Carmen sceglie di aprire il suo tour a Parma, nello storico Teatro Regio, tempio della lirica e di Verdi, famoso per i suoi melomani sempre molto attenti che dalla loro roccaforte, i loggioni – i palchi dell’ultimo piano – spesso in passato hanno deciso carriere di famosi tenori con i loro fischi o i loro applausi.

Sceglie il Barezzi Festival anche perché quest’anno è stato dedicato interamente al maestro Franco Battiato che lo inaugurò tanti anni fa.

A Parma c’è grande attesa e desiderio di normalità e questa XV edizione del Barezzi Festival si apre finalmente con tutto il pubblico in sala, il teatro pieno: i live sono ufficialmente tornati!

Ci siamo passati tutti noi fan della musica, abituati a ritmi di live a volte settimanali, spesso mensili, in questa crisi d’astinenza dai live. L’assenza si è fatta sentire e adesso, dopo tanto vuoto, ogni occasione diventa una sorta di prima volta.

Il concerto è concepito come una sorta di opera in tre atti: si apre con un palco spoglio e l’arrivo di Carmen e Massimo Roccaforte preceduti da un monologo sulla paura «ancora tutto è possibile e non dobbiamo rottamare i sogni perché i nostri desideri da qualche parte aspettano ancora, dovremmo lasciarci andare, perdere il controllo illusorio che crediamo di avere sulle cose».

Carmen poi chiede a suo padre se si aspettasse di più da lei, «perché in fondo volevo solo fare la rockstar».

È l’atto 1, “Il Sogno”, dedicato all’ultimo album Volevo fare la rockstar, che viene suonato da Carmen dalla prima canzone Sta succedendo all’ultima con una sei corde acustica accompagnata dal solo Roccaforte alla chitarra e al mandolino. Sono presentate nude, senza troppi orpelli, come spoglio era il palco, solo un video sul quale vengono proiettate diapositive vecchie con lei bambina. Inutile dire che i due sul palco, che si conoscono da una vita, vivono questa esperienza come se fossero in simbiosi, una cosa sola, un’alchimia che si protrarrà per l’intero concerto anche con l’arrivo della terza gamba, quella Marina Rei che sinceramente non ti aspetti.

Foto del Teatro Regio di Parma

È il secondo atto, “Gli anni mediamente isterici”. Roccaforte lascia il palco ad «una pazza», come Carmen introduce l’amica batterista. «Volevo fare la batterista. La musica non conosce confini, infrange le regole, riesce a scardinare con potenza ogni schema predefinito che spesso condiziona la mente e limita ogni forma di libertà artistica. Così, liberamente, abbracciando la nostra meravigliosa amicizia», con queste parole Marina Rei aveva comunicato su twitter la sua partecipazione al tour. Il palco è loro, con un tripudio di rock più duro, elettrico e meno melodico di Non sono per niente stanca. Carmen si trasforma, aiutata dalla storica amica – amicizia nata a Sanremo Giovani nel 1995 – alla batteria.  Si prosegue con le canzoni dei primi album: Besame Giuda, Fino all’ultimo, Confusa e felice, Venere con una parentesi di Marina Rei con la sua Donna che parla in fretta.

Si torna all’eleganza e alla sobrietà con l’ultimo atto del concerto: “L’amicizia”. Sul palco tutti e tre i musicisti con l’omaggio al maestro Franco Battiato di Stranizza d’amuri e il suo volto che illumina il palco. Poi è la volta de L’ultimo bacio, In bianco e nero e Parole di burro.

Il pubblico però non è stanco, dopo due ore di concerto ne vuole ancora, e dopo cinque minuti di applausi, Carmen torna per regalarci con la sua chitarra acustica due ultime perle: Quello che sento seguita da Amore di Plastica accompagnate dal battimani del pubblico. Da brividi.

Carmen supera brillantemente la sfida del teatro Regio di Parma, del suo pubblico esigente e incanta anche i loggioni. Carmen è tornata, con tutta la sua forza, la sua grinta e la sua femminilità. In dicembre il Volevo fare la rockstar Tour 2021 farà tappa in Sicilia per quattro date: il 15 e 16 al Metropolitan di Catania, il 17 e 18 al Teatro Al Massimo di Palermo.

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