Ci sono vie dell’affascinante New York che rivivono nelle nostre menti come set di scene dei grandi film; basti pensare alla Fifth Avenue dove si reca Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany o a Sutton Place nella scena della panchina di Manhattan di Woody Allen. Ciò che, però, è meno noto è che proprio ad alcuni di questi luoghi è legato il nome di un illustre siciliano: l’architetto Rosario Candela.

Rosario Candela

DALLA SICILIA AGLI USA. La sua storia inizia nella provincia di Palermo, esattamente a Montelepre, dove nacque nel 1890 e da cui partì verso gli Stati Uniti intorno al 1909. Figlio di un imbianchino, Michele Candela, e di Giuseppina Pizzurro, nonostante il giovane Rosario avesse una conoscenza minima della lingua, riuscì a laurearsi in architettura presso la Columbia University nel 1915. Questa attitudine ambiziosa lo portò, dopo i primi lavori come disegnatore, ad aprire il suo studio nel 1920 a Madison Avenue; un passo verso la realizzazione del sogno americano che ricevette da subito buoni riscontri, con diverse commissioni da imprenditori e costruttori con cui realizzò i suoi celebri design. Un clima dinamico di collaborazioni in campo edile che ha portato alla trasformazione di alcuni quartieri marginali in nuovi distretti per una clientela di lusso. All’inizio lavorò soprattutto a Manhattan, città per cui progettò e collaborò con altri addetti ai lavori per la realizzazione di circa 75 appartamenti. L’apice del suo successo arrivò soprattutto durante la Jazz Age degli anni ’20 nella Upper East Side. Un lavoro intenso che subì un forte rallentamento con la crisi economica che colpì l’America nel 1929, ma durante il quale continuò a lavorare ad altri progetti, come la sua casa di Harrison e la Regency Parks (poi Regency Gardens). Anni in cui la sua attenzione si concentrò anche sulla crittografia: a quanto pare, riuscì a decodificare i messaggi criptati nel 1898 da Étienne Bazeries, comandante dell’esercito francese e ritenuto l’autore di un metodo inaccessibile. Candela scrisse anche due libri sull’argomento, uno dei quali contiene le sue lezioni di crittografia presso l’Hunter College di New York, dove tenne una cattedra a partire dal 1941. Morì nella sua casa di Mount Vernon nel 1953.

STILE. Nel 2018 il Museum of the City of New York, che custodisce la storia, la cultura e il percorso di trasformazione della città, ha organizzato la mostra Elegance in the Sky: The Architecture of Rosario Candela, alla scoperta dell’eredità lasciata dal celebre architetto siciliano che ha dato forma al luxury living della Manhattan degli inizi del XX secolo. Il design, divenuto poi tipico, degli edifici prima dello scoppio della Guerra Mondiale che caratterizzano il paesaggio urbano di luoghi iconici come Park Avenue, Fifth Avenue e Sutton Place, le housing cooperative 960 Fifth Avenue e 720 Park Avenue, le decorazioni in stile Art Deco nel periodo fra le due grandi guerre, attici, terrazze e interni dallo stile sobrio, funzionale ma allo stesso tempo elegante. Così l’architetto emigrato dalla Sicilia è diventato punto di riferimento nella trasformazione di New York, dove grazie a un’efficace campagna spinse molti facoltosi a lasciare le loro case private per trasferirsi nelle “eleganti dimore nel cielo”, connubio di lusso e comodità ancora oggi molto apprezzate e ricercate, cambiando così il paesaggio urbano della città.

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