«Va tutto in fallimento»: sembra una frase fatta di questi tempi, ma è opinione comune tra i proprietari di immobili in affitto a studenti a Catania. Fino a un anno fa trovare una stanza in coincidenza dell’inizio delle lezioni universitarie era raro, bisognava pensarci in estate. Quest’anno invece basta guardare una pagina di affitti sui social per capire quante case siano ancora a disposizione: per ogni annuncio di ricerca, ci sono almeno 8 offerenti.

MOLTA OFFERTA, POCA DOMANDA. «Tra i test di ingresso che limitano l’accesso alle università e le tasse che non sempre i genitori possono permettersi di pagare, gli studenti ormai sono davvero pochi e l’offerta di case invece è davvero ampia» afferma la signora Maria (nome di fantasia, come per il resto degli intervistati), che affitta appartamenti a Catania da anni. Quest’anno in particolare l’emergenza sanitaria ha costretto alla Didattica a Distanza e molti studenti fuori sede non hanno avuto necessità di prendere in affitto una casa in città. «Le università telematiche avevano avuto già un impatto negativo sul mercato degli affitti, ma adesso la possibilità di seguire le lezioni in streaming ha peggiorato la situazione» continua la signora.

MEGLIO SOLI. Gli effetti deleteri della pandemia sull’economia si riversano nel mercato immobiliare in vari modi: «Tra genitori che hanno perso il lavoro a causa del Covid e ragazzi che non l’hanno neppure trovato e non possono mantenersi da soli, gli affitti sono in calo» constata Maria. Quest’ultima ha acquistato un appartamento con cinque camere da affittare ad altrettante studentesse, ma la necessità di frequentare il meno possibile gente estranea al proprio nucleo familiare ha condotto molti studenti a scegliere mono o bilocali al massimo. «Mi ritengo fortunata ad aver affittato quattro delle cinque stanze a disposizione. Ho acquistato questa abitazione a febbraio e ristrutturarla, in quel periodo, non è stato facile né economico».

STANZE VUOTE. Meno studenti dal vivo, più abitazioni vuote. Lo dimostra il caso del signor Giovanni, proprietario di due appartamenti per sei persone in zona Benedettini: «Ho mantenuto i prezzi dell’affitto invariati rispetto all’anno scorso, ma mentre in passato in questo periodo le mie stanze erano già piene, quest’anno solo tre su sei sono occupate». Di queste, due sono in affitto a delle lavoratrici: «Visto il calo degli studenti che frequentano di presenza l’università – continua – ho accolto le richieste anche di lavoratori». Non dissimile la situazione di Lucia, che per la prima volta quest’anno ha messo in affitto un appartamento con quattro camere, delle quali una è ancora libera nonostante sia pronta ad accogliere sia studenti sia lavoratori in una zona ben collegata alla città.

MATRICOLE AL TEMPO DEL COVID. Al danno economico dei locatori corrisponde un danno morale dei mancati locatari, cioè gli studenti. Sara, neomatricola fuori sede iscrittasi presso l’Università etnea, durante l’estate aveva cercato casa a Catania, ma ha abbandonato l’idea: «Sono iscritta a Scienze Biologiche, che offre un sistema di lezioni miste: a distanza e in presenza solo su prenotazione settimanale. Non avrebbe avuto senso affittare una casa per seguire, forse, pochi insegnamenti in aula». La stessa scelta è stata presa da Valentina, studentessa di Mazzarrone appena immatricolatasi a Scienze Politiche: «La mia facoltà ha imposto lezioni da remoto, quindi non mi sono trasferita a Catania. Mi auguro però che la situazione migliori a gennaio e possa prendere casa in città, così da iniziare la vera vita universitaria, in contatto con colleghi, docenti e coinquilini». Tuttavia, vanno registrati i rari casi di studenti che, nonostante la didattica mista, hanno deciso di affittare una stanza: tra questi Angelo al primo anno di Scienze Economiche. «Dovrò seguire poche lezioni di presenza, ma vorrei vivere pienamente il mio primo anno di università e sto cercando casa. Confrontandomi con i miei amici, ho saputo che i prezzi d’affitto non sono variati rispetto agli anni passati, ma c’è ancora un’ampia offerta di appartamenti, cosa rara in questo periodo». Nonostante il risparmio, anche per gli studenti non condividere la vita con i coinquilini è una perdita.

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