Anima di cera e corpo di metallo: i gioielli-scultura di Sebastiano Leta
Dalla Sicilia alla Toscana, andata e ritorno. La storia di Sebastiano Leta, sembrerebbe quella di tanti artisti: emigrato da Mistretta verso il piccolo borgo toscano di Pietrasanta, che allora vantava la più alta concentrazione di artisti, artigiani e studi d’arte d’Italia, oggi ha trovato la sua nuova vita a Cefalù. «Per me il ritorno nell’isola ha rappresentato la chiusura di un cerchio. L’arte della ceramica che ho appreso nei miei primi anni vissuti in Sicilia, è oggi alla base della mia tecnica di gioielliere: creo sculture da indossare». Quelli di Sebastiano Leta, infatti, sono tutti pezzi unici, realizzati in ottone, bronzo, argento, oro e valorizzati dall’utilizzo di pietre preziose e semipreziose. Ogni opera, plasmata inizialmente in cera, viene poi realizzata in metallo, rifinita e lucidata. «Quando creo un’opera – afferma – penso a ciò che vorrei indossare o esporre in casa. Circondarsi di oggetti d’arte, per me, è una forma di appagamento. Sono contento di creare qualcosa che trasmetta la stessa emozione».
L’ESPERIENZA TOSCANA. Di arte, Sebastiano, si è sempre circondato. Ha frequentato il corso di decorazione all’Accademia di Belle Arti di Palermo e, successivamente, il corso di pittura presso quella di Carrara. Lo studio di quest’ultima gli ha permesso di approfondire delle tecniche che non padroneggiava ancora. Poi il trasferimento a Pietrasanta: «Lì ho preso familiarità con un materiale nuovo, il marmo, ho conosciuto artisti provenienti da ogni parte del mondo – con i quali ho avuto l’occasione di condividere esperienze ed impressioni – e ho beneficiato della tranquillità di un piccolo centro, dove vivere e sviluppare le mie idee». In Toscana ha capito che di arte si poteva vivere: «E per vivere, oltre che l’ovvio nutrimento dello spirito, intendo anche pagarci le bollette, il cibo, i viaggi».
RITORNO AL FUTURO. L’anno scorso, dopo quindici anni, Sebastiano è tornato in Sicilia. «Pietrasanta – racconta ancora – negli ultimi anni era radicalmente cambiata. I laboratori d’arte hanno ceduto il passo ai ristoranti e tutte quelle caratteristiche che rendevano unico quel piccolo borgo sono venute a mancare e come me, molti artisti hanno scelto altri lidi». Così, ha venduto casa per trasferirsi in Sicilia, a Cefalù. «Ho scelto questo luogo perchè è vicino al mio paese di origine ma offre più opportunità, visto l’afflusso di gente che vi si riversa».
IL CORAGGIO DELL’ARTE. «Di questi tempi non sono solo musei, teatri, cinema e gallerie, ma è l’intero sistema dell’arte ad essere penalizzato, noi artisti ed artigiani inclusi». Sebbene nel suo nuovo contesto gli artisti trovino ampio respiro grazie all’afflusso di turisti, soprattutto nel periodo estivo, secondo Sebastiano gli artigiani come lui non sono ancora sufficientemente tutelati. Per Leta occorrerebbero cambiamenti radicali: primo fra tutti, una società capace di pensare come un’entità unica e irripetibile piuttosto che come somma di individualità. «Dalla politica e dall’economia non vedo segnali positivi, e proprio per questo incoraggerei chi senta il bisogno di esprimersi artisticamente ad intraprendere questa carriera: è quello di cui il nostro mondo materialista ha bisogno».