«Cambiano i fattori, le località più o meno inquinate, gli scarichi abusivi scoperti, i depuratori che non funzionano, rimane invariato il fatto che il mare siciliano che non goda di buona salute, anzi sia davvero messo male». Così Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, commenta le ultime rilevazioni di Goletta Verde, la storica campagna dell’associazione rivolta al monitoraggio e all’informazione sullo stato delle coste e delle acque italiane. Quest’anno in Sicilia, infatti, dei 26 punti monitorati ben 15 sono risultati oltre i limiti di legge.

Un quadro che, rispetto all’anno scorso, continua a non essere incoraggiante. «10 dei 14 punti giudicati inquinati o fortemente inquinati nel 2020 – afferma infatti Andrea Minutolo, responsabile nazionale dell’Ufficio Scientifico di Legambiente – erano stati giudicati oltre i limiti di legge anche nel corso della campagna 2019 a dimostrazione di come spesso la maladepurazione sia una malattia cronica di alcuni punti e non una semplice anomalia stagionale».  Ad un’auspicabile inversione di rotta nel modo di prendersi cura delle nostre coste non sono bastate purtroppo, come ricorda ancora Zanna «le multe salatissime all’Unione Europea per la mancata depurazione».

Secondo Goletta Verde, le criticità permangono anche sul fronte della cartellonistica informativa rivolta ai cittadini. Nonostante la responsabilità della segnalazione della qualità del mare e i dati delle ultime analisi ricada già da anni sui Comuni, ancora im pochi rispettano le norme vigenti. Stando ai dati, 6 dei 15 punti oltre i limiti di legge riscontrati in Sicilia sono sprovvisti di cartello di divieto di balneazione mentre sono solamente in 2 dei 26 punti monitorati, ci sono i cartelli informativi sulla qualità delle acque, che sono un obbligo di legge da diversi anni ormai e sono a carico delle amministrazioni comunali.

LE ZONE INQUINATE. Due i punti monitorati in provincia di Messina, entrambi sono risultati “fortemente inquinati”: si tratta della spiaggia libera sul lungomare Colombo, in località Divieto, nel Comune di Villafranca Tirrena e di un punto alla foce del torrente Patrì, in località Cantone, nel Comune di Barcellona Pozzo di Gotto. Sono stati invece 9 i punti campionati da Goletta Verde in provincia di Palermo, uno è risultato “fortemente inquinato” e si tratta del punto in mare sul lungomare Piano Stenditore, in località Porticello, nel Comune di Santa Flavia, mentre i 3 punti “inquinati” risultano essere uno sullo sbocco dello scarico Diaz, in località via Messina Marine a Palermo, uno sulla foce del torrente Nocella nella Contrada San Cataldo fra i Comuni di Terrasini e Trappeto e il terzo sulla foce del torrente Pinto in Contrada San Cataldo a Trappeto. Dei 3 punti indagati in provincia di Trapani è risultato “inquinato” il punto sulla foce del fiume Delia, sul lungomare di Levante di Mazara del Vallo. In provincia di Agrigento il punto sulla foce del torrente Cansalamone, in località Stazzone, nel Comune di Sciacca è risultato “fortemente inquinato”. Due i punti analizzati in provincia di Caltanissetta ed entrambi risultati “inquinati”: uno sulla spiaggia di fronte la foce del torrente Rizzuto nel Comune di Butera e l’altro sulla foce del fiume Gattano, in località Macchitella, nel Comune di Gela. A Siracusa, dei due punti campionati, solo quello di fronte la foce del Canale Grimaldi del Porto di Siracusa è risultato “inquinato. Sono 3 i punti analizzati nella provincia di Catania, tutti risultati “fortemente inquinati”. Il primo punto è sulla spiaggia di fronte il canale Forcile nella contrada Pontano d’Arci di Catania, il secondo in mare di fronte lo scarico fognario di Aci Trezza nel Comune di Aci Castello e il terzo sempre in mare, di fronte la foce del torrente Macchia in località Sant’Anna a Mascali. Infine, risulta “fortemente inquinato” anche il punto in mare sulla foce del fiume Alcantara in località San Marco nella contrada Pietrenere fra i Comuni di Giardini Naxos e Calatabiano, fra le province di Messina e Catania.

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