È all’ombra dei carrubi di Borgo Nocchiara, in quel lembo di terra fra Lentini e Villasmundo dove ad appena nove anni Alfio Antico apprese il mestiere di pastore, che il percussionista e il giornalista Giuseppe Attardi ripercorrono, in diretta streaming con il direttore di Sicilian Post Giorgio Romeo, le tappe più importanti nella carriera dell’artista e raccontate nelle pagine del libro Alfio Antico, il dio tamburo edito da Arcana. «La sensibilità di Giuseppe, – spiega il musicista – il modo in cui usa la parola per descrivere un personaggio mi hanno colpito da sempre. Ecco perché, quando si è presentata l’occasione e ha iniziato a lavorare al libro, il sogno che da anni conservavo nel cassetto si è realizzato». Un nuovo traguardo che arriva ad appena quattro mesi dall’uscita del suo sesto album, Trema la terra, prodotto da Cesare Basile. «Più che una biografia musicale – evidenzia Attardi – lo stile del testo si avvicina a quello del romanzo e della fiaba. Alfio è come mastro Geppetto, dona ai suoi tamburi anima e voce facendoli diventare una prosecuzione del suo corpo». 

LA TETTA DELLA MADRE. Pastore, emigrato, musicista le anime che convivono in Alfio Antico sono tante ma è la capacità di farle dialogare a renderlo patrimonio dell’umanità. «Nonostante Alfio viva a Ferrara – aggiunge Attardi – il suo legame con la Sicilia è sempre rimasto forte, è da qui che prende spunto e ispirazione per i suoi lavori. Per questo, oltre a studiare sui libri la pastorizia lentinese e la transumanza, ho voluto conoscere dall’interno questo mondo per poterlo restituire al meglio». Comprese le peculiarità del suo linguaggio musicale costruito su melodie da filastrocca, che il giornalista ha tentato di riprodurre nelle pagine del suo racconto. 

Sul contributo in Don Raffaè: «Volevo mandargli un mio allievo – ricorda Antico – ma De Andrè fu inamovibile: per quel pezzo voleva il mio pollice»

IL SUCCESSO. La consacrazione dell’artista siciliano fra i protagonisti della scena musicale nazionale arriva con l’incontro, avvenuto quasi per caso durante una delle sue esibizioni in piazza della Signoria a Firenze, con Eugenio Bennato. Arriva poi la collaborazione con i Musicanova, insieme ai quali inciderà cinque album, e i progetti realizzati con Peppe Barra, Tullio De Piscopo, Edoardo Bennato, Lucio Dalla, Renzo Arbore e Roberto Carnevale. Nel 1990 Fabrizio De André lo chiama per il brano Don Raffaè: «Volevo mandargli un mio allievo – ricorda Antico – ma De Andrè fu inamovibile, mi disse che per quel pezzo voleva assolutamente il mio pollice». L’unicità del suo tocco ha ammaliato, poi, artisti come Vinicio Capossela, Carmen Consoli, Cesare Basile, che lo hanno coinvolto in molti dei loro progetti; stando ai racconti di Arbore pare addirittura che Antico fosse riuscito ad infiammare con le sue sonorità Quincy Jones.  «Nonostante la sua fama gli avrebbe permesso di esibirsi oltreoceano – conclude Attardi – a frenarlo è sempre stato il legame con la sua terra e i suoi amici». 

CINEMA E TEATRO. Il viaggio nella musica l’ha portato a esplorare orizzonti nuovi. Innanzitutto il mondo del cinema: ha scritto la colonna sonora del film Malavoglia di Pasquale Scimeca e in seguito è stato coinvolto nel cortometraggio Il volo di Wim Wenders. «La collaborazione con Wenders –  racconta Attardi – rimane un mistero, nessuno conosce quel brano che è andato perduto proprio come tutto il progetto del regista: un trittico che comprendeva anche Palermo Shooting». Ma soprattutto il teatro. Nelle vesti di attore e musicista insieme a Giorgio Albertazzi, Ottavia Piccolo, Maurizio Scaparro, Jerome Savary, Roberto de Simone e il coreografo Amedeo Amodio. Esperienze che hanno arricchito la sua sensibilità artistica: «In Vita di Galileo diretto da Scaparro – afferma il musicista –, durante la scena della peste stavo dietro al fondale e con un tamburo muto di un metro e dieci poggiato sulla spalla, suonavo tre note che riproducevano una tensione paurosa di fame, malattia e miseria. Ebbene, ogni volta mi arrivavano puntualmente dei complimenti, fu così che incominciai a capire l’importanza del suono in una rappresentazione e ad apprezzarne tutte le sfumature».

«Diversamente dai protagonisti verghiani, Alfio non si è arreso ma è riuscito a crearsi un proprio futuro e a salire fino all’Olimpo della musica»

L’ARCAICO INCONTRA L’ELETTRONICA. Nella sua opera, Antico mette a confronto la civiltà passata con quella moderna facendo diventare il primitivo futuro: è così che i ritmi preistorici della terra e la musica elettronica, interesse trasmesso dal figlio Mattia, si sovrappongono e diventano contemporanei. Alla mescolanza di generi che caratterizza l’inconfondibile stile di Antico, contribuiscono anche le sonorità provenienti dal mondo arabo o da quello greco, anche se Attardi ci tiene a sottolineare come il percussionista sia l’unico custode della ritmica siciliana: «Il tamburo a cornice usato da Alfio è quello meno famoso in Italia. Tutti conoscono la tamorra salentina per via della Notte della Taranta o quella napoletana grazie ai Musicanova e alla Nuova Compagnia di Canto Popolare, lo strumento siciliano purtroppo non ha avuto questa promozione nel mondo». Eppure, come evidenzia Alfio Antico «un tempo era suonato principalmente dalle donne, le quali venivano guardate con gioia e rispetto». La famiglia ha sempre costituito una base solida nella sua vita, i racconti, le filastrocche e le favole che sentiva da bambino hanno popolato il suo mondo e la sua musica, regalandogli una marcia in più proprio come si evince dalla pagine del libro: «Mi piace – conclude Attardi – contrapporre Alfio ai protagonisti dei romanzi di Verga, Rosso Malpelo o il pastore Jeli. Loro, in qualche modo si sono arresi di fronte al destino. Lui no, è riuscito a crearsi un proprio futuro e a salire fino all’Olimpo della musica».

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PROSSIME PRESENTAZIONI E CONCERTI

21-22  agosto
Marranzano World Fest, Villa Penna, Sciclii
concerto per voce e tamburi

26 agosto
Lunaria, libreria di Gammazita, Catania
presentazione libro

29 agosto
Mercati Generali Catania
concerto con Cesare Basile

30 agosto
Valderice
concerto

1 settembre
Festival Jazz Sant’Anna Arresi, Sardegna
concerto

5 settembre
Dedalo Festival Caltabellotta
concerto


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