Ci troviamo poco fuori la città di Siracusa, nel comune di Priolo Gargallo, terra tristemente nota per ospitare uno dei più grandi poli petrolchimici d’Europa. Qui da vent’anni la Riserva naturale orientata Saline di Priolo, istituita dalla Regione Siciliana e gestita da Lipu-BirdLife Italia, lavora per ridare spazio al verde, dignità alla popolazione e turismo al territorio. «La peculiarità di Saline di Priolo è che, nonostante il contesto, è l’unico sito di nidificazione di fenicotteri in Sicilia, sebbene siano visibili anche altrove. Nel 2019 abbiamo contato ben 453 coppie nidificanti, dalle 70 del 2015», ci spiega Fabio Cilea, biologo ambientale e direttore della Riserva rifugio per il 40% delle specie di uccelli osservate in Italia. Lo abbiamo intervistato per capire come sono riusciti a creare questo “miracolo” di 50 ettari che, dopo il terribile incendio del luglio scorso, tornerà fruibile entro poche settimane.

«Che ci sia un global warming in atto e che impatti anche sulla mobilità degli animali è un dato di fatto. Ma che sia questo a portare i fenicotteri a Priolo non penso. Perché non a Pachino o Rosolini?

LE RAGIONI DI UN HABITAT FELICE. «Fino al recente passato, i fenicotteri si fermavano in Sicilia principalmente per fare tappa sulla via per l’Africa. A causa dell’innalzamento delle temperature, non hanno più bisogno di arrivare in Africa e molti si fermano a Priolo». Lo sostengono Marcello Di Paola e Gianfranco Pellegrino in “Nell’Antropocene. Etica e politica alla fine di un mondo” (DeriveApprodi, 2018). Una tesi che non trova d’accordo il direttore. «Che ci sia un global warming in atto e che impatti anche sulla mobilità degli animali è un dato di fatto. Ma che sia questo a portare i fenicotteri a Priolo non penso. Perché non a Pachino o Rosolini? Il pantano di Priolo era pieno di spazzatura e attraversato da un oleodotto che abbiamo bonificato tramite la realizzazione di una strada al suo centro. Di quella strada abbiamo lasciato alcuni pezzi diventati isole artificiali e sono queste a favorire la nidificazione dei fenicotteri perché posti sicuri contro i predatori. Non ci dimentichiamo poi che si tratta di un’area umida salmastra, ambiente d’elezione per la specie».

Foto Fabio Cilea
Foto Fabio Cilea

VITA DA FENICOTTERO. Ma come vivono questi esemplari? «I fenicotteri sono monogami per la stagione: giungono qui verso gennaio-febbraio ed entro marzo formano le coppie che si sciolgono con il volo dei pulcini. Fino a prima però sono un vero e proprio nucleo familiare»: così Cilea soddisfa ogni nostra curiosità sugli animali dalla livrea rosa. «All’arrivo i maschi fanno una spettacolare parata per farsi notare dalle femmine e sincronizzare la deposizione delle uova che avviene ad aprile quasi contemporaneamente per tutta la colonia, un modo per proteggere dalle predazioni i futuri pulcini, graziosi animali di colore grigio veramente belli. Ne nasce uno per ogni coppia: i genitori lo custodiscono sotto le ali appoggiando leggermente al suo il loro becco. A un certo punto tutti i piccoli vengono adunati in quella che chiamiamo nursery dove li gestiscono pochi adulti come dei veri maestri; il resto vola nelle aree umide vicine per cercare cibo».

«Questo è ancora un territorio industriale i cui problemi non si possono risolvere in alcuni decenni, serve una riconversione delle strutture»

UN PANORAMA UNICO. Casa felice dunque per l’iconico animale, nonostante l’infelice cornice. «La Riserva contrasta con il polo industriale che la circonda. Ma se oggi posso riqualificare la Riserva è per un finanziamento del polo industriale. Venti anni fa parlare di turismo a Priolo era utopia. Nel 2018 sono stati 17.200 i visitatori, di cui quasi mille stranieri, pochi ma in crescita rispetto ai 50 del 2013. E per i priolesi è un punto di riferimento, dove possono godere di svago all’aria aperta. Che tutti contribuiscano è positivo perché favorisce la cittadinanza. Purché non diventi mai un giustificativo», tiene a precisare Cilea. Che aggiunge: «Questo è ancora un territorio industriale i cui problemi non si possono risolvere in alcuni decenni, serve una riconversione delle strutture». Così tra miasmi e silos, Priolo mostra un volto gentile: è la Sicilia della resilienza. Questa riserva non fa che confermare quel che i grandi della letteratura hanno scritto: che la nostra è una terra di eccezioni, ossimori e struggenti bellezze.

Foto Fabio Cilea

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