Il prototipo “Etna-Revo”:
«Chi non vorrebbe fare
Catania – Palermo con
un litro di combustibile?»

Rosario Lanzafame, ordinario in Sicilia di Macchine e Sistemi Energetici, presenta così il team che presenterà il progetto “Eco Hybrid Katane” alla 33° edizione di Shell Economy Marathon Europe, il contest per la progettazione di veicoli futuristici a Londra

«Sotto il cofano delle auto che circolano nelle nostre città c’è un propulsore che ha una potenza di almeno 100 kW. Quello installato all’interno della vettura innovativa che abbiamo messo a punto ne ha solo tre». Si avvicina a una sorta di «miracolo della tecnologia» – data l’eliminazione degli sprechi di energia che consente di percorrere con un litro di combustibile ben 300 chilometri invece di 20 – quello che il team Eco-Hybrid Katane dell’Università di Catania, guidato dal professore Antonio Gurgone, presenterà a Londra dal 25 al 28 maggio in occasione della 33° edizione di Shell Economy Marathon Europe, contest promosso nell’ambito del Festival Make the Future Live, che prevede la progettazione e la costruzione di veicoli futuristici in gara al Queen Elizabeth Olympic Park. «A chi non piacerebbe fare Catania-Palermo con solo un litro di combustibile?» – domanda Rosario Lanzafame, responsabile scientifico del progetto e unico professore ordinario in Sicilia di Macchine e Sistemi Energetici. Insieme agli studenti rappresenterà l’isola durante la competizione internazionale in cui bisogna dimostrare di avere dei requisiti ben precisi, che riguardano non solo conoscenze di Ingegneria, ma anche capacità e fattibilità del progetto. Quello catanese nasce nel 2010 dalla partnership con il dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento, con cui si porta avanti il dottorato di ricerca in Sistemi energetici e Ambiente, da dove escono dottori di ricerca, probabilmente futuri docenti dell’Università.

Il progetto è nato nel 2010 dalla partnership tra Università di Catnai ae quella del Salento  del Salento e qu, con cui si porta avanti il dottorato di ricerca in Sistemi energetici e Ambiente, da dove escono dottori di ricerca, probabilmente futuri docenti dell’Università.

«Se cominciamo a consumare poco combustibile, possibilmente non fossile, il risultato è inquinamento zero – chiarisce Lanzafame. Dobbiamo pensare ai nostri figli e nipoti e trovare una soluzione per immettere al più presto questi veicoli sul mercato, anche perché se manifestazioni del genere vengono promosse da compagnie come la Shell, uno dei più grandi colossi petroliferi del mondo, vuol dire che anche loro si stanno preoccupando perché capiscono che in un prossimo futuro petrolio ne venderanno sempre meno e tutto si sposterà sulle fonti rinnovabili». Più si fa in fretta a dimostrare che si può fare, prima il meccanismo si sbloccherà. «Il cambiamento sarà molto profondo – aggiunge Lanzafame – direi epocale, perché non ci sarà più la stazione di rifornimento, ma una grande distesa di specchi fotovoltaici dove in dieci minuti si potrà fare il pieno di energia connettendo la spina in una presa green».

«Se cominciamo a consumare poco combustibile, possibilmente non fossile, il risultato sarà inquinamento zero»

Non è mancata l’intelligenza dietro l’ambizioso progetto, e neanche la voglia e la passione. Quello che scarseggia, semmai, sono le risorse economiche, che arrivano dall’Ateneo o dagli sponsor. «Come possiamo competere con i Politecnici di Milano e Torino?» – chiede il professore, che sottolinea come in Italia, a parte qualche eccezione, nessun Ateneo abbia mai preso parte a questa gara sulla mobilità sostenibile. «Quando vedono che veniamo da Catania le persone si stupiscono, perché qui non c’è nessuno che si occupa di queste cose. Ci sono voluti due anni per raccogliere 50 mila euro e se al Politecnico di Milano con questa cifra fanno solo la scocca, noi siamo riusciti miracolosamente a coprire tutte le spese, compresi viaggi e trasferte dei quindici studenti che hanno profuso nel progetto, con grande generosità, le loro migliori energie. Per noi la strada è sempre in salita ma ci siamo riusciti, portando l’innovazione siciliana al centro del mondo».

«A Catania la strada è in salita, ma stiamo portando l’innovazione siciliana al centro del mondo»

Hanno collaborato alla realizzazione del progetto: gli studenti Giuseppe Aleo, Davide Giordano, Giuseppe Faranda, Gianpaolo Ubbriaco, Simone Maria Rapisarda, Alessandro Ferlito, Marco Domenico Cardillo, Carmelo Barbagallo, Lucia L’episcopo, Graziana Zocco, Andrea Sortino, Andrea Leone, Giuseppe Mania, Alfredo Maria Tosto e Angelo Sciacca e i docenti Mario Cacciato, Sebastian Brusca, Michele Messina, Gabriele Fichera e Gianluca Cicala.

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Sono cresciuta in una famiglia di giornalisti e ho avuto quindi la possibilità, fin da piccola, di stare a contatto con giornali e studi televisivi, mentre pian piano maturavo l'idea di percorrere le orme dei miei genitori e intraprendere quella strada, di certo oggi più tortuosa, ma sempre affascinante. Così, quando è arrivato il momento di scegliere l'Università da frequentare, non ho avuto dubbi: sarei stata una studentessa del corso di Laurea in Scienze della Comunicazione nella mia città, che amo immensamente, a cui è seguito il biennio di specialistica in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo. Inutile dire che non mi sono mai pentita della mia scelta, apprezzando giorno dopo giorno, anno dopo anno, la comunicazione, il giornalismo e l'organizzazione di eventi legati a questi ambiti, approfonditi anche tramite esperienze lavorative in Fondazioni d'arte, librerie, Festival culturali. Insomma, non so proprio stare con le mani in mano! Sono curiosa di ciò che mi circonda e mi nutro delle storie delle persone con cui entro in contatto, probabilmente deformazione professionale.

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