Un giorno di qualche settimana fa l’associazione Asai (Associazione di Animazione Interculturale) scrive ai volontari: «Chi vuole venire? Andremo a scoprire insieme la realtà del Rifugio Fraternità Massi ad Oulx, che accoglie dal 2018 i migranti di passaggio in Alta Val di Susa che tentano di attraversare il confine con la Francia. La mattina i volontari del rifugio ci racconteranno la loro testimonianza. Il pomeriggio parteciperemo alla passeggiata da Claviere al Monginevro, che ogni giorno viene compiuta dai migranti per attraversare la frontiera». Così la volontaria Milla va, ascolta, prende appunti, fotografa. Sono i disegni che raccontano i migranti. Guardare le carte geografiche, i fogli disegnati, gli avvisi è come leggere un racconto poetico di Gabriel García Márquez. Per un attimo Milla ha l’impressione che il mondo le venga incontro con i suoi cammelli, i suoi fiori, le sue bandiere, le sue stelle. I nomi dei luoghi e dei ragazzi portano in Tunisia, Algeria, Marocco, Camerun, Costa d’Avorio, Sud Sudan, Burundi, Sahara, Iran. Ci sono tanti Mohammed, Mostafa, Sana, Ilam, Fanouch, Malik, Sarra, Sirine, Gachita. Molti non conoscono la montagna, non l’hanno mai vista a differenza di quelli che sempre più spesso arrivano dall’Afghanistan, dal Bangladesh, dal Pakistan.

RICORDARE CIÒ CHE FA BENE. È Piero, del Rifugio Massi, che racconta – insieme a due donne volontarie – quante persone arrivano disidratate, infreddolite, con segni di tortura, con segni invisibili che mai riusciranno a curare. In Croazia, al confine, per non farli passare li umiliano lasciandoli senza scarpe, senza vestiti, li bastonano sotto le piante dei piedi. Nei giorni scorsi sono arrivati otto minori di 16 anni di cui quattro dall’Afghanistan: hanno impiegato un anno ad arrivare fino ad Oulx. Ciò significa che sono partiti che avevano 15 anni. Quando arrivano in Francia finiscono in una struttura per i minori come prevede la legge europea che tutela i minori.
Eppure nei disegni nessuna traccia di questi orrori, come a voler ricordare ciò che fa bene e non ciò che fa male. Un disegno racconta il lungo viaggio che qualcuno ha compiuto per arrivare in Italia: Marocco, Turchia, Albania, Grecia, Montenegro, Serbia, Ungaria, Slovenia, Italia. Un viaggio che qualsiasi europeo in aereo può compiere in un massimo di 3 ore!

Foto ©Milla

TRACCE E RICORDI. Il rifugio della Fraternità Massi dona ospitalità a chi è di passaggio con l’eccezione di alcune persone della Costa d’Avorio, scappati dalla Tunisia, di circa 40, 50 anni che non riescono più a viaggiare e che al momento sembrano stanziali all’interno del rifugio. Due operatori lavorano sempre, con turni di 12 ore, per accogliere chiunque bussi alla porta. Ognuno con bisogni diversi: per la provenienza dei migranti, per lo stato psico-fisico in cui si trovano, per l’età, se hanno problemi sanitari (la scabbia, i piedi distrutti…), se sono famiglie, individui singoli o minori. Il bagaglio dei migranti è grande come una scatola da scarpe e qualche volta anche meno. Il rifugio è un luogo protetto e ufficiale che la prefettura conosce bene. Per i migranti è vitale il cellullare per un collegamento con chi è stato lasciato o con chi si deve raggiungere. Ragazzi che spesso non parlano nessuna lingua e lasciano alcune tracce disegnando con matite colorate la casa, le nuvole, la mamma “ti voglio bene. mi manchi tantissimo”. E gli abitanti? Nessun segno xenofobo, alcuni lasciano dei pacchi con la promessa di essere dimenticati, alcuni fanno i volontari e altri gli indifferenti.

Il rifugio Fraterntà Massi

QUEL MONDO CHE SI MUOVE. Mi immergo nel pensiero di Milla. Penso che la vera rivoluzione siano loro, siano proprio questi migranti con la loro forza e devastazione! Rivoluzionari che non si arrendono di fronte alla fatica, all’assenza di qualsiasi cosa, all’umiliazione, alla mancanza di cibo, alla ricerca di denaro, Rivoluzionari senza certezze come un motore assordante alla ricerca di una giusta velocità. In mezzo a tanti adulti anche tanti minori che lasciano traccia con le loro poetiche creatività sulla carta da disegno, da pacchi, da regalo. Noi possiamo guardare, ammirare, a fatica comprendere ma sicuramente possiamo camminare, vedere, per capire il mondo che ci viene incontro. Il mondo si muove, come sempre è avvenuto. Non è mai stato fermo. Noi, la nostra storia sono quei movimenti.

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