Più italiana e più popolare: la ricetta dell’INDA per la stagione 2023

“Perché l’Inda è l’Inda!”. Parafrasando un celebre ritornello televisivo, osserviamo come dietro a una complessa macchina organizzativa si celi sempre una programmazione lungimirante e fattiva come quella dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, che conclusa da circa un mese e mezzo l’edizione 2022 – che quest’anno ha visto l’Agamennone di Eschilo, l’Edipo re di Soflocle, l’Ifigenia in Tauride di Euripide e un evento special con la trilogia completa dell’Orestea – è già all’opera per promuovere la sua stagione 2023. Proprio oggi, infatti, sono stati annunciati i quattro spettacoli che dall’11 maggio al 2 luglio andranno ad arricchire il cartellone del prossimo anno, parliamo del Prometeo Incatenato di Eschilo, della Medea di Euripide, de La Pace di Aristofane e di una novità assoluta, Ulisse, l’ultima Odissea, scritta e diretta da Giuliano Peparini. Ma dietro questa scelta c’è solo una linea programmatica o si cela qualcos’altro?

SIRACUSA CAPUT MUNDI. Reduce da un successo senza pari che ha visto quest’anno la presenza di oltre 140 mila spettatori sul colle Temenite, il doppio del 2021 dove con le restrizioni Covid si viaggiava a quota 76 mila, la prestigiosa Fondazione è già proiettata al futuro. E altrimenti non potrebbe essere per una kermesse che si sostiene principalmente attraverso lo sbigliettamento e per una città che nell’ultimo periodo ha visto crescere esponenzialmente il suo indotto per via dei grandi eventi internazionali che l’hanno interessata. A partire dalle riprese per il nuovo capitolo della saga di “Indiana Jones” di James Mangold, seguito dalla sfilata della maison Dolce&Gabbana che ha portato in Sicilia star mondiali e noti influencer come la cantante brasiliana Anitta, che su Instagram conta 63 milioni di follower, fino al compleanno di Madonna giunta a Noto per spegnere le sue sessantaquattro candeline. Se i ricavi per la città aretusea in epoca pre-pandemia si aggiravano intorno ai 40 milioni di euro, è verosimile che oggi quella soglia sia stata abbondantemente superata, soprattutto considerate le stime dei tour operator che parlano di un 12% in più rispetto al 2019. In attesa dei numeri effettivi è chiaro come il turismo sia diventato la priorità per l’agenda politica dell’isola, che questa estate ha attirato molti più viaggiatori stranieri che italiani. Ecco allora che per entrare a pieno titolo nei circuiti internazionali oltre alle strutture ricettive di alto profilo serve anche una pianificazione artistico-culturale d’impatto. D’altra parte il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, non ha mai fatto mistero di voler ampliare la programmazione del Teatro Greco che questa estate ha ospitato anche concerti di musica leggera come i live di Claudio Baglioni, Ludovico Einaudi, Gianna Nannini, Fiorella Mannoia ed Elisa che hanno fruttato 1,4 milioni di euro d’incasso lordo e 9 milioni di euro di indotto, fra ristorazione, ricezione e trasporti, e che con molta probabile avranno un seguito anche negli anni avvenire.

Il CDA NON RICONFERMA CALBI. Tornando all’Inda, l’aver annunciato per tempo il cartellone sicuramente garantirà alla Fondazione la possibilità di avviare un lavoro più articolato non solo con gli istituti scolastici nazionali ma anche con le agenzie di viaggio, attirando potenzialmente turisti da tutta Europa. Anche perché l’eccezionalità dell’evento che da oltre cento anni riporta sulle scene le opere degli autori classici in uno dei teatri che è stato espressione somma della Magna Grecia in Sicilia, non è qualcosa a cui si può assistere tutti i giorni. Fermo restando che il repentino annuncio potrebbe essere legato alla scadenza della nomina di Antonio Calbi, che con molto probabilità non sarà riconfermato come sovrintendente dell’Inda. Come si apprende dallo stesso sito è in atto un bando per la selezione di un suo successore, dopo che il Consiglio di amministrazione ha proposto al Mibac una terna di nomi fra cui compaiono: Giuseppe Acquaviva, direttore artistico del teatro Sociale di Camogli, l’attore Luca Lazzareschi e Luciano Messi sovrintendente allo Sferisterio di Macerata. Non è quindi strano che Calbi, le cui scelte sono state risolutive in frangenti molto delicati come la pandemia e da sempre sostenuto dagli ambienti culturali siracusani, abbia deciso di concludere il suo mandato in questo modo.

VISIONE ITALIANOCENTRICA. Balza subito all’occhio un cambio di rotta che vede la presenza di soli registi italiani, laddove in passato si è optato anche per artisti internazionali, pensiamo alla Fura dels Baus, a Robert Carsen ma anche a Muriel Mayette. Lieto ritorno per Daniele Salvo che dopo Edipo a Colono del 2009, Aiace del 2010, Edipo Re del 2013 e Coefore Eumenidi del 2014 dirigerà la commedia di Aristofane mentre allo sperimentatore Federico Tiezzi, vincitore di numerosi Premio Ubu, dopo aver firmato la regia di Ifigenia in Aulide di Euripide nel 2015 ritorna al Teatro Greco per portare in scena la vendicativa sposa di Giasone. Debutto invece per Leo Muscato, regista di prosa e lirica chiamato a confrontarsi con il Prometeo Incatenato tradotto dal cantautore Roberto Vecchioni, mentre Giuliano Peparini, metterà in scena per quattro sere, fra giugno e luglio, Ulisse, l’ultima Odissea opera ispirata alla sua Odissea. Non è forse da sottovalutare il fatto che il regista romano oltre che noto coreografo e ballerino è stato per sei edizioni direttore artistico del talent show Amici di Maria De Filippi, del programma House Party su Canale 5 e di Uà – Uomo di varie età di Claudio Baglioni oltre ad aver curato le coreografie della sfilata di D&G a Venezia. Forse si vuole ampliare ancora di più la fetta di pubblico a cui ci si rivolge puntando a una maggiore spettacolarità dell’evento? È prematuro giudicare in questo momento, quello che ci si auspica è che al più presto si potenzi la rete infrastrutturale per agevolare gli spostamenti con gli aeroporti e con le altre città siciliane e che ci sia da parte della sovrintendenza ai Beni Culturali una supervisione costante dell’edificio teatrale dopo l’allarme lanciato dagli archeologici sui potenziali rischi a cui il Teatro potrebbe andare incontro. Solo in questo modo si potrà giocare appieno la carta del turismo culturale.

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