Se la Sicilia riparte dall’Etna Doc:
il “modello Milo”
In che modo la pandemia ha impattato su un settore di nicchia, ma di valore, come quello della produzione dei vini dell’Etna? Quali sono i segnali di ripresa? E in che modo è possibile trasformare un’eccellenza, come l’Etna Bianco Superiore, in un modello da replicare per il rilancio di un territorio?
Se pensiamo che la produzione degli Etna Doc sia principalmente destinata al settore “Horeca”, ovvero quel contesto di Hotellerie-Restaurant-Cafè così diverso dalla grande distribuzione che ha resistito durante i mesi di lockdown, non è difficile comprendere quali siano state le conseguenze dell’emergenza sanitaria sugli imbottigliamenti. Questi ultimi fino a maggio hanno fatto registrare sull’Etna un calo del 30% rispetto all’anno precedente, oggi, questo dato è sceso al 12%.
In fondo al tunnel, insomma, sembrerebbe intravedersi la tanto agognata luce, complice anche la ripresa di eventi importanti come la ViniMilo, che si svolge in questi giorni e che pur facendo a meno della manifestazione di piazza, si pone come segnale per i tanti lavoratori del settore. Ne è convinto anche Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud e la coesione territoriale: «Al Sud – ha spiegato durante la conferenza stampa di presentazione della kermesse presso la tenuta Barone di Villagrande – troppo spesso la parola eccellenza fa rima con eccezione, ma qui a Milo c’è un sistema territoriale che funziona, a cominciare dalle istituzioni e dalla capacità di cooperazione dei produttori non solo vinicoli, ma anche di altri prodotti d’eccellenza. La capacità di fare sistema, di integrarsi con un turismo sostenibile, con una oculata gestione del territorio, sono tutti elementi che dimostrano come qui non si faccia solo un vino dell’Etna straordinario, ma anche un modello di successo e di sviluppo nel segno di un Sud produttivo e che lavora, e non assistito e tollerato».
I VINI ETNA DOC. Tra terrazzamenti in pietra lavica, muretti a secco e paesaggi mozzafiato, l’Etna rappresenta uno scenario davvero unico per la produzione vinicola. Qui, grazie alle colate sovrapposte, il contesto è ideale per varianti di carricante, nerello mascalese e cappuccio. «La denominazione Etna rappresenta l’1% della superficie siciliana (1080 ettari, poco più di quella del Barbaresco ndr) – spiega il direttore del Consorzio Etna Doc, Maurizio Lunetta – ma il valore delle sue uve vale il 5% di quello complessivo. Ciò vuol dire che questo territorio si stacca dal complesso vitivinicolo regionale per qualità e singolarità». La programmazione del Consorzio è orientata alla promozione e alla tutela delle imprese medio piccole, le quali rappresentano la maggior parte delle 173 aziende che imbottigliano in questo territorio a “C rovesciata”, che va dal versante Nord a quello Sud del vulcano. «In questo senso – continua Lunetta – il lavoro che insieme ai produttori abbiamo fatto ha consentito, ad esempio, di diminuire i limiti progettuali: oggi per avviare una piccola cantina sono sufficienti due ettari di terreno». Sull’Etna, lo scorso anno sono stati imbottigliati poco più di 32mila ettolitri di vino, con una crescita del 20% rispetto all’anno precedente. E se, all’interno della denominazione, la tipologia “Etna Rosso” è la più nota e importante in termini quantitativi, quella dell’Etna Bianco, con poco più di 9000 ettolitri, è la seconda, seguita da Etna Rosato con 2500 ettolitri, e Etna Spumante.
L’ETNA BIANCO SUPERIORE E IL TERRITORIO DI MILO. Tra le eccellenze del territorio vi è senza dubbio l’Etna Bianco Superiore, un vino DOC prodotto da uve carricante provenienti esclusivamente dal territorio di Milo. Nel corso degli ultimi cinque anni questo vino ha registrato una crescita in superfici rivendicate (da 25 a 38 ettari, +54%), in uve rivendicate (da 868 quintali a 1.613, +85%), in vino imbottigliato (da 218 a 404 ettolitri) e in numero di produttori certificati: erano tre nel 2015, nel 2019 sono diventati sette. «La quarantesima edizione della ViniMilo – spiega il sindaco della cittadina etnea, Alfio Cosentino – in questo senso, rappresenta un modo per onorare l’impegno di tutte le donne e gli uomini del mondo del vino dell’Etna che con passione investono tempo e risorse in quest’attività e che, come confermano i numeri, produce valore per il territorio di Milo e la sua gente».
IL PROGRAMMA VINIMILO 2020 In programma due eventi dedicati ai vini da suoli vulcanici realizzato in collaborazione con l’associazione Volcanic Wines che riunisce centinaia di produttori italiani: Volcanic Wines/Storie di bastardi ed eroi (degustazione di dodici vini 28/08, ore 19.30, Centro Servizi); Volcanic Wines/Storie di grandi chef di cucina e di grandi vini (cento etichette da suoli vulcanici in abbinamento a sei proposte gastronomiche, 29/08, ore 21, Barone di Villagrande); “L’Etna fra i territori dei grandi Bianchi” (degustazione comparata tra Etna Bianco Superiore e grandi bianchi internazionali a cura dell’azienda Benanti, 04/09, ore 19, Centro Servizi); un convegno in collaborazione con l’INGV di Catania (5/9, con il Direttore Stefano Branca) e uno con l’Università di Catania (ospite il docente Rosario Faraci), la Strada del Vino dell’Etna e il Consorzio sul tema enoturismo post-covid; degustazioni di vini dell’Etna di 10 anni fa (a cura dell’enologo e produttore Salvo Foti), grappe e prodotti tipici siciliani con SlowFood Catania. Nei due weekend escursione con il CAI, spazio alla lettura, con l’Enoteca Letteraria e incontri con scrittori e giornalisti, e con la Land Art di Alfio Bonanno, l’artista di fama internazionale autore di installazioni con materiali naturali disseminate lungo i boschi di Milo. Venerdì 11 l’annullo filatelico di Poste Italiane per la 40esima edizione della ViniMilo (Centro Servizi, dalle ore 16).