«Oltre il turismo culturale: Selinunte
sarà come Taormina
con Garrix e Sean Paul»

Il presidente del Parco Archeologico, Enrico Caruso, presenta i due concerti evento: «Il nostro sito non è sulla rotta delle navi da crociera. Occasioni come queste ci danno l’opportunità di far conoscere il parco archeologico più grande d’Europa»

Per il secondo anno consecutivo la musica conquista il Parco Archeologico di Selinunte, e lo fa prima con l’EDM firmata Martin Garrix (sabato 11) e poi con il raggamuffin’ del giamaicano Sean Paul (domenica 12). Il primo ritorna in Sicilia dopo la tappa dello scorso anno, che lo vide “aprire” il celebre tempio di Hera ai grandi eventi musicali, il secondo si prepara a incontrare i fan nella prima delle due tappe italiane (l’altra è in Sardegna, al Red Valley Festival di Arbatax).

Due concerti che fanno parlare di sé sia per gli artisti coinvolti sia per il luogo in cui si svolgeranno: la solennità dei templi e l’estrema contemporaneità della musica proposta creano un contrasto stridente ma affascinante. E no, contrariamente a quanto i più conservatori vi potranno dire, i volumi esagerati non scalfiranno i templi. Tutto è iniziato lo scorso anno, con le proposte dei privati al Presidente del Parco Archeologico, Enrico Caruso: «Per prima cosa, quando mi hanno parlato di Martin Garrix, ho voluto capire di cosa si trattava, che tipo di concerto avrebbe coinvolto il parco – spiega – . Ogni luogo ha delle qualità, e viene scelto proprio sulla base di quelle. Selinunte ha un suo background che ha fatto gola agli organizzatori dell’evento, e d’altronde è il loro lavoro trovare location sempre più interessanti, sempre più nuove. Si basa tutto sulla novità, no?». Al potere del contrasto tra solenne e contemporaneo s’è aggiunta allo stesso tempo la possibilità di «apertura al turismo» che eventi di questo tipo portano inevitabilmente con sé: «Taormina ha accolto la musica, sia quella colta sia quella pop, da tantissimo tempo – continua Caruso – e sulla stessa scia s’è accodata la Valle dei Templi di Agrigento. Con il concerto di Martin Garrix dell’anno scorso abbiamo avuto anche noi la possibilità di portare qui turisti, persone che magari non conoscevano Selinunte o siciliani che non erano mai stati da questa parte dell’isola. E allora abbiamo accettato». Più di quindicimila i paganti dello scorso anno, non è ancora disponibile il dato sulle presenze per queste due date ma seguendo il trend del 2017 i partecipanti ai due concerti dovrebbero aggirarsi sui venticinquemila: «E questo è un dato importantissimo – prosegue Caruso –. Considerate il fatto che, a differenza di Taormina ed Agrigento, Selinunte non è sulla rotta delle navi da crociera. A Selinunte ci vai se la conosci, altrimenti non sai nemmeno dove si trovi. Eventi come questi ci hanno dato, ci danno e ci daranno l’occasione di far conoscere un gioiello nascosto a un pubblico vastissimo».

Certo, appare chiaro come le decine di migliaia di ragazzini pronti a riversarsi nella zona non vengano a visitare il sito archeologico: «Un conto è il concerto, altra cosa è la gita culturale. Ma è un’operazione sempre vantaggiosa. La pubblicità che viene fuori per il parco è enorme. Le aziende che promuovono i concerti (uno degli sponsor, lo scorso anno, era Adidas, ndr.) di fatto finiscono per puntare i riflettori anche su Selinunte. C’è quasi un milione di visualizzazioni sul video di Martin Garrix in cui racconta la sua esperienza in Sicilia, a Selinunte. Per raggiungere quei numeri noi avremmo dovuto spendere una cifra molto alta in pubblicità, mentre in questo modo a costo zero abbiamo sponsorizzato il parco in tutto il mondo». Ci sono delle spese da affrontare, su questo non ci piove, ma «la quota pagata dalle organizzazioni viene poi usata da noi per la manutenzione, e con quei soldi continuiamo a pulire per diverso tempo».

Il modello adottato anche dal sito trapanese si propone quindi di raggiungere due obiettivi principali: rimpinguare le casse di un parco che non ha i numeri di realtà come Taormina o Agrigento e contemporaneamente far conoscere Selinunte nel mondo, sulla scia di quei siti archeologici o di alto interesse culturale che vengono visitati dai turisti appositamente per la loro presenza in film: si pensi a Erice, «protagonista» di una sequenza nel film Warner Bros. Aquaman, all’isolotto di Skellig Michael, in Irlanda, che da quando è apparso nella nuova saga di Star Wars è al tutto esaurito mesi prima della stagione in cui è possibile visitarlo (da fine maggio a settembre, tempo permettendo). «Questo è il modello da seguire – conclude Caruso – , Selinunte si è semplicemente posta sulla scia di quello che avviene già in altre parti dell’isola e dello Stivale».

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