Simone Massaro di BaxEnergy: «L’Innovation Hub dedicato alle aziende che sviluppano innovazione tecnologica è il più grande del Sud Italia. Abbiamo ripreso l’idea dell’Agorà greca per realizzare un laboratorio creativo dove idee e pensieri diventano concreti progetti di successo»

[dropcap]«[/dropcap][dropcap]I[/dropcap]n Italia spesso e volentieri i giovani non hanno la possibilità di mettere in pratica le loro idee. Come sopperire a questa mancanza? Nel mio caso la soluzione è stata andare negli Usa, dove si guarda molto ai risultati, ma non tutti hanno un’opportunità del genere. Questo Centro d’Innovazione rappresenta un esempio tangibile di cosa sia possibile realizzare quando giovani talentuosi ed appassionati uniscono le loro forze per rendere i propri sogni realtà». Quando Simone Massaro parla di questo progetto i suoi occhi s’illuminano. Per l’ingegnere 41enne fondatore di BaxEnergy (che ha lavorato al Pentagono, alla Nasa e alla Disney), riuscire a creare in Sicilia un terreno fertile per lo sviluppo d’idee era una sorta di sogno nel cassetto. Oggi questo desiderio è diventato realtà e si chiama Free Mind Foundry. «Abbiamo voluto ideare uno spazio – spiega ancora Massaro – che metta al centro le persone, in modo che il lavoro diventi un complemento della famiglia e dell’amicizia, e non una sua sostituzione».

LA STRUTTURA. Se non fosse per l’Etna che svetta sullo sfondo e per il profumo dei limoni che arriva dal giardino circostante, l’impressione sarebbe quella di trovarsi in un avveniristico Campus di una multinazionale come Apple o Google. Eppure il FMF si trova ad Acireale (CT), all’interno del Centro Direzionale del Credito Siciliano. «Dal punto di vista tecnologico – spiega ancora Massaro – per rendere produttiva una persona è oggi sufficiente un investimento di poche migliaia di euro. I nostri dipendenti, infatti, lavorano principalmente con computer e smartphone, ciò che fa la differenza sono le idee che possono nascere in un luogo di lavoro. Per questo abbiamo deciso di rimettere al centro le persone, riprendendo l’idea dell’Agorà greca». Va in questo senso la scelta di distribuire gli spazi all’interno dell’Hub in maniera quasi eguale tra aree condivise (45%) e postazioni lavorative (55%). All’interno del Campus sono presenti dieci aree per il coworking e l’open innovation, spazi ricreativi per l’intrattenimento e un fitness center, ma a colpire sono soprattutto i dettagli. L’impressione è quella di trovarsi in un giardino ipertecnologico in cui nulla è lasciato al caso. «Anziché utilizzare separatori di plexiglass tra una postazione e l’altra – spiega Angela Pontorno, responsabile delle risorse umane in BaxEnergy – abbiamo scelto di utilizzare il verde. All’interno del Campus sono presenti oltre 550 piante, il cui compito è quello di garantire il bilanciamento della pulizia dell’aria, che viene costantemente monitorata dai sensori installati da “Wisnam”». Altri dispositivi regolano l’intensità dell’illuminazione, bilanciandola con la quantità di luce che arriva dalle finestre. Perfino l’inquinamento acustico e quello elettromagnetico vengono monitorati costantemente,

LA MONITORING ROOM DI BAXENERGY. Complice il suo aspetto futuristico e la grande vetrata che la presenta subito a chi entra nell’Hub, la sala di controllo di BaxEnergy è una delle parti più attrattive del Free Mind Foundry. «Attraverso questa postazione – spiega Luca Pignato, responsabile del customer service dell’azienda – siamo in grado di monitorare tutta la produzione eolica, geotermica, idroelettrica, di biomassa e fotovoltaica presso i nostri clienti, garantendo la massima efficienza sette giorni su sette ventiquattr’ore su ventiquattro». La centrale operativa è collegata a una sala server, sita in una sala trasparente (climatizzata e isolata acusticamente), che fa da collettore per tutte le informazioni prodotte dalle aziende del campus.

LE ALTRE AZIENDE. All’interno del Campus sono attualmente ospitate alcune delle società più interessanti dell’Industria 4.0. Oltre a “BaxEnergy”, capofila del progetto, troviamo la “Wisnam”, specializzata da dieci anni in misure elettroniche e reti di sensori per la gestione delle energie rinnovabili, delle costruzioni e dell’industria, la “DigitalShell”, che si occupa di progettazione e sviluppo di soluzioni software in ambito BigData e Internet Of Things, i “Rimlight Studios”, produttrici di videogiochi per console e pc e “RedRaion”, il primo studio di produzione video specializzato in realtà virtuale per l’industria del divertimento. Quest’ultimo ospita al suo interno la divisione “Stormind Games”, attualmente impegnata nella produzione del videogioco “Remothered” (di cui abbiamo già parlato su “Sicilian Post” con un’intervista al suo ideatore).

IL FUTURO. In che modo evolverà il progetto “Free Mind Foundry”? E in che modo questo può diventare un esempio per il territorio che lo ospita? Grazie a uno sforzo collettivo, l’Hub è stato realizzato in soli 45 giorni coinvolgendo moltissime aziende siciliane impegnate nei più disparati settori: dalla fornitura dei 17 km di cavi che rendono smart ogni angolo del Campus al design del mobilio. «Avremmo potuto acquistare il materiale altrove, ma coinvolgere le aziende del territorio significa anche dimostrare che è possibile credere nell’idea di rimettere la Sicilia al centro del mondo». Dal punto di vista delle aziende ospitate, poi, gli ideatori non si pongono limiti sui possibili sviluppi. «Attualmente – conclude Massaro – ospitiamo aziende che innovano nell’ambito delle energie rinnovabili, i videogames, il cinema e le intelligenze artificiali, ma noi non ci poniamo limiti. La speranza è che arrivino persone con idee migliori delle nostre, che ci aiutino a capire meglio cos’altro sia possibile fare in uno spazio come questo».

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