In Italia sempre più giovani si avvicinano al mondo dei giochi di ruolo dal vivo e la Sicilia non è da meno. Nata da un connubio di creatività e passione, una vera e propria fucina di oggetti nerd realizza numerosi manufatti per le più svariate esigenze

[dropcap]«[/dropcap][dropcap]S[/dropcap]ei in grado di realizzare un tascapane?». Il destino di Salvatore Baio è iniziato anni fa con questa battuta pronunciata da un suo amico. Ex-studente di lettere classiche e appassionato di giochi di ruolo dal vivo, oggi “forgia” le sue spade in lattice per accontentare le variegate richieste della sua clientela, composta perlopiù da appassionati di battaglie a cielo aperto e cosplayer.
Pochi lo sanno, ma la realtà dei giochi di ruolo dal vivo è molto diffusa in diverse parti del mondo, anche in Italia. Ciascun paese possiede le sue regole e il suo modo di approcciarsi a questo gioco, e spesso vengono organizzati degli eventi in cui centinaia di persone si radunano per realizzare il sogno di immedesimarsi all’interno di un’altra realtà per un giorno, o addirittura per più giorni. Scontri all’arma bianca (rigorosamente di plastica) sono l’apice di tali eventi. Ma non mancano neppure danze e avventure tra i boschi. Un fenomeno che naturalmente ha generato un indotto economico di non poco conto, come ad esempio la nascita di vere e proprie officine per la realizzazione dei costumi e delle armi.

Una di queste officine si trova a Catania, e per curiosità abbiamo chiesto di visitare il laboratorio dove lavora Salvo, un artigiano dedito alla realizzazione di oggetti di giochi di ruolo. Fin da subito illustra che l’interesse per l’ambito ludico ce l’ha sempre avuto, ma la competenza per lavorare la plastica è arrivata un po’ per caso e un po’ per gioco: «Ricordo quando una decina di anni fa mi ritrovai con dei miei amici all’interno di una fumetteria a cercare il modo di costruire delle armi in lattice. Non fu una cosa semplice, poiché avevamo scarsa conoscenza in materia e poche istruzioni. Comunque dopo molteplici tentativi riuscimmo finalmente nell’impresa, ed inoltre notammo che i nostri sforzi vennero apprezzati dai nostri compagni d’avventura con i quali condividevamo l’interesse per i giochi di ruolo dal vivo. Da quel momento in poi, per me e per alcuni dei miei amici divenne quasi un lavoro realizzare riproduzioni di armi da guerra. Mi piaceva l’idea di costruire oggetti fantasy dal nulla, ripagava la mia creatività».

Gestire questo tipo di laboratorio richiede grande impegno e dedizione, ma soprattutto molta fantasia: «Quest’officina è nata sia per passione e sia perché dopo tanti anni posso dire che conosco bene il settore di questo tipo di manifattura, che oggi è molto richiesta sul mercato, tant’è vero che la competizione non manca sia a livello artigianale e sia in quello della grande distribuzione. Anche se a parer mio il lavoro artigianale è per certi aspetti insuperabile rispetto ad un prodotto assemblato tramite una catena di montaggio, dal momento che ogni singolo oggetto realizzato da un artigiano è diverso l’uno dall’altro, rappresentando di fatto degli oggetti unici. Per questo motivo sono orgoglioso del mio lavoro, mi considero un creativo».
Questa “fucina della plastica” ricorda molto l’officina di un vero fabbro o di un’armeria, difatti in alcune pareti è possibile osservare una sfilza di armi di differenti tipologie: spade, asce, scudi e armature sono gli oggetti più ricercati: «Realizzare la riproduzione di un’arma da guerra comporta mediamente un paio di giorni, ma a volte i tempi di lavorazione si dilatano in più settimane. Ciò dipende dal grado di complessità richiesta per ogni singolo oggetto, che a volte comprende la realizzazione di dettagli piuttosto minuziosi».

Negli ultimi anni la cultura nerd (ma soprattutto geek) è divenuta mainstream, tutti vogliono provare dal vivo qualcosa che ricordi le gesta dei loro beniamini fantasy o di altro genere, e ciò è dimostrato dalla grande affluenza di pubblico durante i grandi eventi ludici organizzati in tutta Italia, Etna Comics compreso. Ma Salvo dice che non è stato sempre così: «Una volta gli appassionati di fantasy si contavano sulle dita di una mano, ed è per questo motivo che probabilmente tra noi si era più uniti e c’era più solidarietà. Inoltre ci si confrontava per organizzare qualcosa che soddisfacesse la nostra immaginazione, come ad esempio avveniva con i giochi di ruolo dal vivo. Tuttavia aggiungo che non mi dispiace quest’interesse degli ultimi anni nei confronti della cultura nerd, poiché fa piacere che le proprie passioni siano condivise da milioni di persone in tutto il mondo».
L’interesse per i giochi di ruolo è rimasto ancora vivo: «In Sicilia non ci sono più i numeri di una volta quando si contavano centinaia di partecipanti provenienti da tutte le parti d’Italia. Ma nonostante tutto con i miei amici continuiamo a divertirci lo stesso come avveniva un tempo. Ad esempio ultimamente un mio amico ha creato un nuovo “live” nel quale si sfidano cowboy contro alieni. Il mio consiglio è quello di provare almeno una volta nella vita un’esperienza del genere, in fondo che c’è di male nel divertirsi in compagnia?».

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