Capodanno 2020 al Bellini, un concerto all’insegna della ritrovata vitalità
A suscitare meraviglia non sono state soltanto le scelte musicali del Maestro Sanguineti e l’energica esecuzione di coro e orchestra, ma soprattutto l’emozione di un ente che ha ritrovato il desiderio di osare da diversi punti di vista
La fila più lunga nel centro storico di Catania la prima sera del nuovo anno non è stata quella di chi attendeva di banchettare in via Santa Filomena o di fare un brindisi in via Gemmellaro: bambini e anziani, uomini e donne, studenti e coppie di vario genere erano infatti in gran numero ad aspettare davanti al Teatro Massimo Bellini per assistere all’ormai tradizionale concerto di Capodanno, che nel 2020 per la prima volta è stato trasmesso in diretta sulla pagina Facebook ufficiale dell’ente. «E per fortuna», aggiungerebbe a buon diritto chi ha avuto modo di acquistare un biglietto prima del tutto esaurito accertato già prima della Vigilia di Natale, dato che i talenti musicali della città etnea non avrebbero potuto accogliere in maniera più vivace il mese di gennaio.
UN’ATMOSFERA DI FESTA. All’evento ha preso parte una sala gremita e calorosa, cha ha dato esempio di massimo rispetto e di profondo apprezzamento per ogni singolo momento della serata, impreziosita tra l’altro dalla presenza di alcune importanti istituzioni politiche, culturali e accademiche del territorio. E così, tra le decorazioni scintillanti e un’atmosfera festiva, resa ancora più trepidante dalla presenza delle telecamere e dal composto ma tangibile entusiasmo dei giovanissimi, il Bellini ha regalato ai presenti oltre un’ora e mezza di stupore e brio, grazie al perfetto connubio tra la selezione di un repertorio godibilissimo e l’interazione fluida e coinvolgente di coro, orchestra e podio. Fin dai primi istanti, infatti, la bacchetta di Andrea Sanguineti ha suggerito un ritmo ben cadenzato e sempre carico di suggestioni, in grado di valorizzare l’enorme potenziale del teatro, accompagnandolo nei primi passi verso il nuovo anno con impeccabile maestria e con la sentita fiducia che merita.
IL CORAGGIO DI OSARE. A suscitare meraviglia, però, non sono state soltanto le scelte musicali e la loro energica esecuzione, ma in particolare l’emozione di un ente che ha ritrovato il coraggio e il desiderio di osare. Ha osato con il suo gusto a metà tra quello della tradizione italiana del Capodanno e quella viennese, aprendo la serata si con una scoppiettante Ouverture del Pipistrello di Johann Strauss padre, per poi proseguire con diversi brani di Johann Strauss figlio (Sul bel Danubio blu, Éljen a Magyar, Wiener Blut e Valzer dell’imperatore) e con lo scatenato valzer del Faust di Charles Gounod. Ha osato collocando Sul bel Danubio blu all’inizio piuttosto che in chiusura, come accade di solito in altre città, e riservando al doppio bis la Tritsch-Tratsch Polka di Johann Strauss figlio e l’immancabile Marcia di Radetzky di Johann Strauss padre in versione tradizionale, a differenza di quanto accaduto poche ore prima al Wiener Staatsoper, che dal canto suo ha optato per la versione rivisitata. E ha osato proponendo alcuni momenti cantati che hanno fatto onore al coro diretto da Luigi Petrozziello, oltre a costituire l’anteprima di una stagione lirica magnificente: da Gli aranci olezzano tratto da Cavalleria rusticana fino ad arrivare a Din don, suona vespero di Pagliacci e al Coro delle sigaraie di Carmen, accompagnati poi dal Coro a bocca chiusa tratto da Madama Butterfly e da un commovente Va’ pensiero verdiano.
Il Capodanno al Teatro Massimo Bellini ha dunque rammentato al capoluogo etneo l’importanza di appartenere a una terra dalla lunga e nobile tradizione, intrecciata al resto del mondo ma mai relegata alla periferia delle arti, capace di risuonare con eleganza e leggerezza al di là dei tempi di crisi e al di sopra di certe alterne vicende terrene.
NELLO MUSUMECI:
«IL PEGGIO È PASSATO»
Prima di lasciare il posto alla musica, sul palcoscenico del teatro dedicato al Cigno è intervenuto per primo il direttore di sala Andrea Sciavarello, il quale ha ripercorso le tappe più salienti della stagione lirica, sinfonica e di balletto prevista per il 2020. Dopo di lui, il microfono è passato al neo-sovrintendente Giovanni Cultrera, che ha portato i saluti del vescovo di Catania Salvatore Gristina e ha poi aggiunto: «Il sorriso al teatro svela e dischiude un sorriso intelligente alla vita: questo è il messaggio che il Teatro Massimo Bellini vuole donare a sé stesso e alla sua città. […] Una nuova e forte e valente aspettativa si coronerà ben presto, affinché la magia della musica possa risplendere sempre, donando anche quel generoso auspicio per le attività future e artistiche di questo meraviglioso ente». Infine, la parola è andata al presidente della regione Nello Musumeci, il quale con viva partecipazione ha dichiarato: «Credo che il peggio sia passato e […] in questo teatro il messaggio augurale assume un significato particolare, perché la musica è sempre stata ambasciatrice di pace, ma anche di aggregazione. Quindi, questo tempio deve continuare ad essere il luogo ideale della cultura catanese e fra i più importanti della regione siciliana. […] Il resto lo farà la buona volontà dei cittadini: più abbonamenti, più scolaresche nel teatro, più teatro fuori, verso le altre piazze e le altre città, perché diventi patrimonio di tutti, nella coscienza anche dei più giovani».