Il più noto prodotto dei cugini d’oltralpe è spesso associato all’esclusività e al lusso. Tre imprenditori del capoluogo etneo provano il contrario in modo audace: proponendo le bollicine accanto ai più tipici prodotti locali, e non solo

In una di quelle vie catanesi che di giorno sembrano anonime e di notte si animano pullulando di gente che con convivialità brinda e spizzica qualcosa sorge una realtà nuova, che mancava ancora nella movida etnea: la prima champagneria. Un’idea ambiziosa, quella dei tre amici e imprenditori Alfio Neri, Michele Tomaselli e Salvo Benuardo: liberare le bollicine francesi dalla loro aura di inaccessibilità, proponendole in un contesto informale ma curato, accanto a specialità siciliane ma non solo.

PANE, MORTADELLA E CHAMPAGNE. «Lo champagne – affermano – è un vino e come tale può essere sempre bevuto, non occorre necessariamente qualcosa da festeggiare o una cena di lusso, può essere sorseggiato anche mangiando una mafaldina con la mortadella». Da qui il nome del locale: Pamochã pane-mortadella-champagne. Una forma di pane tipicamente catanese, quale la mafaldina, realizzata in miniatura e servita tiepida con una fetta di fresca mortadella a dare il benvenuto, il tutto accompagnato da uno champagne poco acido e meno impegnativo, anche a stomaco vuoto.

Foto di Luca Vitello, LaCookAgency

SALUMERIA DI LUSSO. Non solo champagne quindi, ma anche salumi, formaggi e cruditè di pesce: «Il concept nasce con una cucina senza fornelli, a parte uno soltanto per preparare delle uova» affermano i titolari. Non appena entrati infatti ci si trova davanti un bancone con esposizione di salumi e formaggi non solo nostrani, ma anche francesi e iberici. Il tutto da degustare in loco o da acquistare con il servizio di take-away, da cui molti turisti si lasciano attrarre portando con sé al rientro varie prelibatezze. Non a caso uno dei proprietari è figlio di uno storico salumiere catanese che nella sua bottega ha sempre avuto l’abitudine di far assaggiare i propri prodotti con del buon vino. A tal proposito i tre amici sottolineano: «Non abbiamo inventato nulla, semplicemente vogliamo rendere lo champagne alla portata di tutti, offrendo una vasta scelta tra oltre duecento etichette».

VINI, BARONI E BOLLICINE. «Lo champagne è come una persona con cui stringere amicizia: non ce n’è uno obiettivamente migliore, si sceglie in base al gusto personale» afferma il Barone Roberto Beneventano della Corte, amministratore delegato di Steinbrück Italia, che si occupa di selezionare vini di alta qualità da tutto il mondo. Ospite alla cena di presentazione del locale alla stampa, il barone ha intrattenuto i commensali dando indicazioni sui vari tipi di champagne bevuti: «Alcuni vini sono come una bellissima signora ben invecchiata e dopo anni di chiusura dentro una bottiglia meritano un po’ di ossigenazione e tranquillità non appena versati nel bicchiere prima di essere pasteggiati». Di madre francese, cresciuto a pane e bollicine, il Barone Beneventano lega il suo primo ricordo d’infanzia proprio alle bottiglie di champagne che accompagnavano i pasti in famiglia. Da qui il sostegno dato a Pamochã e al suo desiderio di rendere la leggerezza delle bollicine alla portata di tutti. «Lo champagne è difficile da produrre e facile da bere. Per alcune tipologie ci vogliono anni di lievitazione e invecchiamento: il vino, se tenuto correttamente, è come una persona con buoni geni che vive in maniera salutare, non può che invecchiare bene» sostiene con cognizione di causa il Barone, che da cinquant’anni beve (ops! si occupa di) champagne.

Foto di Emanuele Fuardo, LaCookAgency

VITA NEL CENTRO STORICO. Merita infine menzione la scelta della bottega in cui aprire il locale: si tratta di un piano terra con tetti a volta in pietra sito in una stradina che collega la fiera alla centrale via Umberto. Una di quelle zone un tempo poco raccomandabili, ma che adesso è stata rivitalizzata grazie all’audacia di molti giovani imprenditori, tra cui Alfio, Salvo e Michele.

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