Tra gli anni ’80 e gli anni ’90 il sito fu set cinematografico de Il piccolo diavolo, esilarante pellicola comica con Roberto Benigni, Nicoletta Braschi e Walter Matthau, che giunsero a Taormina per effettuare ulteriori riprese nella zona centro. Circa 7 anni fa Rfi aveva avuto l’idea di cancellare la tratta e ricostruirla a monte, demolendo l’intera struttura. Cosa di cui tuttora si parla. Ma di fatto la stazione ferroviaria di Taormina-Giardini Naxos, splendido esempio di stile Liberty palermitano della Sicilia orientale è ancora lì dov’è. La Soprintendenza dei Beni culturali è infatti intervenuta a suo tempo, assieme ai comuni di Taormina e Giardini, e ha stabilito che il palazzo, progettato nell’ambito del programma di costruzioni ferroviarie intrapreso dalla Società Vittorio Emanuele in Sicilia, che prevedeva di connettere mediante la strada ferrata l’estremo lembo nord della Sicilia e il porto di Messina alle zone produttive della costa orientale jonica, dovesse rimanere così com’è.
ARTE A TUTTO TONDO. Le sale interne, nelle quali sono presenti rari reperti archeologici racchiusi in una teca di vetro e legno, sono arredate con mobili in stile siciliano di fine Ottocento. Le pareti e i soffitti degli ambienti della stazione sono impreziositi da affreschi e decorazioni a rilievo del palermitano Salvatore Gregorietti, che curò anche la realizzazione di vetrate e arredi in ferro battuto. Il tutto in una location da sogno, dal momento che è situata ai piedi della rocca di Taormina, su un terrapieno affacciato sulla stupenda baia di Naxos.
I TRASCORSI DI UN GIOIELLO. Un paesaggio mozzafiato che per molti rappresenta l’entrata principale nel mondo fatato della Città della Centauressa. Territorio in cui la stazione venne inaugurata il 12 dicembre 1866, insieme all’apertura del tratto Messina-Giardini della ferrovia Messina-Siracusa. Il 3 gennaio 1867 veniva collegata alla stazione di Catania. Ma a causa delle sopraggiunte difficoltà economiche della Società Vittorio Emanuele, a metà degli anni Settanta del XIX secolo la gestione degli impianti venne affidata alla Società Italiana per le Strade Ferrate Meridionali fino al 1885, anno in cui, in seguito alla ripartizione delle ferrovie italiane in tre grandi reti, venne assunta dalla Società per le strade ferrate della Sicilia in quanto parte della Rete Sicula.
FINE DI UN’ICONA? Nel 1905 venne infine riscattata, assieme alla linea, dalle neo-costituite Ferrovie dello Stato. Nella metà degli anni Venti del XX secolo le Ferrovie dello Stato intrapresero un programma di potenziamento delle infrastrutture ferroviarie, all’interno del quale furono previsti dei lavori di ricostruzione integrale proprio per la stazione ad opera di Roberto Narducci. I lavori di ampliamento della stazione implicarono anche l’esproprio del Castello di Villagonia, dimora della nobile famiglia dei San Martino, principi del Pardo, Duchi di Montalbano e Santo Stefano di Briga, che sorgeva sulla riva del mare nell’area in parte utilizzata per la realizzazione della nuova stazione ferroviaria. Assieme al castello venne demolita anche la cappella della Madonna di Porto Salvo, con l’attuale edificio che venne realizzato il tra 1926 e il 1928 anno nel quale fu inaugurata la stazione che assunse il nome definitivo di Taormina-Giardini. Ma il suo destino in parte tormentato la accompagnò ancora per molto tempo: durante la Seconda guerra mondiale fu vittima di pesanti bombardamenti da parte degli Alleati, necessitando così di una nuova ricostruzione. Fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui ancora la sua sopravvivenza è messa in dubbio dal già accennato progetto di cambio sede. Ma di tutto questo, come già detto, nulla è certo ancora. E nel frattempo, possiamo ancora ammirare questo capolavoro dell’arte Liberty.