Dalla laurea in lingue al fashion design, dal paesino di Grotte in provincia di Agrigento alla Milano Fashion Week: questo e molto altro è Simona Agnello. Una ragazza timida che non ama parlare di sé, ma ama far parlare il suo marchio: Ivygroovy, una rivoluzione eccentrica del made in Sicily.

L’ORIGINE DEL SOGNO. «Non sono mai stata la classica persona che dice di aver voluto fare la stilista fin da bambina. Dopo il liceo scientifico – racconta la designer – mi sono trasferita a Catania per studiare Lingue Straniere all’ex monastero dei Benedettini. Quando mi iscrissi all’università cominciai a maturare sempre più seriamente l’idea di voler fare arte, non solo moda, ma i miei genitori non mi appoggiarono. Come vivi in Italia se ti dedichi ad arte e moda? Meglio fare una carriera più remunerativa». Da questo suggerimento l’idea di iscriversi a un altro corso di studi con sbocchi lavorativi più sicuri quale Professioni Sanitarie, ma il caso ha bloccato in tempo Simona. «Un giorno, mentre io ero fuori, è venuto a casa mia un amico di famiglia critico d’arte – racconta l’artista – e ha apprezzato i miei disegni, suggerendo ai miei di farmi intraprendere la carriera artistica. Detto, fatto. Subito dopo la laurea in Lingue, nel 2015 mi sono iscritta all’Accademia di Belle Arti, settore moda, e in tre anni ho completato il mio percorso».

Un look dalla collezione presentata a Milano

I PRIMI PASSI CONCRETI. Già al secondo anno d’accademia Simona aveva ben chiaro in mente il proprio percorso: realizzare un marchio di proprietà con cui esprimere la sua creatività, ma prima di questo traguardo ci sono state altre tappe. «Dopo gli studi teorici – ricorda – ho seguito un corso pratico di tecnica sartoriale che mi ha permesso di svolgere un tirocinio in tutti i settori della produzione, dallo sviluppo del prototipo alla modellistica. Tutto questo in una società grande, che produce per marchi internazionali come “Burberry”, che non avrei mai creduto potesse esistere in Sicilia, nel paesino messinese di San Marco d’Alunzio». Dopo aver tastato con mano il mondo della sartoria, Simona si è impegnata attivamente per dare vita a Ivygroovy: «Prima producevo da free lance solo su ordinazione e ho iniziato a frequentare fiere di tessuti, produttori. Non è facile inserirsi in questo mondo: la prima volta in cui sono andata a un’esposizione di campionari a Milano venivo guardata dall’alto in basso perché non ero nota e raramente i fornitori accettavano di cedermi piccoli campioni per produzioni quantitativamente limitate. Il sogno della mia prima collezione svanì nel nulla proprio per questo, mancanza di materie».

DAL SOGNO ALL’OBIETTIVO. Adesso però Simona – o meglio, Ivygroovy – ha alle spalle già 5 collezioni, la prima un autunno-inverno del 2019. Una volta appreso come muoversi nell’elitario mondo della moda, Simona ha concretizzato il suo progetto di vita: «Vedere che i miei capi sono identificati a colpo d’occhio con Ivygroovy, non con Simona Agnello, è la più grande soddisfazione. La mia è una linea giovane, dedicata a donne decise e forti: non a caso Ivy, oltre che un nome proprio di persona, significa “edera”, quell’erba rampicante che si inerpica ovunque pur di raggiungere la luce, come faccio io ogni giorno per sfondare» afferma con gioia Simona. «Groovy invece – continua – indica un ambiente a me caro, quello del vinile degli anni ’60, del rock, del rapporto empatico tra artista e pubblico (to groove) che anch’io aspiro a raggiungere».

Un degli abiti della stagione primavera-estate 2022

MODA PER TUTTE. «Ho molti idoli, da Alessandro Michele a Delpozo, ma non sono sempre mia fonte di ispirazione: di volta in volta cambio modello di riferimento in base al concetto che voglio esprimere». Aperta alle influenze di altri designer, ma decisa nelle sue scelte: «In ogni collezione cerco di mettere un po’ di Sicilia, che sia nei dettagli stilistici o nell’ambientazione dei book fotografici» rivela Simona. A questo dettaglio estetico si aggiunge anche un’attenzione particolare alle donne che portano i capi Ivygroovy: «I miei vestiti non sono fatti per essere indossati solo da donne con un certo fisico. Ogni abito può essere indossato da tutte, si adatta. Presto molta cura alla body positivy» sottolinea la stilista.

ESPERIEZE ESTERE. Tra le altre esperienze estere, Simona ricorda la collaborazione con il marchio londinese “April & Alex”, i cui capi sono andati su “Vogue” anche se senza la sua firma: «Il mio sogno adesso è vedere Ivygroovy su “Vogue”, ma un sogno non può chiamarsi sempre così, prima o poi deve diventare un obiettivo. Io, anche con il sostegno dei miei familiari, ce la sto mettendo tutta per raggiungerlo tra momenti di carica e di scoraggiamento. Non posso ancora dire ai ragazzi che vogliono intraprendere un cammino simile che ce la faranno sicuro, io stessa ancora non ho questa certezza, ma una cosa mi sento di raccomandare loro: non arrendetevi, non accontentatevi, puntate al successo».

Il nostro impegno è offrire contenuti autorevoli e privi di pubblicità invasiva. Sei un lettore abituale del Sicilian Post? Sostienilo!

Print Friendly, PDF & Email