Credere nell’umano dopo aver vissuto l’orrore dei gulag: al Nuovo Sipario Blu va in scena “Il ritorno”
È possibile restare umani dopo avere trascorso trent’anni rinchiusi in un gulag per aver avuto il coraggio di dire che la libertà è importante come la vita stessa? Questo l’interrogativo a cui risponde “Il Ritorno”, monologo teatrale scritto e interpretato da Irene Muscarà ispirato al romanzo “Tutto scorre” di Vasilij Grossman, che andrà in scena a Catania presso il teatro “Nuovo Sipario Blu” (Via dei Salesiani 2, Catania) sabato 1 luglio alle ore 20.30. Lo spettacolo è organizzato dalla Fondazione Francesco Ventorino in collaborazione con il Centro Culturale di Catania.
“Il ritorno” racconta la storia di Ivan Grigor’evič, prigioniero in un gulag siberiano per trent’anni che ritrova la libertà lo stesso giorno – il 5 marzo 1953 – in cui muore il dittatore sovietico Iosif Stalin. Per Ivan inizia quindi un viaggio per cercare di rimettere insieme i pezzi della sua vita. «Il protagonista – ha spiegato Muscarà in una intervista per il giornale online Tempostretto – ritorna a Mosca dove rivede il cugino. Dopo si sposta a Leningrado e scopre che la donna che amava in realtà è viva. I suoi incontri rivelano quanto tutto e tutti siano cambiati, mentre ogni cosa di lui, il suo stesso odore, parla dei gulag e del dolore vissuto». Con rara finezza psicologica, la Muscarà mette a nudo le sofferenze di uomo che si accorge di aver perso tutto, fuorché la sua umanità. Il testo alterna così gli incontri del protagonista con le sue riflessioni su temi quali la vita nel campo di prigionia, la condizione umana e il valore irriducibile dell’individuo.
L’attrice messinese, diplomatasi nel 2011 presso l’Accademia di Arte Drammatica di Mosca dove per molti anni ha lavorato per il teatro e il cinema, dopo avere portato in scena a Messina “Le cinque sorelle” di Cechov si confronta con il testamento spirituale di uno dei maggiori autori del XX secolo. «Approcciandomi al testo di Grossman – ha aggiunto l’attrice nella medesima intervista – la cosa che più mi ha colpito è la sua straordinaria attualità. Non soltanto per la sua rilevanza rispetto agli attuali accadimenti, ma soprattutto per il suo messaggio che valori e speranza riescono a persistere anche in mezzo alle tenebre». Un monologo di straordinaria intensità che vede l’attrice prestare voce e volto all’intero cast di personaggi. Unici protagonisti di una produzione che opta per una scena priva di orpelli per dare massimo risalto ad una vicenda che parla direttamente al presente: «La storia che racconto in “Il Ritorno” è certamente impegnativa. Ma credo che il messaggio che veicola sia importante. Anzi, necessario».