Un protagonista di cui non sappiamo nulla, un intreccio fitto tra realtà e finzione, un viaggio appassionante per i lettori. La nuova opera di Eva Luna Mascolino, giovane scrittrice siciliana vincitrice del premio Campiello Giovani nel 2015, è una narrazione breve dove ogni parola è frutto di un appassionato dispiegarsi dell’arte

Scorrendo voracemente le pagine del breve racconto Vladimir’s blues, il lettore non può che inseguire quelle parole che affannosamente ingrossano l’onda accavallandosi l’una all’altra per infrangersi sul bordo della pagina e rinnovarsi al nuovo soffio di paragrafo. Chi è il personaggio che scrive la lettera? Qual è la sua storia? Quali i suoi tormenti? E in cosa crede? Nessuna di queste domande trova risposta. Eva Luna Mascolino, vincitrice nel 2015 del Premio Campiello Giovani con il racconto “Je suis Charlie”, dimostra con questo piccolo capolavoro di sapersi destreggiare finemente anche nella tecnica della narrazione breve. Il racconto è pubblicato da Aulino Editore, casa editrice indipendente, nella collana Coup de foudre e d’altra parte per il lettore non può che trattarsi di un colpo di fulmine. «Volevo che fosse una lettera – scrive l’autrice – questo ce lo avevo chiaro in testa, però una lettera provocatoria, di un amore sui generis, di un amore imprevedibile». Una lettera, indirizzata alla donna amata e distante, ci svela i segreti più reconditi di un personaggio di cui non sappiamo nulla. Realtà e finzione per tutto il racconto si inseguono su due rotaie parallele sino a quando la svolta finale conduce ad un bivio decisivo: la destinataria dovrà scegliere se proseguire nella realtà, nel conformismo di una ritualità sociale e nell’apatica normalità che tutto questo genera, o lasciarsi trasportare dall’immaginazione, dagli eccessi focosi di un amore lontano e irreale. Il racconto deve il titolo al brano di Max Richter: è su quelle note che il protagonista descrive i molteplici andamenti del suo animo tormentato. Vladimir’s blues è insomma l’esempio di un’arte infinitamente genitrice in cui ogni opera ne concepisce un’altra, ogni nota, ogni parola è la genesi di una storia ancora tutta da scoprire.

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