Il dispositivo elettronico, presentato in occasione della prima delle “Colazioni” alla “Fondazione Oelle”, sarà applicato all’Orto Urbano del Four Point Sheraton Catania

Un dispositivo in grado di generare, sulla base delle condizioni atmosferiche e di luce, un tappeto sonoro che stimoli le piante. Questa l’idea alla base dell’applicazione sviluppata dall’ingegnere del suono Michele Spadaro per l’orto urbano della Fondazione Oelle. «Per ottenere questo risultato – racconta, durante la “Colazione in Fondazione” organizzata lo scorso gennaio – ho collegato a una scheda Arduino un sensore atmosferico, dei termometri e dei sensori di luce e di pressione. Al momento lo sviluppo hardware è completo, mentre sto ultimando la parte software».

Che tipo di musica verrà prodotta da questo sistema?
«L’idea è quella di andare a toccare delle frequenze che siano piacevoli per le piante. Il risultato non sarà una musica “convenzionale”, ma dei suoni d’ambiente che moduleranno in maniera molto lenta. Poiché, ad esempio, la temperatura può cambiare di un grado l’ora, sto lavorando su un metodo che riesca ad esprimere questo cambiamento in maniera musicale».

In che modo la musica può favorire lo sviluppo delle piante?
«Su questo tema sono stati pubblicati numerosi testi scientifici, che sono la base del mio lavoro. La parte che m’interessa di più riguarda il modo in cui i vegetali percepiscono le vibrazioni. L’impatto, in ogni caso, sarà più sulla qualità del prodotto che non sulla fertilità. E poi naturalmente si tratta di un esperimento scientifico che ha una sua valenza artistica».

In questo senso, come si coniuga arte e scienza nella sua formazione?
«Ho trascorso gli ultimi anni della mia vita lavorando degli studi di audio production: prima a Londra e poi a Milano – e ho avuto modo di occuparmi di molte cose. Amo suonare il basso e programmare circuiti allo stesso modo. Le mie competenze sono al 50% da ingegnere del suono e al 50% da compositore. Questa è una grande risorsa».

Questo sistema è sviluppato utilizzando una scheda “Arduino” e si basa in parte su software Open Source. Si tratta di scelte tecniche o di filosofia di pensiero?
«Direi entrambe: nella mia esperienza di programmazione ho sempre amato Open Source. Arduino, poi, rende la vita molto più semplice perché permette di aere un confronto con una community costante».

L’orto urbano della Fondazione Oelle

Il nostro impegno è offrire contenuti autorevoli e privi di pubblicità invasiva. Sei un lettore abituale del Sicilian Post? Sostienilo!

Print Friendly, PDF & Email