Polarizzazione e cattiva politica. Quella spagnola non è un’anomalia
Cosa sta succedendo in Spagna? Il Governo cerca l’appoggio di un fuggitivo che si rifugia in Svizzera. Un’anomalia? Certamente. Puigdemont, il fuggitivo, ha chiesto una legge sull’amnistia che gli permetta di tornare in patria. Un’anomalia? Senza dubbio. Le leggi sull’amnistia non sono fatte per avvantaggiare una sola persona. Ma Puigdemont non solo vuole una legge di amnistia, vuole anche assicurarsi che venga applicata dai giudici in un certo modo. Un’anomalia? Sì, ma, purtroppo, è un’anomalia sempre più frequente. Il capo del governo, Sánchez, assicura che l’amnistia sarebbe un’opportunità per «superare le ferite della Catalogna», per fare un passo avanti nella convivenza. È un’anomalia? No, è un esercizio di cinismo.
In molte democrazie mature esistono leggi sull’amnistia che permettono di voltare pagina. Ci sono momenti in cui è giusto e necessario farlo. Queste leggi di solito richiedono maggioranze forti, come quelle necessarie per riformare le Costituzioni. Il problema non è che Sánchez voglia approvare una legge di amnistia, ma che abbia il sostegno soltanto della metà dei deputati mentre ad opporvisi, secondo i sondaggi, è il 70% degli elettori. Un’amnistia con così scarso sostegno e i cui beneficiari non sono disposti a lasciarsi il passato alle spalle è una bomba a orologeria. Se dovesse ottenerla, Puigdemont non la considererà un “punto d’arrivo”.
In Catalogna ci sono, senza dubbio, ferite da rimarginare. Il sostegno per l’indipendenza è sceso al 38%. Ma le prime tre forze politiche nel Parlamento catalano (che rappresentano più del 60% dei voti) difendono, anche se non è molto chiaro in cosa consista, “il diritto di decidere”. Alcune ferite sono state causate dal non aver rispettato i limiti tra ciò che è proprio della politica e ciò che invece è proprio delle istituzioni. E questa non è un’anomalia, è un fantasma che attraversa tutta l’Europa e parte dell’America.
Nel 2003 Zapatero promise che, in qualità di primo ministro, avrebbe approvato la riforma dell’Estatut (la costituzione regionale) che sarebbe arrivata dalla Catalogna. Ha confuso la sovranità nazionale, che gli aveva dato la maggioranza per governare, con la democrazia. Le maggioranze non hanno un mandato illimitato. Zapatero ha incoraggiato i catalani a credere che la loro sovranità, espressa in un referendum a favore della riforma dell’Estatut, non avesse limiti. Ma Zapatero non poteva mantenere ciò che aveva promesso, né i catalani avevano la sovranità che il nazionalismo/indipendentismo attribuiva loro. In quel frangente, la politica voleva forzare e colonizzare le istituzioni dello Stato. Dal canto suo, l’opposizione del Partito Popolare (PP) voleva che la Corte Costituzionale correggesse l’Estatut. Era nei suoi poteri. Ma aspettarsi che sia la Corte Costituzionale a risolvere un conflitto politico significa attribuire alle istituzioni un compito che non hanno. È un’altra forma di colonizzazione politica.
Il fenomeno si è ripetuto nel 2017. Puigdemont, con il sostegno dei partiti indipendentisti, ha indetto un referendum illegale e poi ha dichiarato l’indipendenza. Hanno indotto molti a credere di essere detentori di una sovranità di cui in effetti non potevano disporre. All’epoca, il Governo guidato dal Pp ha reagito tardi. Ha fatto politica, ma si trattava di cattiva politica. Ha peccato di ingenuità e ha creduto che il referendum non si sarebbe tenuto e che l’indipendenza non sarebbe stata proclamata. Quando gli eventi sono precipitati, la polizia è stata messa alle strette e costretta a reagire ricorrendo alla violenza. Non è stata una reazione sproporzionata, ma forte. Forza che poi sarebbe poi stata strumentalizzata per parlare di repressione. E il Pp ha chiesto di nuovo alle istituzioni di risolvere un conflitto politico. In questo caso, si è appellato alla Corte Suprema per una condanna penale. Il processo presso la Corte Suprema è stato impeccabile e i giudici hanno fatto il loro dovere imponendo condanne per condotte, non idee, che erano in linea con i reati definiti. Ma una sentenza di condanna, da sola, non è sufficiente.
La Spagna è un chiaro esempio della polarizzazione che domina il mondo occidentale. Una polarizzazione che non avviene per ragioni ideologiche ma il cui unico obiettivo è occupare spazi, colonizzare tutto: istituzioni e cuori.
Questo articolo è disponibile anche nella versione originale in spagnolo su paginasDigital