Londra. In una camera d’albergo un uomo riceve la visita di una donna che dice di essere la sorella di un suo vecchio amico. Riemerge un passato pieno di conflitti e interrogativi, in una continua scoperta di sé e dell’altro. «Quando ho letto il soggetto per la prima volta, mi è venuto spontaneo paragonarlo ad un film di Almodóvar. È avvincente, tragico, a tratti persino feroce. Sono sicuro che il pubblico rimarrà inchiodato alla sedia nel seguire il gioco psicologico tra i personaggi». Così Luigi Tabita ha voluto presentare Appuntamento a Londra, pièce teatrale del premio Nobel per la Letteratura Mario Vargas Llosa che debutterà in scena venerdì 1 dicembre al Teatro Stabile di Catania alle ore 20:45, con repliche fino al 10. Lo spettacolo rappresenta il secondo appuntamento di una trilogia tutta dedicata all’autore iberico e diretta da Carlo Sciaccaluga, che già lo scorso anno si è aperta con I racconti della peste. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere in anteprima con Tabita, che sul palco sarà affiancato da Lucia Lavia, in una performance che promette di affascinare il pubblico con un continuo rimando tra le dimensioni del reale e dell’immaginario, tra il mistero dell’amicizia e l’affermazione della propria identità.

Nonostante in scena compaiano soltanto due personaggi, il testo presenta una varietà di contenuti molto ampia. In che modo questa apparente semplicità della messa in scena si sposa con la profonda stratificazione tematica?
«Tutto lo spettacolo è incentrato sul rapporto tra Luca e Maddalena, su chi sono in realtà e cosa li lega profondamente. Ci si chiede quale sia la verità, se è davvero quella che ci viene raccontata, in un flusso emotivo molto forte in cui crescerà la suspense e ogni spettatore, alla fine, arriverà ad una sua lettura. Attraverso la dinamica tra i suoi personaggi, tuttavia, il testo indaga anche il tema dell’identità di genere permettoci di fare informazione sui temi lgbtq+. Un argomento al quale sono particolarmente legato».  

Dopo la messa in scena, l’anno scorso, di I racconti della peste, la regia di questo secondo appuntamento è stata affidata nuovamente a Carlo Sciaccaluga. Come sono stati questi mesi sotto la sua direzione?
«Credo che Carlo Sciaccaluga sia uno dei più importanti registi del panorama attuale. Fa parte di una nuova generazione, è molto giovane, colto, visionario e attento. Per me è stato un vero privilegio lavorare con lui, questi mesi hanno fatto parte di un viaggio meraviglioso percorso insieme, che mi ha permesso di crescere molto come attore e di entrare nel personaggio di Luca».

Non sarai da solo in scena: insieme a te l’attrice Lucia Lavia, che interpreterà la misteriosa Maddalena. Come si è sviluppato il vostro rapporto sul palcoscenico?
«Lucia è un’attrice straordinaria. Ci conosciamo da dieci anni, ma non avevamo mai lavorato insieme, e posso dire che finalmente è arrivata questa occasione. Lavorare con persone straordinarie come lei ti spinge sempre a fare di meglio. Ci vogliamo molto bene e spero che questa cosa sia una marcia in più in scena, per far arrivare meglio il testo e le parole dell’autore».

Ad “Appuntamento a Londra” farà seguito un terzo appuntamento conclusivo dedicato sempre a Vargas Llosa. A cosa si deve la scelta di portare in scena le opere di questo autore?
«Nonostante Llosa sia un autore premio Nobel e una figura centrale della letteratura, in Italia i suoi lavori non sono molto conosciuti. Da qui, il progetto del direttore del Teatro Stabile Luca De Fusco di dedicargli questa trilogia e fare scoprire le sue opere al pubblico nostrano. Credo che questa operazione stia avendo successo anche perché con la loro forza dirompente i testi che abbiamo proposto sono capaci di avvincere lo spettatore».

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