Nel suo ultimo lavoro editoriale, l’importante studioso si propone uno scopo tanto complesso quanto affascinante: descrivere delle rappresentazioni artistiche attraverso le sensazioni di desiderio, delirio, allegria, tormento, stupore e dubbio. Un oceano vastissimo di bellezza in cui il lettore potrà immergersi empaticamente e scovare storie più o meno note che lo avvicineranno ai più grandi artisti di ogni tempo

[dropcap]«[/dropcap][dropcap]G[/dropcap]li artisti hanno da sempre una sensibilità fuori da comune – scrive nel suo nuovo libro L’arte in sei emozioni (Editori Laterza) lo storico dell’arte Costantino D’Orazio – che permette loro di cogliere il sentimento del tempo prima e meglio degli altri. Per questo, di epoca in epoca, è attraverso i capolavori che riusciamo a leggere i pensieri dominanti, le aspettative dei popoli e i motivi che hanno provocato eventi e scelte storiche». Il celebre studioso si è cimentato nel suo ultimo lavoro editoriale in un’operazione tanto complessa quanto riuscita, ovvero descrivere la storia dell’arte attraverso sei emozioni: il desiderio, il delirio, l’allegria, il tormento, lo stupore e il dubbio. Le sensazioni, come racconta lo stesso autore nella prefazione, non sono prevedibili, cambiano di secolo in secolo. È l’esempio del desiderio, che se nel passato vedeva nell’Ermafrodito la rappresentazione di tutti i piaceri, nel Medioevo scompare del tutto, per riapparire prepotentemente nei nudi cinquecenteschi.

L’ESTASI DELLE FOLLIA. L’autore inserisce all’interno del testo, ricco di immagini e riferimenti, anche citazioni colte che non solo rispecchiano il sentimento e l’opera da lui descritti in quel momento ma sono esplicativi di come questi venivano compresi al tempo. E così il delirio è rappresentato nel mondo greco dalle baccanti che Euripide descrive nell’omonima tragedia e che spinte da Dionisio si lasciano andare alle più recondite nefandezze, mentre nel Medioevo ad essere citati sono addirittura il Papa emerito Benedetto XVI e il Vangelo secondo Matteo. Non è semplice quindi confrontarsi con autori del calibro di Saffo o di Dante, così come descrivere le sensazioni che i capolavori dell’arte suscitano, ma la scrittura “emozionale” di D’Orazio riesce con poche parole a trasmettere i turbamenti che l’animo prova davanti ad opere come il Satiro danzate di Mazara del Vallo, che secondo il compianto assessore Sebastiano Tusa, primo sovrintendente del mare, faceva parte di un complesso girotondo di menadi e sileni in preda all’estasi, uno stato di evasione che si prova ammirando non solo l’opera ma l’accurata descrizione che l’autore ne fa. Ogni parola, ogni aggettivo è studiato per essere non solo significativo ma anche espressivo di un’immagine, una sensazione, come quando l’autore descrive la follia: «La follia è fatta di ondate che si rinnovano e si ritirano come il movimento della risacca e subisce le oscillazioni di un’anima turbata da stimoli contro cui deve misurarsi».

"Il tradimento delle immagini" di Magritte
“Il tradimento delle immagini” di Magritte

UNA SINDROME DI STENDHAL…LETTERARIA. L’introduzione di un nuovo capitolo è sempre accompagnata da un’opera simbolo (come nel caso del satiro) che con il suo apparire regala un attimo di riflessione. Non è facile passare, sia per lo scrittore che per il lettore, dal delirio all’allegria, dallo stupore al dubbio, ma l’autore, nonostante si tratti di un saggio e non di un romanzo, è abile nel creare una dimensione empatica in cui potersi immergere quasi completamente. Una variante letteraria della sindrome di Stendhal, quando concludiamo un capitolo abbiamo bisogno di un momento di raccoglimento per assimilare e comprendere quelle emozioni che ci sono state trasmesse.

DENTRO LE OPERE. A conclusione vi è un ultimo capitolo che nelle poche pagine a lui dedicato cerca di fare il punto anche sull’arte contemporanea di cui Costantino D’Orazio è un grande conoscitore. L’arte in sei emozioni è un testo nel quale quest’ultime non solo vengono raccontate ma soprattutto trasmesse, è impossibile non innamorarsi con Amore e Psiche, trasfigurarsi di fronte allo scudo caravaggesco di Medusa o provare allegria ammirando i sorrisi divertiti degli avventori del Bal au Moulin de la Gallette di Renoir. Questo saggio è un’opera che racconta in maniera diversa storie note e meno note con un taglio che sembra riunire idealmente arti maggiori come la scrittura, la poesia e l’arte. Una lettura consigliata per chi conosce e per chi vuole conoscere il mondo dell’arte attraverso una prospettiva affettiva.

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