezze e le sfaccettature delle tante regioni italiane che Nelly Li Puma offre all’Arcadia Choir un repertorio sempre molto ampio: «Andiamo dalle messe e dai madrigali di Monteverdi ai brani folclorici e alle laude medievali, perché un solo genere musicale non basterebbe a rappresentare la nostra complessità. Ho perfino riarrangiato con orchestra una messa di Giovanni Gabrielli e una lauda tratta dal Laudario di Cortona, realizzata con solisti, orchestra e una variegata selezioni di suoni. Parte dell’offerta musicale che propongo l’ho poi sviluppata nel periodo successivo alla prima ondata di Covid-19, includendo brani popolari con cui ci tiravamo su il morale quando il numero dei contagi era ancora alto e i nostri sorrisi erano coperti dalla mascherina, come Maria Mari’ e Arrivederci Roma. Quando invece voglio alzare al massimo l’asticella del divertimento, metto in scena con il gruppo i musical più amati di sempre, spingendoli così ad allenare il più possibile anche la memoria».

«Durante le prove si respira un’aria gioiosa e, anche quando non raggiungiamo l’equilibrio ideale tra voci maschili e femminili, gli allievi si impegnano al massimo per imparare i testi e superare le difficoltà di pronuncia»

FRA DIALETTI E DIFFICOLTÀ DI PRONUNCIA. Anche se l’Arcadia Choir resta un coro amatoriale, a renderlo vivace sono un grande spirito di gruppo e una notevole forza di volontà. «Durante le prove – ci spiega la pianista siciliana – si respira sempre un’atmosfera gioiosa. A volte non raggiungiamo l’equilibrio ideale tra voci maschili e femminili, e dobbiamo ripensare i brani di conseguenza, ma gli allievi si impegnano sempre al massimo per imparare i testi e superare anche le più ardue difficoltà di pronuncia. Per loro, per esempio, non è facile pronunciare la nostra erre vibrante, per non parlare poi della sfida che pongono i canti in dialetto: gli austriaci amano le tarantelle siciliane e la musica in napoletano, marchigiano e toscano. Perciò faccio loro delle proposte apparentemente facili, ma che al tempo stesso richiedono uno sforzo linguistico maggiore, che porta anche me a riscoprire il significato di determinate parole e a divertirmi insieme a loro quando raggiungiamo l’ennesimo obiettivo».

Ciò che conta, d’altronde, al di là dello stimolo intellettuale e delle finalità didattiche, è che non vengano a mancare il divertimento e il desiderio di avvicinarsi un po’ di più all’Italia, in un contesto che permette di apprezzare il folklore, la musica e le abitudini linguistiche del Belpaese da un punto di vista diverso dal solito.

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