Le armoniche dissonanze negli scatti sovrapposti del fotografo siracusano Davide Bramante
L’artista, protagonista della mostra alla galleria “Soquadro” di Ragusa (visitabile fino al 13 gennaio 2018): «nelle mie foto sovrappongo stati reali con l’immaginazione, sentimenti odierni con cose passate, generando una finzione reale e una reale finzione»
[dropcap]«[/dropcap][dropcap]I[/dropcap]o mi chiamo Bramante, ho un cognome abbastanza impegnativo, perché come è noto Bramante era l’architetto del Cinquecento e lo zio di Raffaello Sanzio, nonché colui che ha codificato la prospettiva, stabilendo delle regole ben precise». Prende spunto proprio dalle architetture bramantesche, già dalle prime opere fotografiche, l’artista-fotografo siracusano Davide Bramante, che gira le città metropolitane del mondo immortalando i panorami dei suoi viaggi e le sue evoluzioni. Le cosiddette armoniche dissonanze, per riprendere il titolo della mostra che verrà inaugurata sabato 16 dicembre alla galleria d’arte Soquadro di Ragusa, dove resterà aperta al pubblico fino al 13 gennaio.
DISOBBEDIRE ALLE REGOLE. «La fotografia ha delle regole ben precise, simili alla matematica – osserva Davide Bramante, che ha insegnato tra Torino, Cagliari e Siracusa. Se vuoi fare una foto corretta devi usare diaframmi e tempi dettati dall’esposimetro, che è una scienza esatta. Se di queste cose invece non tieni conto, la foto in teoria non si può considerare corretta. E io, che conosco la storia e le tecniche della fotografia, cerco di non seguire le regole, ma di inventarne di mie». Secondo i manuali tecnici la maggior parte delle immagini di Bramante risulterebbe quindi errata. «Sono errate, ma tutte alla stessa maniera. Non sono errori di distrazione, ma metodici e codificati, che rappresentano la mia cifra stilistica». Insieme alla tecnica della doppia esposizione, che in realtà si traduce poi in scatti che vanno da quattro a nove sullo stesso fotogramma. Un modo di fotografare che va di pari passo con la sua personalità e con il suo modo di pensare e di vivere.
FINZIONE REALE E REALE FINZIONE. «Sovrappongo stati reali con l’immaginazione, sentimenti odierni con cose passate, generando una finzione reale e una reale finzione e creando un unicum nella mia mente. E nella fotografia» – sottolinea l’artista, che ha frequentato l’Istituto d’Arte di Siracusa e l’Accademia di Belle Arti di Torino, dove ha studiato scenografia. «Durante gli anni di studio ho capito che le materie che preferivo erano Storia dell’arte e Fotografia e mi sono appassionato sempre di più a questi due mondi, anche attraverso la frequentazione di diversi fotografi, uno su tutti Turi Rapisarda, di origine catanese, con cui abbiamo iniziato un percorso di arte fotografica e di amicizia che persiste tuttora».
DA SIRACUSA A NEW YORK. Oggi Davide Bramante fa base tra Siracusa, Ortigia e la campagna, dove si ferma per riposarsi, trascorrere un po’ di tempo con i suoi cani e ricaricare le pile in attesa del prossimo viaggio. «La vita va viaggiata è la filosofia che mi guida, e sono grato per essere riuscito a coniugare le tre cose che amo di più: la storia dell’arte, la fotografia e il viaggio», dice il fotografo-artista, che ha realizzato oltre settanta mostre tra personali e collettive ospitate nei musei, fondazioni e gallerie di tutto il mondo. Dal MoMa di New York al Palazzo delle Papesse di Siena, dal Palazzo delle Esposizioni di Roma alla Galleria di Arte Moderna di Sarajevo, per citarne alcune, dove ha esposto le opere in cui rivela la sua personale visione delle più grandi e belle città del mondo. «Non c’è un’opera a cui sono particolarmente affezionato, ma c’è una città con cui si è istaurato un legame speciale. È New York, dove sono già stato ventitré volte. Una città che può realizzare il sogno dell’artista contemporaneo con tutte le carte in regola». Dai panorami di New York a quelli di Ragusa e Modica, realizzati in esclusiva per l’esposizione ragusana. «Sono abbastanza legato a Modica, dove fino a qualche anno fa avevo una casetta, che ho ceduto a un artista. E tendenzialmente quando faccio una mostra fotografica cerco di fare un omaggio alla città che la ospita. Le foto di Ragusa, infatti, sono state realizzate appositamente per questo appuntamento e verranno esposte e vendute insieme a quelle di Tokyo, New York, Parigi, Roma. Oltre all’istallazione contemporanea di legno, vetro, specchi e foto che rappresenta una sorta di ritorno alle origini».