Nella natura e senza banchi: così i bambini di Acireale studiano “A Casa di Momo”
Con l’Etna alle spalle e il mare di fronte, ad Acireale (CT) c’è una scuola senza pareti che ha per tetto solo foglie e cielo: è A Casa di Momo, micronido, scuola dell’infanzia, primaria e doposcuola per bambini e ragazzi con sede al collegio di Santonoceto. La cooperativa fa parte del Comitato Promotore per l’Educazione in Natura, un progetto culturale che in Italia riunisce circa 30 scuole tradizionali e non sostenitrici del legame imprescindibile tra natura e bambini.
UNA DIDATTICA NON CONVENZIONALE. «Nato come piccolo centro ludo-educativo nel 2013, 10 anni dopo A Casa di Momo è diventata una scuola a tutti gli effetti, che a oggi conta più di 50 iscritti: un numero notevole, se consideriamo che all’inizio eravamo partiti da una sola iscrizione!», racconta al Sicilian Post la dottoressa Stefania Ferrara, fondatrice del progetto insieme a Stefano Curcuruto. «La nostra cooperativa – continua – è stata creata basandoci sul concetto di educazione esperienziale in natura. Mi spiego meglio: il nostro obiettivo è sì di insegnare il necessario ai più piccoli, ma al tempo stesso di promuovere la loro istruzione e formazione passando non per i banchi di scuola tradizionali, bensì per il contatto diretto con la terra fertile, nell’agrumeto del collegio di Santonoceto. Solo in caso di intemperie ci rifugiamo nei nostri locali al chiuso, affrontando in questo modo il percorso didattico ministeriale delle primarie con metodi diversi rispetto a quelli convenzionali».
IL RITMO DELLA NATURA E DEI BAMBINI. Presso la Casa di Momo, quindi, le lezioni sono scandite dal ciclo della natura e permettono a chiunque di riappropriarsi in maniera nuova del tempo a disposizione. Un po come accade alla giovane Momo, protagonista dell’omonimo romanzo di Michael Ende da cui la scuola ha preso spunto per scegliere il proprio nome. «La natura svolge un ruolo fondamentale nel favorire l’integrazione sensoriale – ci spiega al riguardo Ferrara, – perché se ci pensiamo stimola tutti i sensi e, di fronte al continuo insorgere di novità, sollecita i bambini alla scoperta e alla ricerca di nuove soluzioni con grande spontaneità. Certo, va detto che comunque ogni allievo ha i suoi tempi di apprendimento cognitivo e di crescita emozionale, ed è giusto rispettarli. Per questo adottiamo il “metodo della lumaca”: andiamo lenti, senza mettere fretta a nessuno». Perché seguire il ritmo della natura significa che i bambini non si limitino a studiare l’alternarsi delle stagioni, ma lo vivano sulla propria pelle: «I piccoli affrontano i cambiamenti del tempo, il cadere delle foglie e lo sbocciare dei fiori adattandosi al mutamento, e raggiungendo pian piano un buon livello di autosufficienza», sono infatti le parole di Ferrara.
INCLUSIONE E COMUNITÀ. E non è tutto, perché durante la loro permanenza a scuola i bambini vivono in una comunità inclusiva, che accoglie anche le loro famiglie. Un appoggio indispensabile affinché il progetto vada avanti: «In 10 anni abbiamo raggiunto 70 iscritti proprio grazie a quelle famiglie che, dopo i primogeniti, hanno iscritto anche gli altri figli e ci hanno chiesto di portare avanti il percorso didattico dei loro piccoli oltre l’asilo, arrivando fino alle fine elementari», sottolinea Ferrara, evidenziando fino a che punto sia necessario il sostegno degli adulti per permettere all’iniziativa di prosperare. La scuola elementare nata su loro richiesta è adesso considerata come una parentale, motivo per cui ogni anno i bambini devono fare un esame alla scuola pubblica per accedere al successivo: «Nel Nord Europa le scuole all’aperto sono riconosciute pubblicamente ed esistono da molto tempo – racconta Ferrara al riguardo, – mentre in Italia per lo più si tratta di strutture private, che di conseguenza non sempre sono alla portata di tutti».
UN’EDUCAZIONE A 360 GRADI. Come si evince già a partire da questi elementi, pertanto, A Casa di Momo è una realtà che vuole andare ben oltre la mera offerta scolastica. Ecco perché, già da tempo, mette a disposizione anche dei servizi di doposcuola per ragazzi fino ai 18 anni, garantendo inoltre assistenza a chi ha dei disturbi specifici dell’apprendimento o dei bisogni educativi speciali, senza dimenticare poi i progetti educativi che coinvolgono gli allievi fin dalla più tenera età. «Grazie alla nostra biblioteca abbiamo la possibilità di educare alla lettura anche i più piccoli – aggiunge Ferrara, – offrendo inoltre dei percorsi di educazione STEAM (Scienze, Tecnologie, Engeneering, Arte e Matematica), musicale e anche filosofica», dimostrando così, ancora una volta, che lo scopo di una realtà come A Casa di Momo resta soprattutto quello di alimentare lo sviluppo critico e cognitivo delle nuove generazioni, accompagnandole lungo la strada giusta fin dall’infanzia.