Sette colori, come quelli dell’Arcobaleno, simbolo di rinascita, della quiete dopo la tempesta. Sette colori, come quelli della pace, «calza proprio a pennello con i tempi che stiamo vivendo». Sette colori, come quelli della diversità, che è la caratteristica che risalta nell’album di debutto di Floriana Foti, Seven Colors, appunto. Che non è il “solito” disco, piuttosto la clamorosa scoperta di una grande nuova voce. Floriana Foti è un’incantatrice nata, eccentrica, irregolare, di grandissimo talento. È una autrice (sono suoi tre dei nove brani dell’album) ed è una sofisticata interprete, che vanta una prodigiosa tecnica vocale e gioca col lessico jazzistico applicato alla canzone. Il disco è un gioiello rarefatto, una stranezza d’altri tempi, elegante, mirabilmente interpretato, eseguito da una straordinaria band di sette elementi, ammantato di funambolici giochi vocali e lussuosi arrangiamenti. Nove canzoni una diversa dall’altra, attraverso le quali Floriana Foti si libra come una farfalla fra generi e stili musicali – dal contemporary all’ethno jazz, dalla world music alla canzone d’autore, dallo swing al folk, dal vocalese al blues -, lingue – italiano e inglese – e dialetti – siciliano e napoletano.

«Volevo un disco che rappresentasse la mia identità, rispecchiasse il mio percorso formativo, i miei ascolti e mi piaceva l’idea delle sfumature di colore e, quindi, della diversità»

Floriana Foti non è una debuttante. Ha cominciato a 15 anni il suo percorso di cantante. Sia in piccole band di blues e funky, sia come studentessa al Cesm di Catania. Nelle aule del centro musicale etneo nasce il suo amore per il jazz, approfondito poi al Prins Clauss Conservatory di Groningen, in Olanda, dove nel 2018 consegue la laurea in “canto jazz”. Ed è nei Paesi Bassi che fa i suoi primi passi come frontwoman nel Floriana Foti Jazz Quartet e come autrice. «In Olanda scrivo i miei primi pezzi e progetto di realizzare il disco d’esordio». Che viene registrato nel Paese dei tulipani, per essere poi finito nello studio catanese di Riccardo Samperi. Era il marzo 2019. Una data fatidica per molti. Lo scoppio della pandemia, il lockdown. La musica si ferma.

La copertina dell’album

Passata la tempesta, almeno così si spera, l’arcobaleno può finalmente risplendere in tutti i suoi sette colori. «Volevo un disco che rappresentasse la mia identità, rispecchiasse il mio percorso formativo, i miei ascolti e mi piaceva l’idea delle sfumature di colore e, quindi, della diversità», spiega Floriana Foti. «La coesione è data dal sound della band, ogni brano ha un accostamento cromatico diverso».

E, allora, lasciamoci trasportare in questo gioco di colori. Rosso, ad esempio, è la stupenda Marzapaneddu, basata su piano e percussioni, una ballad che raddoppia la sua lunghezza originaria e che si trasforma in una suite riscaldata dal fuoco della passione. «Rappresenta la connessione con le mie radici», commenta l’artista catanese. «È un testo antichissimo, ritrovato nel corpus delle musiche popolari di Alberto Favara, musicata soltanto una volta da Matilde Politi. È un testo poetico, ricco di splendide metafore. Mi piaceva l’aspetto evocativo».

Violetto è “L’amore fugge”, rilettura del brano di Rita Marcotulli, indaco “If You Stayed With Me”, ballad scritta da Floriana Foti pensando alla nonna

Giallo, blu e arancione si susseguono nel trittico formato da Spunta lu suli di Floriana Foti, Dolcenera di Fabrizio De André e Scitame Sole di Rita Marcotulli e Maria Pia De Vito: «L’ho creato a indicare l’idea della rinascita, il ciclico succedersi di alba e tramonto», spiega. «La prima e la terza rappresentano la rinascita, la seconda è la tempesta, la distruzione».

Floriana Foti | Ph. Jethro Bijleveld

Violetto è L’amore fugge, rilettura del brano di Rita Marcotulli, indaco If You Stayed With Me, ballad scritta da Floriana Foti pensando alla nonna, verde potrebbe essere Cu ti lu dissi, classico brano della tradizione, mentre l’iniziale Seven colors of the rainbow e la gioiosa S’Wonderful di George e Ira Gershwin rappresentano un’esplosione di suoni e colori. «S’Wonderful è la bonus-track che ho voluto inserire. È divertente e fa parte della mia personalità, ma, soprattutto, rappresenta il mio avvicinamento al jazz: è con canzoni come questache ho cominciato a cantare».

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