«Catania vanta grandi potenzialità imprenditoriali e umane: essa da sola produce il 20% del Pil siciliano ed è la seconda città metropolitana in Italia per quantità di under 20. Tutto questo senza dimenticare che l’ateneo catanese è primo in Sicilia per numero di iscritti». Sono parole incoraggianti quelle pronunciate dall’ingegnere Maurizio Andronico (Retail Senior Advisor The European House-Ambrosetti), che in qualità di membro del consiglio direttivo dell’associazione “Ex Alunni Leonardo da Vinci” ha moderato l’incontro “Nuove opportunità imprenditoriali e occupazionali in Sicilia: dalla trasformazione digitale alla green economy”. Il dialogo, svoltosi il 29 gennaio nell’istituto “Leonardo da Vinci”, è stato voluto dal presidente dell’associazione Carlo Zimbone e ha visto presenti il cavaliere del lavoro Francesco Tornatore (presidente NTET S.p.a.), il dott. Salvatore Malandrino (responsabile regionale Sicilia di UniCredit Italia) e la dott.ssa Daniela Baglieri (assessore Regione Siciliana dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità e ordinaria di “Economia e Gestione delle Imprese” presso l’Università egli Studi di Messina).

INVESTIMENTI E FORMAZIONE. La fase di transizione in corso, con la trasformazione digitale da un lato e la necessità di una decisa virata verso la green economy dall’altro, necessita di un supporto economico e di esperti del settore. Da qui le osservazioni del dott. Malandrino: «Il 20% dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sono destinati alla transizione 4.0. Questa disponibilità economica – osserva il responsabile UniCredit – però da sola non basta: in Sicilia soprattutto è necessario un investimento incrociato a un’opera di sensibilizzazione e formazione per i giovani. Istruzione non solo universitaria, ma anche scolastica, a partire dai preziosi istituti tecnici. Da questo presupposto nascono progetti come “Together4Digital”, in collaborazione con Microsoft Italia per supportare il rafforzamento delle competenze digitali delle aziende italiane».

IL CAPITALE UMANO. A sostenere la primarietà del capitale umano su quello economico è il cavaliere Tornatore, che in qualità di imprenditore non può fare a meno di avere dei lavoratori a disposizione. «Dare lavoro a 300 persone formate e di fiducia, capaci di soddisfare le esigenze dei clienti, è la risorsa più preziosa, più dei fondi bancari comunque necessari» sostiene, facendo riferimento non solo al suo gruppo NTET (progettazione e produzione di sistemi innovativi per industrie di telecomunicazioni, energia, trasporti e automotive), ma anche alla sua azienda vinicola nata da un’antica passione. «Nel territorio di Castiglione, ai piedi dell’Etna, conto 45 addetti e non è poco per un piccolo paese. La Sicilia è una terra piena di ostacoli, io stesso sono stato vittima di estorsione, ma si possono superare pensando ai vantaggi che offre. Esportare i miei prodotti in tutto il mondo, soprattutto i manufatti tecnologici della NTET, è un onore, ma sarei ancora più onorato se lo stesso settore industriale siciliano si evolvesse verso un’industria 4.0 e ne avesse bisogno».

FARE RETE. L’evoluzione auspicata verso l’industria 4.0 passa inevitabilmente per la transizione digitale ed ecologica: «Questa transizione – constata durante il dibattito il dott. Grasso, responsabile della raffineria Sonatrach di Augusta – non avviene da oggi a domani, è un avanzamento verso il 2050». Proprio la Sonatrach, insieme ad altre industrie, ha avviato la progettazione di una Hydrogen Valley in Sicilia. «La realizzazione di una Hydrogen Valley per la produzione, il trasporto e l’uso di idrogeno è un grande passo verso la sostenibilità» nota l’assessore Baglieri. «Perché questo sia possibile è necessaria una rete di collaborazioni e un dialogo tra imprese, università e territorio. Questo vale anche per il problema rifiuti e perdite idriche, – continua la dottoressa – la cui gestione è troppo frazionata tra comuni e province. Modernizzare le dighe e passare dalle tradizionali discariche a un sistema di economia circolare e riciclo non è solo un problema di fondi, ma di assenza di collaborazione. Se questo manca le aziende non investono in Sicilia, nonostante gli esempi positivi delle FER eoliche e solari e di Snam, Terna ed Enel Green Power che sostengono il passaggio all’idrogeno verde».

PRO E CONTRO. Tra gli aspetti positivi della transizione energetica e digitale vi è l’aumento dei posti di lavoro per professionisti e tecnici. A fare da contraltare però è la situazione di disagio in cui si verranno a trovare le imprese altamente inquinanti ed energivore, che avranno difficoltà a ricevere supporti economici. Esemplare è il caso dell’UniCredit: «Aiutiamo le imprese a volgersi alla sostenibilità con Green Bond e finanziamenti in linea con il piano “Futuro Sostenibile”. Nello stesso tempo prendiamo misure rigide nei confronti delle aziende più inquinanti, a cui non diamo l’ok creditizio per prestiti e finanziamenti» spiega il responsabile UniCredit Malandrino. Inevitabile la risposta delle imprese con alti livelli di emissioni, come l’azienda di trasporti marittimi M.S.C. Sicilia rappresentata dal suo amministratore delegato William Munzone: «La transizione ecologica ha gravi ripercussioni nel settore dei trasporti. Benché abbiamo già provveduto ad acquistare e a mettere in cantiere navi a gas naturale liquefatto (LNG), i tempi di produzione sono lunghi, con consegne non prima del 2023. A questo si aggiunge che i porti siciliani non hanno abbastanza stazioni di rifornimento a LNG, quindi prima bisognerebbe migliorare le infrastrutture. Un miglioramento che si traduce anche in digitalizzazione di porti e container, con il venir meno di alcune figure oggi ancora essenziali».

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