Nel 2017 il fotoreporter Jason Wambsgans si aggiudica il Premio Pulitzer raccontando la storia di tragedia e riscatto di un bambino colpito da una sparatoria a Chicago. Dimostrando quanta poesia risieda nello sforzo umano di rialzarsi

Ci sono fotografie che nascono d’istinto, quando un fotografo si trova nel posto giusto al momento giusto e scatta. Così quell’istante viene immortalato per sempre. Ci sono foto che nascono dentro un percorso, dentro una grande storia di amicizia. Questo è quello che è accaduto al fotoreporter  Jason Wambsgans del quotidiano “Chicago Tribune” , che ha vinto il premio Pulitzer nel 2017  nella categoria Feature Photography, per le sue foto di un bambino, Tavon Tanner, e di sua madre, Mellanie Washington, mentre insieme provano a superare il trauma di una sparatoria alla quale il bambino è sopravvissuto.

Questa la storia. Tavon, 10 anni, viene colpito da un proiettile la sera dell’8 agosto 2016, mentre si trovava con sua madre sul portico di casa sua, in West Polk Street, nel quartiere di Lawndale a Chicago. Viene colpito alla schiena vicino alla base del midollo spinale e il proiettile danneggia il pancreas, lo stomaco, la milza, un rene e il polmone sinistro. I danni hanno richiesto otto operazioni chirurgiche, di cui una per rimuovere il proiettile dopo diverse settimane. Tanner è stato colpito per sbaglio, in un quartiere in cui le sparatorie sono all’ordine del giorno.

Negli ultimi anni il fotografo aveva già provato a raccontare per immagini le storie della violenza di strada con particolari reportage. In soli sei mesi del 2016, a Chicago, 24 bambini sono stati vittime di sparatorie: ma seguire le loro storie per Jason è stato difficile e ha dovuto rinunciare. Con la madre di Tanner, invece, è stato diverso. Vedova di 39 anni con tre figli, la donna si era trasferita nel quartiere di Chicago quando Tavon aveva 9 anni, e dopo la morte del padre, deceduto per un colpo partito accidentalmente dalla sua pistola.

Il reportage del “Chicago Tribune” racconta i mesi successivi all’incidente, come lo chiama la madre, le paure di Tanner e dei suoi fratelli, il rientro a scuola e le difficoltà a riprendere una vita normale. Wambsgans ha incontrato Tanner e la sua famiglia dopo un mese dal grave ferimento e ha passato molto tempo con loro in ospedale, spesso anche senza scattare fotografie, diventandone amico. Il giovane fotografo, è stato premiato con il Pulitzer “per il superbo racconto di come un bambino di 10 anni e sua madre combattono per rimettere insieme i pezzi della vita del bimbo, ferito in una sparatoria a Chicago”.

Lo scatto qui presentato fa parte del più ampio reportage premiato che descrive tanti momenti della vita di Tavon fino alla sua guarigione. Descrive con drammatico realismo l’istante prima del secondo intervento subito da Tavor, quello per rimuovere la pallottola che aveva nella spalla. L’uso di un particolare obiettivo che rende sfocato lo sfondo, l’espressione della infermiera preoccupata, ma fortemente convinta che bisogna fare presto, insieme alla lacrima che scende nella guancia del bambino fanno di questa foto qualcosa di unico.

Tavor permette la registrazione fotografica del suo dolore perche insieme alla madre desidera fortemente che queste violenze nelle strade non accadano più. Per questo la mamma ha deciso di far avvicinare il fotoreporter del Tribune. Voleva che il mondo sapesse, perché i bambini come Tavon potessero essere protetti meglio in una grande città degli Stati Uniti, senza dover morire a causa di pallottole vacanti.

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