Medaglia d’oro al prestigioso Concorso Tchaikovsky ottenuta nel 2015 a soli vent’anni, Andrei Ioniță è oggi uno dei più acclamati virtuosi del violoncello, capace di incantare le platee di tutto il mondo al fianco dei più grandi direttori d’orchestra. Venerdì 23 febbraio, il musicista rumeno sarà protagonista a Catania di un concerto solista che lo vedrà confrontarsi con un repertorio di grande fascino, il quale promette di mettere in risalto la miscela di abilità tecnica e sensibilità musicale che da sempre rappresenta la sua cifra stilistica. L’appuntamento, alle ore 21:00 presso il Teatro Sangiorgi, è parte del cartellone della 48esima stagione concertistica dell’Associazione Musicale Etnea.

Di sicuro interesse, per il pubblico catanese, sarà la scaletta proposta. Quest’ultima prenderà le mosse da due composizioni di J.S. Bach, tra le prime opere per violoncello solista. Come già chiaro dal Preludio, al tempo stesso sacrale e solenne, giocoso e onirico, la “Suite n. 4 in mi bemolle maggiore per violoncello solo, BWV 1010” rappresenta una delle vette delle opere scritte dal compositore barocco per strumento solista e che promette di mettere in risalto il talento di Ioniță. L’estro compositivo del primo movimento trova un contraltare nell’alternanza tra dinamismo e stasi nell’Alemanda, che cede il passo al trasporto della Corrente, al tono meditativo della Sarabanda e a quello festoso della Giga. La “Suite n. 5 in do minore (con scordatura) per violoncello solo, BWV 1011” si fa notare subito per la particolare accordatura richiesta dal compositore, in sol invece che in la, e stupisce con un Preludio che è una vera e propria Ouverture francese. In molti, infine, riconosceranno la fascinosa e, a tratti misteriosa, semplicità della Sarabanda. 

A seguire, in programma, la “Sonata per violoncello solista, Op. 25/3”del compositore tedesco Paul Hindemith, considerato tra i pilastri della musica del XX secolo. Composta nel 1922, la Sonata è un’opera audace e innovativa, che si snoda in cinque movimenti molto diversi tra loro: Il primo, Lebhaft, molto marcato, è un inizio vivace e incisivo, con note che danzano come fiamme. Il secondo, Mäßig schnell, gemächlich, è invece moderato e rilassato, come un respiro profondo. Il terzo movimento, Langsam, è lento e contemplativo, con melodie che si snodano come fili d’argento. Il quarto, Lebhafte Viertel, dal ritmo vivace si caratterizza per quartine che scintillano come stelle nel cielo notturno. L’ultimo movimento, Mäßig schnell, conduce verso un finale moderato, che si dissolve nell’aria come un sogno.Il pubblico catanese avrà modo di ascoltare anche la Suite in re minore di Gaspar Cassadó. Composta nel 1926 e dedicata al violoncellista tedesco Francesco von Mendelssohn, essa è strutturata in tre movimenti ispirati ad altrettante danze: la Sarabanda, lenta e solenne, la Sardana danza tradizionale catalana a ritmo alternato veloce-lento, e la Jota, danza popolare nazionale dell’Aragona.

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