​​Una serata di pura emozione da parte di uno dei più grandi artisti internazionali e un viaggio nella storia del jazz esplorato attraverso le sei corde hanno coinvolto la platea del Cortile dei Gesuiti di Noto. Il secondo appuntamento del 48° Festival Internazionale Notomusica – inaugurato lo scorso 9 luglio con il concerto presso la cattedrale netina della prestigiosa orchestra Filarmonica della Scala di Milano – ha infatti visto protagonista il pluripremiato chitarrista americano John Scofield, che con 100 incisioni (40 delle quali da leader) 3 Grammy e 9 nomination è uno dei musicisti più rappresentativi del jazz contemporaneo. 

John Scofield ringrazia il pubblico di Noto durante il concerto| Ph. Giuseppe Tiralosi

Non nuovo alla scena siciliana, dove in passato si è esibito molte volte, l’artista ha scelto il barocco di Noto come unica tappa italiana del suo tour mondiale che prende le mosse dal suo recente album di “guitar solo”. Facendo uso di una “loop station” – un particolare pedale che consente al musicista di improvvisare su frammenti musicali registrati dal vivo – l’artista si è esibito in una sorta di “duetto con se stesso”, proponendo a una platea eterogenea e attenta (composta da siciliani ma anche da turisti) una tracklist ricercata e a tratti sorprendente. Così il musicista ha preso per mano il pubblico regalandogli un viaggio attraverso il sound e le influenze del secondo novecento che lo hanno reso il grande musicista che è oggi: da Charlie Parker a Bob Dylan, passando per il Buddy Holly di “Danny Boy” e “Not Fade Away” – entrambe estratte dall’incisione – e il Chet Baker di “That old feeling”, di cui il musicista ha anche recitato il testo, fino a celebri standard come “My funny valentine”. Sempre capace di creare groove sonori coinvolgenti, sui quali ha esibito assoli ricercati, che vanno di pari passo ad un virtuosismo elegante e delicato, l’artista ha suggellato una serata indimenticabile. 

Un momento dell’esibizione | Ph. Giuseppe Tiralosi

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